Rassegna, 16 aprile 2013
A Parma l’incontro tra Renzi e Berlusconi
• Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si sono ritrovati al teatro Regio di Parma, dove si celebrava il centenario della nascita di Guido Barilla. Una stretta di mano davanti ai fotografi e un incontro appartato di circa 20 minuti, nell’anticamera della balconata numero 17. Racconta Alberti sul Cds: «Renzi, accompagnato dal deputato pd Dario Nardella, è arrivato al Teatro Regio alla chetichella, è entrato da una porticina secondaria e si è subito diretto verso la zona delle balconate. Qui è stato raggiunto da Berlusconi, arrivato invece a Parma in largo anticipo e accolto dalla folla davanti al Teatro con fischi e applausi. Da quel pochissimo che si è potuto sapere, è stato un colloquio “cordiale e franco”. A rompere il ghiaccio, è stato l’ex premier con una delle sue domande spiazzanti: “Quanto sei alto, Matteo?”. Lecito presumere che la conversazione abbia poi virato sui temi caldi del momento, a cominciare dalla scelta del nuovo inquilino al Quirinale».
• Renzi è alto un metro e 81 centimetri. [Vanni, Rep]
• È la quinta volta Renzi e Berlusconi si incontrano. L’episodio più famoso il pranzo ad Arcore il 7 dicembre 2010. Brambilla sulla Sta: «Era un lunedì, il giorno in cui, tradizionalmente, il Cavaliere a Villa San Martino riceve gli amici. Era il giorno fisso di Bossi, per dire. Quel lunedì invece a pranzo, con Berlusconi e i suoi figli, c’era uno del Pd. Renzi fu sepolto dalle critiche. Da sinistra, ovviamente. Lui disse che era andato ad Arcore per chiedere al premier (era premier, allora) un stanziamento per Firenze nella legge milleproroghe. “Doveva andare a Palazzo Chigi, non ad Arcore”, commentò Bersani. Anche Pippo Civati, ex amico del rottamatore, non gradì: Berlusconi è sempre un infrequentabile, per la sinistra. Libero titolò: “Il Cav invita ad Arcore Renzi: rottamiamo insieme il Pd”. Su Facebook, Renzi scrisse: “Berlusconi non mi ha detto che gli assomiglio, né abbiamo parlato di rottamazione, com’è ovvio”. Eppure l’allora premier aveva detto proprio così: “Un po’ mi somiglia, è fuori dagli schemi, è diverso dai soliti parrucconi del Pd”».
• «A differenza dei “socialdemocratici”, Renzi non pensa che le tasse siano “belle”. A differenza di una buona parte della sinistra che in questi anni ha alacremente lavorato per costruire le condizioni di ripetute sconfitte, Renzi non è nemmeno “giustizialista”. Dice che Berlusconi vuole mandarlo “in pensione”, non “in galera”, come vorrebbe una sinistra incapace di battere Berlusconi sul terreno proprio della politica e dunque incline a farsi dare un “aiutino” dalla mano giudiziaria. Tratti di somiglianza? Sicuramente tratti che non dispiacciono a chi ha creduto alla “rivoluzione liberale” di Berlusconi e oggi ne patisce il fallimento. Dirà pure “il nostro Matteo”, ma in campagna elettorale Renzi, per Berlusconi, sarà l’osso più duro. Meglio il “comunista” Pier Luigi?». [Battista, Cds]