Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 11 Giovedì calendario

Biografia di Andrea Iannone

• Vasto (Chieti) 9 agosto 1989. Motociclista. Nel 2010 in MotoGp2 con la SpeedUp, ha vinto il Gp d’Italia. Quattro vittorie nella 125. Nel 2012, guidando una Speed Up ottiene due vittorie (Catalogna e Italia) e conclude la stagione al 3° posto. Nel 2013 il passaggio in MotoGp, in sella alla Ducati del team Pramac Racing. Nel 2013 chiude il motomondiale in 12° posizione, nel 2014 in 10°. Nel 2015 passa nel team ufficiale e chiude al 5° posto. «Corro per me, non per gli altri. E per un podio darei la vita».
• «Si ispira a Valentino Rossi: “Stimo tanti piloti, come Melandri e Dovizioso, però Valentino è il numero uno: è il mio idolo”. Ma, rispetto al fenomeno di Tavullia, è completamente diverso. Soprattutto fuori dalla pista. Andrea ha faticato a emergere, anche a causa di un incidente in Malesia nel 2006 (rottura del bacino). (...) Come molti piloti della sua generazione, anche Iannone ha iniziato dalle minimoto. “In famiglia siamo tutti appassionati di moto – rivela papà Regalino, che lo segue con discrezione dall’inizio della sua carriera – Anche il fratello Angelo (1987) correva. Andrea a tre anni era già in sella”» (Giovanni Zamagni) [Gds 29/4/2009].
• A sei anni la prima gara, a 14, nel 2003, è primo nel campionato italiano con la Grc e in quello successivo passa alle moto vere, finisce 5° con un’Aprilia 125 nel selettivo campionato spagnolo, nonostante tre gare in meno: «La stagione successiva, però, mi rompo quattro vertebre e sono costretto a stare fermo tanto tempo. Ripartire da zero non è semplice, ma dopo un anno e mezzo vinco la mia prima gara. Riesco a rialzarmi e a tornare più forte di prima: un’esperienza che mi è servita molto per crescere» [Fasola, Style 3/2016].
• «Prestazioni che gli aprono le porte del motomondiale. “Abbiamo fatto tantissimi sacrifici – racconta il papà –, ma non abbiamo mai dovuto pagare per correre”» (Giovanni Zamagni) [Gds 29/4/2009].
• Per seguire il figlio, Regalino ha lasciato il lavoro: «“Facevo il commerciante, abbiamo cambiato modo di vivere. Nel 2004 abbiamo investito una cifra importante, sopra ai 100.000 euro: in famiglia eravamo d’accordo, è stato fatto volentieri”. Il papà descrive così il figlio: “Non so se introverso è l’aggettivo giusto, sicuramente Andrea è uno riservato. Ma dentro al box è giocherellone. Nella vita di tutti i giorni è uno normalissimo, con le passioni classiche: moto e ragazze”» (Giovanni Zamagni) [Gds 29/4/2009].
• Nel 2010 termina la stagione al 3º posto con 199 punti, stessa posizione nel 2011 ma 177 punti e ancora nel 2012 con 194. Nel 2013 passa nel team satellite della Ducati: «Corro da dieci anni e sarà la prima volta che ho una Casa alle spalle. Era quello che desideravo da sempre e ci sono riuscito nella categoria più importante, quindi l’orgoglio è maggiore. È un traguardo importante, ma intermedio. Il bello arriva adesso...» [Paolo Gozzi, Gds 28/12/2014].
• Il suo esordio con la Ducati del team Pramac Racing non fu dei più felici, prima si lussa la spalla poi scopre di aver il timpano dell’orecchio destro perforato: «È un periodo parecchio sfigato: «Da quella parte non sento praticamente nulla. Sto prendendo antibiotici, speriamo che si richiuda da solo. Altrimenti mi dovrò operare». Chiude in dodicesima posizione.
• Nel 2014 segna il record assoluto di velocità: «349,6 km/h al Mugello» (tempo battuto da Marc Marquez l’anno successivo in Qatar) ma non riesce mai ad arrivare sul podio. Chiude in 10° posizione.
• Il primo podio in Motogp arriva al gran premio del Qatar prima gara del campionato 2015. Un podio tutto italiano che vedeva Rossi sul gradino più alto seguito da Dovizioso e Iannone che è riuscito a infilare Lorenzo in un modo spettacolare.
• Cinque gare dopo, al Mugello, Iannone dopo una durissima battaglia riesce a battere per la prima volta in vita sua il suo eroe Valentino Rossi lasciandolo sul terzo gradino del podio. In quell’occasione la vittoria fu di Lorenzo.
• A Phillip Island invece, dopo essersi scontrato in un frontale con un gabbiamo, è arrivato terzo, sorpassando all’ultimo giro Rossi. Per alcuni si è trattato di un tradimento ma non per Valentino: «È stato bravo. Nel corpo a corpo Andrea è fortissimo. E se perderò il titolo per questi 3 punti rimarremo amici comunque…» [Pasini, Cds 19/10/2015]. Il suo doppio sorpasso a Márquez e Rossi è stato il più bello della stagione. Chiude quinto: «Se non sbaglio più è perché la moto di oggi perdona di più» [Ianieri, Gds 2/8/2015].
• «Iannone è la fantasia» (Gigi Dall’Igna, Direttore generale Ducati).
• Il 2016 non inizia nel migliore dei modi prima cade in Qatar, poi in Argentina all’ultimo giro: Ha da poco sorpassato Rossi guadagnandosi la terza posizione, davanti a lui ci sono Dovizioso e Marquez. Lo spagnolo è irraggiungibile ma Dovizioso gli sta lì davanti e Iannone non resiste e tenta l’impossibile che non gli riesce. Entra dentro, scivola e travolge pure il suo compagno di squadra. Le due Ducati sono a terra. Iannone è fuori, Dovizioso prende la moto in mano e si mette a correre fino alla linea del traguardo. Arriva 13°: «Caldo, il battito del cuore. Stavo per collassare». Iannone: «Non volevo farlo cadere. Ho sbagliato, mi dispiace. Pagherò le conseguenze, ci sarà un provvedimento. Ma cercate di capirmi: è dura, stare fuori dal podio». Intanto è stato penalizzato con la retrocessione di tre posizioni in griglia nel Gp del Texas.
• Una vera e propria profezia. A Giacomo Fasola di Style un mese fa disse: «Il mio motto è: “Sempre meglio chiedere scusa che permesso”. Che significa? Vuol dire che devi provarci sempre. Nella vita bisogna essere decisi: se non sei sicuro delle cose che fai, poi non ti riescono. È come quando cerchi di fare un sorpasso all’ultima curva. Magari cadi e tiri giù pure l’avversario... Però ci hai provato, hai rischiato. Poi occorre anche avere l’umiltà di chiedere scusa, di capire l’errore per non ripeterlo» [Fasola, Style 3/2016].
• «Lo sapevo che era lui, lo sapevo quando sono stato centrato. È il numero uno. Avrei potuto arrivare ad Austin da secondo nel Mondiale, due Ducati erano già sul podio e invece abbiamo raccolto zero punti. È inaccettabile quel che ha fatto» (Dovizioso).
• «Poteva essere una giornata meravigliosa, la doppietta di Davies in Superbike, la vittoria di Mercado in Supersport e noi che in quel punto eravamo secondi e terzi, ma invece lì non siamo mai arrivati. Se uno può vincere deve provarci, ma se non può permetterselo, deve mettersi in testa che terzo è un bel risultato» (Gigi Dall’Igna, dg. Ducati). Ora con l’arrivo di Jorge Lorenzo in Ducati rischia anche il posto.
• Iannone ha 7 tatuaggi, porta 3 anelli, non gradisce essere toccato. Lo riconosci per l’inconfondibile erre moscia e gli atteggiamenti da bad boy. Ha una passione viscerale per i motori e colleziona motociclette, macchine ne ha una settantina in garage ma «ho appena venduto la Lamborghini Gallardo Superleggera, quindi rimane l’Audi RS6: ha 580 cavalli, va a 300 all’ora... Però con la Lambo andavo più forte!» (a marzo del 2016) [Fasola, Style 3/2016].
• «Se ti dico quanto spendo di multe ti spaventi».
• È stato testimonial della campagna di sensibilizzazione contro l’uso del telefonino mentre si guida: «Usare il telefonino mentre si guida è un errore che commettevo anch’io» [Pellizzari, Avv. 25/3/2015].
• Pare essere ancora oggi fidanzato con Claudia Manzella, palermitana spumeggiante, ex aspirante velina, che è entrata nel suo cuore fin da quando Andrea correva in Moto2: «Premetto che sono molto appassionato di donne, ma in griglia di partenza proprio non ce la faccio. In questi anni le ombrelline mi hanno sempre portato sfiga. Ogni volta che ho avuto una di queste ragazze accanto, non ho mai finito una gara. Preferisco mio padre o un meccanico» (Andrea Iannone nel luglio del 2014).
• Su Instagram segue ed è seguito quasi esclusivamente da donne in costume da bagno [Motorcycle di Moreno Pisto 66th2nd 2015].
• Soprannominato da Rossi The Maniac: «Sono esuberante, come molti ragazzi della mia età. Qualche volta mi comporto come uno spaccone ma è tutta energia, tutta roba utile perché, poi, so essere molto responsabile. Mi vedi lontano dalle piste ed è una cosa, mi vedi al lavoro ed è tutt’altro. Come due parti della stessa persona che convivono serenamente. Il soprannome non a caso viene da lì. Valentino, a furia di vedermi star dietro come un forsennato alle cose, anche le più piccole, ha cominciato a chiamarmi “The Maniac”. Credo sia abbastanza azzeccato perché, in effetti, ci do dentro. Ho cominciato a correre da bambino, ho sempre saputo che il pane lo si guadagna con il lavoro. Ecco, è quello che cerco di fare. Sogno una vita perfetta. Alla mia età, credo sia persino lecito» [Terruzzi, GQ 5/2015].
• Sul casco ha un mirino perché vuole sempre fare meglio ma secondo Stoner (ex ducatista ora collaudatore della rossa) «la sua ambizione è probabilmente superiore al talento» [Fasola Style 3/2016 e Calandri, la Repubblica 4/4/2016].
• Le sue giornate? «Mi sveglio, faccio colazione, amo gli gnocchi al ragù, studio inglese, mi alleno al mattino e al pomeriggio, poi, alla sera torno a casa per dormire. Come capita a tutti, ci sono momenti in cui mi posso divertire di più e altri in cui devo lavorare sodo» [Pellizzari, Avvenire 25/3/2015].
• Tutti giorni studia inglese perché: «Le mie conferenze stampa sono comiche, sudo più lì che in gara!» [Fasola, Style 3/2016].
• Da piccolo «ho provato a giocare a pallone, ma non è andata bene. Io e il calcio eravamo due cose abbastanza diverse. Se non fossi diventato un pilota di moto, sarei comunque diventato uno sportivo, magari un pugile o un atleta di Kung-Fu. Devo ammettere che lavorare non mi piace molto» [Pellizzari, Avvenire 25/3/2015]. Tifa Milan.
• A scuola era un disastro, sin dall’asilo, quando chiedeva sempre di andare in bagno per poter schizzare i compagni con l’acqua, e poi «un giorno la maestra non mi mandò ma io dovevo davvero fare la pipì, glielo dissi quattro, cinque volte e niente. Allora me lo tiro fuori e piscio dentro la classe, per terra. Succede un casino… (…) Poi mia mamma è arrivata mi ha dato uno schiaffo, ma io le ho detto: “Tu hai sbagliato a darmi uno schiaffo, la maestra non mi mandava, me la stavo facendo nei pantaloni e se la facevo nei pantaloni poi tu mi menavi uguale”». Alle elementari faceva anche a botte: «Mio padre mi ha pure dovuto cambiare di scuola. All’uscita, facevo a botte. Ero avvantaggiato, facevo kung fu, però in cuor mio mi dispiaceva». E alle superiori andava male «però alla fine non sono mai stato bocciato. Mio fratello era da 7, io per imparare una roba dovevo leggerla 12 volte perché mentre la leggevo pensavo ai motorini, a truccare lo scooter sotto casa, a verniciarlo, a come dovevo farlo più figo. E comunque mi han cacciato anche dalla scuola privata. L’insegnante urlava: “Iannone, si dileguiiiiiiii”». [Motorcycle di Moreno Pisto, 66th2nd 2015].
• «Mai stato da uno psicologo. Se ci andassi, poi sarebbe lui ad aver bisogno di cure...».
• A Vasto ha un ristorante il Ventinove (è il suo numero in gara),: «Qualche piatto lo so anche cucinare: Carbonara, tortellini con la panna, gnocchi di patate al ragù. Ma il mio preferito in assoluto è la battuta di gamberi del mio ristorante» in tv guarda Masterchef ma anche tanti film: «I miei preferiti sono quelli coi boss mafiosi: gli episodi de Il padrino, le serie tv come Il capo dei capi, Gomorra e Romanzo Criminale. Mi piace capire com’erano le loro vite» [Fasola Style 3/2016].
• Dice di masturbarsi prima di ogni gare e tutte le sere prima di andare a letto. Dorme nudo: «Le mutande mi danno fastidio»
• A casa sua a Vasto Marina il bagno e la camera da letto sono separati da una vetrata. Premendo un tasto dal cellulare fa uscire una tv da un mobile: «Guarda la magia. La tv, se mi sposto al cesso, mi segue. Così se sto guardando una gara non devo nemmeno mettere in pausa. Ah, mi son scordato di dirti che ho pure lo sciacquone che si aziona automaticamente quando mi alzo». Ma nonostante questi comfort preferisce il Motorhome «insieme ai miei amici perché non mi piace stare da solo. Nemmeno essere in troppi, tre o quattro è il numero ideale. Sai quante volte cucino nel motorhome per tutti? Poi magari mettiamo il tavolo da poker nel capannone e giochiamo fino a mattina» [Pisto, cit].
• «Nessun dubbio, sono io il più rapper del paddock. Adoro l’hip hop. Chi era al Mugello dopo il mio podio se n’è accorto. Musica a palla nel box, gran divertimento, conclusione perfetta di una giornata fantastica» (Andrea Iannone).
• «Io piango quando perdo».