10 aprile 2013
Tags : Erik Gandini
Biografia di Erik Gandini
GANDINI Erik Bergamo 14 agosto 1967. Regista. Sua opera più nota Videocracy (presentata nel 2009 al festival di Venezia, la Rai si rifiutò di trasmetterne il trailer con la motivazione che avrebbe violato la par-condicio) • «(...) vive in Svezia da quando ha 18 anni. Ha (...) realizzato documentari passati a festival internazionali: sull’assedio di Sarajevo (nel 1994), su Che Guevara (nel 1998), sul consumismo (Surplus, in cui la voce narrante è dell’intellettuale anarchico John Zerzan, considerato - ma lui nega - un ideologo dei black-block); (...) un film diretto a 4 mani con Tarik Saleh, Gitmo, sui metodi adottati a Guantanamo. Gandini è quindi un cineasta radicale, attento a temi sociali (...) Videocracy inizia con (...) le primissime trasmissioni, ancora a livello poco più che condominiale, di quella che sarebbe diventata la rete ammiraglia dell’impero Fininvest, poi Mediaset. Si vedono alcuni tizi seduti in uno studio che sembra un bar (ma forse è un bar che sembra uno studio), che rispondono a telefonate di spettatori invitati a risolvere quiz di sport e varia attualità. Ogni volta che viene fornita una risposta esatta, una tipa di desolante normalità (non una spogliarellista, ma una vera casalinga disperata: la nonna delle veline) si dimena e si toglie un capo di abbigliamento. (...) L’unico momento cinematograficamente forte di Videocracy è un’intervista a Lele Mora nella quale il noto agente di personaggi televisivi, dopo aver paragonato Berlusconi a Mussolini a tutto vantaggio di quest’ultimo, si dichiara “mussoliniano” e mostra alla telecamera il display del suo telefonino sul quale, al suono di Faccetta nera, appaiono svastiche, croci celtiche e orrori del ’900 assortiti. E dietro tutto ciò, il volto di Mora, sorridente e pacioso. Ecco, quello è un momento in cui si ha la sensazione di guardare negli occhi il Male, un Male tanto più pericoloso in quanto ridicolo e apparentemente innocuo. Sono cose che sapevamo, ma che è utile ripassare. In Svezia, penseranno che l’Italia è un manicomio in cui i pazzi hanno preso il potere, e forse andranno in ferie altrove. A voler censurare Gandini dovrebbero essere gli albergatori, non la Rai» (Alberto Crespi, “l’Unità” 28/8/2009).