Fior da fiore, 14 aprile 2013
Il veto di Berlusconi su Prodi: «Lui al Colle? Tutti all’estero» • Prodi dice di non avere «nessuna candidatura al Quirinale • Il Papa sceglie otto cardinali per cambiare la Chiesa • Mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione • Li Ka-shing, il cinese che punta al controllo di Telecom Italia, iniziò ad arricchirsi con le rose plastica • L’emiro del Qatar ha comprato il Four Seasons di Firenze per 150 milioni
Colle 1 Bandiere al vento, boati da stadio, decine di migliaia di persone in piazza del Municipio per Silvio Berlusconi che, a cinque giorni dal voto per il Colle e ormai a un soffio dalla rottura definitiva col Pd, decide di lanciare la sua sfida da Bari: «Sono passati 47 giorni dalle elezioni e non c’è ancora uno straccio di governo . Trovo inaccettabile questa assurda paralisi, la crisi è grave, i conti sono sfasciati e forse servirà una nuova manovra. Perciò le strade sono due: o Bersani forma con noi un governo forte e stabile oppure è meglio ridare immediatamente la parola agli italiani, votando a giugno. Questo potrebbe essere il primo comizio della nostra campagna elettorale…». Ma l’assillo vero di Berlusconi è il Colle e l’idea che il centrosinistra «solo con lo 0,3% dei voti in più» possa assicurarsi tutte le cinque più alte cariche dello Stato. «Lo spettro che più agita le sue notti da tempo si chiama Romano Prodi. Così, mentre in queste ore starebbe pensando a giocarsi un jolly (Franco Frattini candidato al Quirinale per il centrodestra) il Cavaliere prova anche ad esorcizzare il nemico chiamando in causa la piazza: “Impazzireste di gioia se il nuovo presidente della Repubblica fosse Romano Prodi?”. E ottiene la risposta che voleva: la gente ulula e lui furbo di rimando: “Peccato, era il mio candidato preferito”. Infine, la stilettata finale: “Con Prodi presidente andiamo tutti all’estero”. E al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che gli ha appena chiuso la porta in faccia dicendo “no al governissimo” Berlusconi riserva la sua aspra conclusione: “Ora basta, dopo giorni e giorni di esplorazioni, a Bersani andrebbero bene i nostri voti ma non vuole fare il governo con noi. Caro Bersani, è vero, noi siamo assennati, moderati, ma non abbiamo l’anello al naso. Siamo noi che dovremmo avere problemi a collaborare con voi, altro che storie, eppure il dramma che vive il Paese è tale che siamo pronti ad anteporre al nostro bene quello dell’Italia. Perciò nessun governicchio di minoranza, senza numeri e senza forza. Noi caro Pier Luigi non siamo qui a pettinare le bambole, anzi siamo anche sicuri che le bambole si sono stufate di farsi pettinare”». (Fabrizio Caccia, Cds)
Colle 2 Prodi, a Lucca per la presentazione di un libro, ha ribadito di non sentirsi in corsa per la successione a Giorgio Napolitano: «Non ho nessuna candidatura al Quirinale, io sto semplicemente a guardare. Spero che l’Italia abbia un futuro migliore e che si esca da questa difficile congiuntura economica e politica.... Per il resto, io sono fuori» (Francesco Alberti, Cds)
Lauree Il Foglio ha fatto notare «un’incongruenza» tra il curriculum di Prodi pubblicato sul sito della Brown University, dove Prodi insegna come «professor at large», e quello consultabile sul suo web personale. Nel primo si parla di due lauree e di un dottorato in economia alla London School of Economics. Nel secondo di una sola laurea e di una specializzazione alla London School of Economics. Dov’è l’errore? «Fa fede il mio sito web» ha subito precisato Prodi, non nascondendo un certo nervosismo. E Sandra Zampa, con riferimento sarcastico al caso di Oscar Giannino: «Vorrei essere chiara: il Professore non ha mai partecipato, né vinto, lo Zecchino d’oro…». Quindi, una sola laurea. Escluse naturalmente le honoris causa: che sono 36 (ibidem)
Otto cardinali A un mese dalla sua elezione, papa Francesco ha cominciato a impostare la sua riforma della Chiesa nominando otto cardinali - più un vescovo - per «consigliarlo nel governo della Chiesa universale» e quindi «studiare un progetto» di riforma della Curia, ovvero di «revisione» della «Pastor Bonus» dell’88, la Costituzione di Wojtyla che regola la «governance» vaticana. Nel gruppo l’unico cardinale italiano è Giuseppe Bertello, già nunzio nel nostro Paese e ora presidente del Governatorato, nonché candidato principale - anche se non è scontato che tocchi a un italiano - a sostituire nei prossimi mesi come Segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone, prossimo alla pensione. Gli altri cardinali sono arcivescovi in diocesi di tutti i continenti: Francisco Javier Errazuriz Ossa (Santiago del Cile); Oswald Gracias (Bombay, India); Reinhard Marx (Monaco, Germania); Laurent Monswengo Pasinya (Kinshasa, Repubblica democratica del Congo); il francescano Sean Patrick O’Malley (Boston, Usa); George Pell (Sidney, Australia); e il salesiano Oscar Andrés Maradiaga Rodríguez (Tegucigalpa, Honduras), che sarà il coordinatore.
Cassa integrazione Secondo la Cgil, a marzo è esploso il ricorso alla cassa integrazione (+22,4% sul mese precedente, febbraio 2013; +11,98% sul primo trimestre 2012). Questo significa che da inizio anno 520 mila lavoratori hanno subito un taglio del reddito per 1 miliardo di euro, pari a 1900 euro a persona. E se il trend non cambia, a fine 2013 a esserne coinvolto sarà il 10% dei lavoratori.
Rose di plastica Li Ka-shing, il magnate ottantaquattrenne di Hong Kong che punta al controllo di Telecom Italia, all’ottavo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo di Forbes (in Asia è il primo) nel 1940, quando i genitori lasciarono la provincia cinese di Canton per sfuggire alla guerra rifugiandosi a Hong Kong, lasciò gli studi e si trovò un lavoro in una fabbrica di materie plastiche: 16 ore al giorno tutti i giorni della settimana. La sua marcia verso la ricchezza cominciò nel 1950 quando, con tutti i suoi risparmi e con fondi raccolti tra parenti, amici e persone di cui aveva guadagnato la fiducia come venditore costituì una sua impresa, la Cheung Kong Industries, e cominciò a produrre fiori di plastica, colorati così bene da sembrare veri: una passione in Asia e da Hong Kong la Cheung Kong cominciò a esportarli con successo (Guido Santevecchi, Cds).
Hotel L’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al-Thani, uno degli uomini più ricchi al mondo, ha comprato il «Four Seasons» di Firenze, il secondo hotel più grande d’Italia, il più bello della catena che gli ha dato il nome, custodito nel rinascimentale Palazzo della Gherardesca di Borgo Pinti, per una cifra intorno ai 150 milioni di euro (Marco Gasperetti, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)