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 2013  aprile 11 Giovedì calendario

Addio a Robert Edwards, papà dei bimbi in provetta

• È morto ieri all’età di 87 anni lo scienziato americano Robert Edwards, inventore della fecondazione in vitro e premio Nobel per la Medicina. La prima bambina in provetta al mondo, Louise Joy Brown, nacque alle 23.47 del 25 luglio 1978 al Royal Oldham Hospital di Manchester, del tutto sana e con un peso di circa tre chili. Gallo sulla Sta: «Grandi occhiali, ciuffo di capelli bianchi, non era facile oggi riconoscere in lui quel giovane con la mascherina che tiene tra le mani il fagottino con Louise e sorride con gli occhi, per sempre immortalato in una foto simbolo. Da allora oltre quattro milioni di bambini sono nati con il suo metodo. Edwards aveva cominciato il suo lavoro sulla fertilizzazione nel 1955. Nel 1968 ottenne, con l’aiuto di Steptoe, il primo ovulo fertilizzato. Nel 1978 nacque Louise. I due fondarono insieme la Bourn Hall Clinic a Cambridge. Nel 1988 il collega ginecologo, che era del ’13, morì. Nel 2010 vinse il premio Nobel “per lo sviluppo della fertilizzazione in vitro” ma non andò a ritirarlo perché era già molto malato. L’anno dopo gli fu conferito il cavalierato “per la biologia riproduttiva umana”. Padre di sei figli, era convinto che la procreazione fosse un diritto: “Ho visto – disse – come l’infertilità provoca nelle persone una grande e durevole tristezza. Credo che la gente abbia diritto di beneficiare delle tecniche mediche quando possibile. Avere un figlio è la cosa più importante nella vita”».

• «Rappresentava un tipo di ricercatore molto originale, un po’ scienziato e un po’ medico, operante in quella Cambridge che ha visto il realizzarsi di tanti miracoli per tutto il secolo scorso. E un miracolo è stata la sua tecnica, un miracolo di coraggio e di affidabilità, che ha proiettato negli anni la sua luce liberatoria. In sé la tecnica è semplice. Si prendono delle cellule-uovo della futura mamma e si fecondano in provetta con gli spermatozoi di chi dovrà essere il padre; si tengono queste cellule di uovo fecondate qualche giorno in provetta e poi si impianta quello che nel frattempo è diventato un piccolo embrione nell’utero della futura mamma. Oggi è divenuta una pratica così comune che si fa fatica a rendersi conto della sua portata rivoluzionaria». [Boncinelli, Cds]