Rassegna, 16 aprile 2013
Venezuela, Maduro nuovo presidente
• Nicolas Maduro è stato eletto nuovo presidente del Venezuela. Ha battuto il candidato dell’opposizione Henrique Capriles per un soffio: 50,66% contro 49,07%, 235.000 voti di differenza. Lo sconfitto però ha parlato di brogli e irregolarità e ha chiesto un nuovo conteggio.
• Nel primo discorso al Paese Maduro, il delfino di Hugo Chavez, è apparso incerto. La sua è una vittoria con un sapore di bocciatura che pochi si aspettavano. Secondo i primi calcoli, nelle cinque settimane che sono trascorse dalla scomparsa di Chávez, il nuovo leader avrebbe perso quasi un milione di voti. [Cotroneo, Cds] Capriles, invece, ha perso solo formalmente. Il suo exploit ha dello straordinario, è riuscito a rubare suffragi storici al chávismo, parte del serbatoio consolidato in 14 anni di rivoluzione. I legittimi dubbi sul risultato delle consultazioni – l’opposizione ha raccolto un copioso dossier con centinaia di denunce di irregolarità ai seggi – non fa che rafforzare la nuova leadership del governatore di Miranda, che ora diventa un punto di riferimento per tutti quelli che vogliono un cambio di governo nel Paese, compresi i chávisti delusi. [Guanella, Sta]
• «Cinquant’anni, dal carisma modesto, ma fedelissimo soprattutto sul versante ideologico, Maduro è stato guidatore di autobus e treni del metrò, poi sindacalista e sin dalle origini sostenitore dell’ala socialista del chavismo. Quella vicina a Cuba e al sogno dell’integrazione latinoamericana, e assai meno ai militari. Perché Chávez l’abbia prescelto, tra decine di ex compagni d’armi della sua lunga epopea, tutti in alte posizioni in Venezuela, è dovuto alla sua immagine di rappresentante legittimo del popolo. Quindi più adatto a raccogliere consensi. Al suo fianco, come primera dama, avrà la compagna Cilia Flores, altro nome forte del regime. Avvocata, di nove anni più vecchia del marito, conquistò Chávez difendendolo mentre era in galera per il golpe del 1992. La Flores ha poi avuto una carriera propria nel regime, dalla presidenza del Congresso fino all’ultima carica di avvocato generale dello Stato». [Cotroneo, Cds]