Rassegna, 10 aprile 2013
Il M5s occupa le Camere
• Per protestare contro la mancata formazione delle commissioni, quelli del M5s ieri sera hanno occupato le Camere. Senatori e deputati grillini, con le apparecchiature per la diretta streaming, si sono intrattenuti in aula dopo il termine della seduta fino alla mezzanotte «per leggere la Costituzione e i regolamenti parlamentari». L’occupazione degli scranni, però, ha provocato un comunicato congiunto dei presidenti Grasso e Boldrini: «Le aule Parlamentari sono il luogo del confronto democratico e della trasparenza. E il dialogo è sempre più utile del monologo, anche quando l’oggetto della declamazione solitaria è la Carta fondamentale della nostra Repubblica». [Martirano, Cds]
• «Eppure Vito Crimi, per perorare l’insediamento delle commissioni prima ancora del governo – citando i precedenti del ’53, del ’76, del ’79 e del ’92 – ha preso ispirazione proprio dalla vecchia politica. Quella della prima Repubblica, di scuola comunista. Quando Crimi ha teorizzato che “i gruppi appena costituiti debbono” comunque “segnalare alla Presidenza le proposte per la ripartizione dei parlamentari tra le varie commissioni”, ripercorre nientemeno che il discorso tenuto il 26 giugno 1979 alla Camera dal capogruppo del Pci, Alessandro Natta». [Martirano, Cds]
• Inizia così il racconto della serata di occupazione grillina fatto da Roncone sul Cds: «La scena che dovete provare a immaginarvi è fuori, in Transatlantico. Sono le 20.30 e arriva Rocco Casalino (ex indimenticabile concorrente del Grande Fratello e ora uno dei responsabili della comunicazione del M5S). È nervosissimo. È qui che si guarda intorno, sbuffa, gambe larghe e mani sui fianchi. C’è il solito commesso paziente. “Ha bisogno di qualcosa?”. E lui: “No, scusi, mi faccia capire: ma davvero tutte queste luci restano accese per colpa nostra? No no... accidenti... mi faccia capire bene...”. Il commesso, con una gentilezza da lettera d’encomio, spiega che sì, certo, gli enormi lampadari con cinquanta lampadine e i meravigliosi candelabri, le plafoniere in stile liberty e le luci al neon della sala stampa e poi tutta la sparata gialla che riverbera nella notte romana fin sotto l’orologio della facciata esterna, sì, è proprio così, signor Casalino: tutto resterà acceso per voi, per illuminare la vostra protesta. Lui si volta con le labbra sottili che gli tremano. Tira su con il naso, scuote la testa. “E lei? Cos’ha da guardare con quella faccia?”. Pagheremo noi. “Ma che significa?”. Significa che è uno spreco. E lo pagheranno i cittadini. “E la nostra protesta, allora? Non conta niente?”. Siete arrivati qui per battervi contro gli sprechi. Ma sprecate anche voi. “Sa perché stiamo protestando? Perché senza commissioni permanenti, i deputati non possono iniziare a lavorare e, ogni giorno, cinquecentomila euro se ne vanno in fumo!”».