11 aprile 2013
Tags : Christof Innerhofer
Biografia di Christof Innerhofer
• Brunico (Bolzano) 17 dicembre 1984. Sciatore. Medaglia d’Oro in superG, d’argento in supercombinata e di bronzo in discesa libera ai Mondiali 2011. Primo successo in coppa del mondo il 28 dicembre 2008 nella discesa libera di Bormio, primo azzurro ad imporsi sullo Stelvio. È il secondo sciatore italiano, dopo Gustav Thöni (Trafoi, Stelvio, 28 febbraio 1951), ad aver conquistato vittorie in tre diverse specialità nella Coppa del Mondo (risultato raggiunto a Schladming nel 2012).
• «(...) Sciatore anomalo, con due vite parallele: da una parte l’atleta, dall’altra il rubacuori che semina sorrisi ammalianti e un’ironia leggera come esche succulente. (...) Polivalente (...) “(...) Se faccio troppa discesa mi viene voglia di slalom, o anche il contrario. Non potrei mai essere specialista di una disciplina: impazzirei” (...) Affascinato dall’economia: (...) “(...) È uno dei grandi motori del mondo, se capisci quella riesci a intravedere nel futuro. Puoi capire cosa comporterà l’avvento dell’energia fotovoltaica, per dire” (...)» (Fulvio Solms) [Csp 19/12/2008].
• Da bambino «ero un demonio e non avevo paura di nulla, né in bici né sugli sci. All’ospedale ero diventato famoso: incidenti e punti di sutura. Quando guarivo, ricominciavo... Un Gianburrasca? Sì, era più forte di me, non potevo restare seduto tranquillo. Capitava la stessa cosa a scuola, dove ero tra i migliori in matematica e discreto nelle altre materie. Anzi, a volte anche meno di discreto... Ma a un certo punto ho messo la testa a posto: non mi sono buttato in compagnie strane, non mi sono fatto condizionare. Sarebbe stato facile sbandare: le prime feste, le prime ragazze, l’ozio; e io non ero un santo» (Flavio Vanetti) [Set 11/1/2013].
• «(...) Dice di aver capito il senso della vita a 18 anni, “quando in estate sono andato a fare il muratore piastrellista. Vedevo i miei compagni divertirsi, giocare, io invece dovevo spaccarmi le mani portando secchielli di malta. Mi sono detto che era meglio continuare a sciare, cercare di diventare qualcuno sulla neve per evitare di fare questa vita” (...) Quando avevo 16 anni (...) ero piccolino. Frequentavo il liceo sportivo di Malles, dove mi sono diplomato in ragioneria, ma non andavo avanti. Pesavo 10 chili meno dei miei coetanei e nelle gare Fis prendevo 10 secondi. Ero stufo (...) Un giornale austriaco ha scritto che sono lo sciupafemmine dello sci. Non è vero, mi faccio un mazzo così per arrivare”. (...) È una persona determinata, che sa quello che vuole e per quali strade ottenerlo. La sua famiglia, che vive a Gais, piccolo centro a 5 km da Brunico all’inizio della valle Aurina, non naviga nell’oro. Papà Gottfried lavora in una carrozzeria (...) mamma Maria è operaia, la sorella Sabrina lavora in un centro di bellezza. “Se ho cominciato a sciare lo devo alla passione dei miei genitori. Mio padre era bravo sullo slittino su pista naturale, ma ha dovuto smettere per lavorare, mia madre per un bel periodo ha lavorato in un panificio della tre della notte alle sette del mattino per poter portarmi a sciare ed allevarmi. Se penso ai loro sacrifici, non posso non fare le mie cose seriamente” (...)» (pa.m.) [Gds 29/12/2008].
• «(...) Piccolino, magro, quasi striminzito: “Ero così perché sono nato di sette mesi (...) Mia madre mi racconta sempre di quei primi giorni di paura dopo il parto, i medici dissero che avevo solo il 90% delle possibilità di sopravvivere”. Messo sugli sci a tre anni, ha dimostrato subito un certo talento, ma restava piccoletto. “Mi è capitato di vincere qualche gara ma sul podio il secondo, pur stando sul gradino più basso, era alto come me...”. A 17 anni era ancora più piccolo degli altri e voleva smettere, ma i suoi gli ripetevano: “Abbi pazienza, riuscirai a essere come gli altri o meglio degli altri”. All’improvviso è cresciuto di 12 centimetri. Ed è diventato migliore degli altri» (Alessia Cruciani) [SportWeek 27/4/2013].
• È attento alla cura del corpo: «Sono solo uno un po’ pignolo nella cura del corpo, ma ai photo shooting a petto nudo mica potevo arrivare peloso come un orso. Di creme non ne uso, il barbiere è il solito da anni. Sta a Brunico, vado da lui prima di ogni trasferta lunga: con i capelli lunghi non mi sento a mio agio» (a Luca Castaldini) [SportWeek 2/2/2013].
• Lavora anche come modello: «Iniziai per caso, tre o quattro anni fa, quando un amico di Brunico proprietario di un negozio di abbigliamento mi chiese di fargli da modello per alcune foto. Misi quegli scatti su Facebook e sul sito e da lì la ruota ha iniziato a girare. Prima è arrivato Tezenis, poi Armani... Così oggi c’è l’Innerhofer sciatore e, ma non dovrei dirlo io forse, c’è il modello» [Castaldini, cit.].
• Fidanzato con Martina, giornalista di Bolzano: «(...) Sono cresciuto e ho messo la testa a posto. Insomma, ho superato la fase in cui dovevo memorizzare sul cellulare una ragazza con il nome della sua città. (...) Prima delle gare non ho mai fatto lo stupido: potevi mettermi in camera una bionda, una mora e una rossa e io le avrei mandate via. (...) Però subito dopo andava diversamente» [Castaldini, cit.].
• Durante i Mondiali di Garmisch del 2011 i tedeschi lo soprannominarono “Winnerhofer” (Daniela Cotto) [Sta 4/2/2013].
• Quando va in trasferta porta con sé un rosario: «Lo indosso sotto la maglietta quando viaggio o mi alleno. Quando sono in gara, invece, lo lascio ai miei allenatori al cancelletto di partenza. (…) Vado a Messa quando riesco. Ma secondo me non è questo che caratterizza il tuo rapporto con la fede. L’importante è credere con la testa» [Cotto, cit.].
• Ama le montagne, le passeggiate e andare per funghi: «Ho due record: 28 chili raccolti da solo, 93 in quattro» [Vanetti, cit.].