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 2013  aprile 17 Mercoledì calendario

Appunti su Charlotte Perriand

Io Donna, sabato 4 dicembre 2010
Cuscini «Cosa desidera?». «Lavorare con lei». «Qui non ricamiamo cuscini» (la prima conversazione tra Le Corbusier e Charlotte Perriand, nel 1927).

Vita Charlotte Perriand, nata a Parigi il 24 ottobre 1903, figlia di un imbastitore, poi promosso tagliatore da uomo e di una sarta. Studi alla scuola dell’Unione centrale di arti decorative, si presenta poi al Salon d’Automne nel 1926 e nel 1927 con un angolo-salotto, vasellame decorato con oreficeria di Puyforcat e il “Bar sous le toit”. Collabora dieci anni con Le Corbusier, poi parte per il Giappone, viene sorpresa dalla guerra mentre si trova in Indocina e riesce a tornare in Francia solo sei anno dopo, sposata a un Jacques Martin, ufficiale di Marina, e con una bimba di due anni, Pernette. Muore nel 1999, a 96 anni, a Parigi.

Le Corbusier Le Corbusier, che si convince ad assumerla dopo aver visitato la sua esposizione al Salon d’Automne.

Arredamento «Qual è l’elemento fondamentale dell’arredo domestico? Tutto ciò che permette di riporre oggetti» (l’architettura secondo Charlotte Perriand).

Comunisti Quella volta che, invitata a una conferenza di Lurçat e Moussignac a Mosca, durante la quale i due architetti criticano aspramente Le Corbusier, infila un suo biglietto anonimo tra le domande degli studenti: «Che differenza vede tra l’architettura comunista di Lurçat e l’architettura capitalista di Le Corbusier? Mi illustri degli esempi concreti». E Lurçat: «Non sono qui per rispondere alla compagna Perriand, ma ai compagni qui presenti». Nuovo biglietto: «Che differenza vede tra un compagno russo e un compagno francese?».

Spalle Charlotte, secondo Renzo Piano «molto bella, anche a 80 anni: grandi occhi luminosi e spalle diritte», andava a scalar montagne tutte le volte che poteva ma non sapeva nuotare.

Trasloco Quando lascia il suo primo marito, Percy, un inglese naturalizzato francese sposato nel 1926, trasloca nella nuova casa con una scopa e due piatti, due forchette, due pentole «per poterne avere sempre un esemplare pulito quando l’altro era sporco».

Libertà Le Corbusier le fa notare un giorno le attenzioni di suo cugino, Pierre Jeanneret. Così Charlotte prende il coraggio a due mani e una sera gli domanda: «Corbu l’ha messa a parte del nostro colloquio?». Lui alza gli occhi: «Sì, e allora?». E lei: «Amo la mia libertà». «Anch’io».

Pantofole «Abbiamo messo le pantofole alla porta» (Charlotte sui progetti per scaffali, sedie e tavoli ideati assieme a Le Corbusier e Jeanneret per il Salon d’Automne del 1929).

Pierre Si mette infine in proprio dopo dieci anni accanto a Le Corbusier. Motivo: lui le aveva scritto lamentandosi del suo rapporto d’amore con Pierre.

Male Le Corbusier a Charlotte, che era passata a salutarlo prima di partire per il Giappone: «Bene, avrà tutto il tempo per pensare al male che mi ha fatto». Risposta: «Purtroppo, credo che avrò cose più serie di cui occuparmi».

Vuoto «Il vuoto è onnipotente, perché può contenere tutto».

Lucrezia Dell’Arti