Io Donna, sabato 30 ottobre 2010, 9 aprile 2013
Tags : Ondina Valla
Appunti su Ondina Valla
Io Donna, sabato 30 ottobre 2010
Crapa Pelada Crapa Pelada la fà i turnei/ghe ne dà minga ai sò fradei/I sò fradei fan la fritada,/ghe ne dan minga a Crapa Pelada/Oh! Oh! Oh! Oh! (canzone in voga negli anni Trenta poi proibita dal regime fascista).
Trebisonda Ondina Valla, vero nome Trebisonda, scelto dal padre dopo quattro figli maschi in onore della città turca che possedeva «tutte le meraviglie di cui una figlia deve esser capace». «Poi i napoletani sbagliarono a scrivere e mi affibbiarono Trebitonda, da lì Tondina che divenne Ondina».
Berlino Berlino, 6 agosto 1936, cinque e mezzo di pomeriggio: sei atlete si devono battere per la finale olimpica degli 80 metri a ostacoli. Le tedesche Anni Steuer e Doris Eckert, Ondina Valla e Claudia Testoni, la canadese Elizabeth Taylor e l’olandese Catharina Braake.
Rivale La rivale Claudia Testoni, più vecchia di sei mesi, bolognese come lei, stessa città e stessa scuola superiore (la «Regina Margherita»), 98 sfide (60-33 per la Valla con cinque gare finite ex-aequo).
Amori La Testoni, lasciata il giorno prima dallo sprinter Gianni Caldana. La Valla, innamorata di un medico giornalista partito volontario per l’Africa (e poi rimasto ucciso).
Finale Al via Ondina parte male ma ai 50 metri è in linea con le prime. «Passo la tedesca, la Steuer mi pare, o la Eckert, non mi ricordo. Comunque è tedesca, e io la passo di fronte al suo pubblico, la sua gente che la incita. Mi ricordo, questo sì, di averlo fatto bene. La supero tra il penultimo e l’ultimo ostacolo. Tutto lo stadio balza in piedi attratto dalla gara. E infine il tuffo sul benedetto filo si lana. Siamo in quattro, adesso. Siamo quattro concorrenti che piombano praticamente insieme sul traguardo». I giudici ci mettono 30 minuti per decidere di darle l’oro. Le altre tre sono accreditate del suo stesso tempo, 11’’7. Ma Claudia Testoni, quarta, la rimprovera: «Hai vinto solo perché hai più petto».
Gazzetta «Il tricolore d’Italia sul più alto pennone dello Stadio per la vittoria di Ondina Valla negli 80 metri ostacoli» (il titolo della Gazzetta dello Sport il giorno dopo la gara).
Premi Il premio per la vittoria: 5000 lire e una foto con Mussolini.
Primato «Sono stata la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Non ho segnato record mondiali, ma questo primato non me lo toglie nessuno. Sono stata la prima, e resterò la prima. Per tutta la vita».
Nave Ondina, che non partecipò ai Giochi di Los Angeles nel 1932 perché sarebbe stata l’unica donna su una nave di soli uomini.
Fine Carriera finita a soli 24 anni per una spondilosi vertebrale, dopo aver collezionato medaglie in molte specialità: 60 e 100 metri, staffetta, salto in alto, pentathlon.
Quercia «A una cosa penso spesso: alla quercia che mi diedero a Berlino. La davano a tutti i vincitori, così piccola che stava dentro un vasetto. L’ho piantata allo stadio di Bologna, quando si chiamava ancora Littoriale. Ogni tanto andavo a vederla. Ho smesso. Preferisco immaginarla» (Ondina Valla a 82 anni).
Numeri «Ero sicura di vincere, anche e soprattutto per il numero che mi avevano dato, il 343: il totale fa dieci, via lo zero rimane l’uno».
Crapa Pelada Crapa Pelada la fà i turnei/ghe ne dà minga ai sò fradei/I sò fradei fan la fritada,/ghe ne dan minga a Crapa Pelada/Oh! Oh! Oh! Oh! (canzone in voga negli anni Trenta poi proibita dal regime fascista).
Trebisonda Ondina Valla, vero nome Trebisonda, scelto dal padre dopo quattro figli maschi in onore della città turca che possedeva «tutte le meraviglie di cui una figlia deve esser capace». «Poi i napoletani sbagliarono a scrivere e mi affibbiarono Trebitonda, da lì Tondina che divenne Ondina».
Berlino Berlino, 6 agosto 1936, cinque e mezzo di pomeriggio: sei atlete si devono battere per la finale olimpica degli 80 metri a ostacoli. Le tedesche Anni Steuer e Doris Eckert, Ondina Valla e Claudia Testoni, la canadese Elizabeth Taylor e l’olandese Catharina Braake.
Rivale La rivale Claudia Testoni, più vecchia di sei mesi, bolognese come lei, stessa città e stessa scuola superiore (la «Regina Margherita»), 98 sfide (60-33 per la Valla con cinque gare finite ex-aequo).
Amori La Testoni, lasciata il giorno prima dallo sprinter Gianni Caldana. La Valla, innamorata di un medico giornalista partito volontario per l’Africa (e poi rimasto ucciso).
Finale Al via Ondina parte male ma ai 50 metri è in linea con le prime. «Passo la tedesca, la Steuer mi pare, o la Eckert, non mi ricordo. Comunque è tedesca, e io la passo di fronte al suo pubblico, la sua gente che la incita. Mi ricordo, questo sì, di averlo fatto bene. La supero tra il penultimo e l’ultimo ostacolo. Tutto lo stadio balza in piedi attratto dalla gara. E infine il tuffo sul benedetto filo si lana. Siamo in quattro, adesso. Siamo quattro concorrenti che piombano praticamente insieme sul traguardo». I giudici ci mettono 30 minuti per decidere di darle l’oro. Le altre tre sono accreditate del suo stesso tempo, 11’’7. Ma Claudia Testoni, quarta, la rimprovera: «Hai vinto solo perché hai più petto».
Gazzetta «Il tricolore d’Italia sul più alto pennone dello Stadio per la vittoria di Ondina Valla negli 80 metri ostacoli» (il titolo della Gazzetta dello Sport il giorno dopo la gara).
Premi Il premio per la vittoria: 5000 lire e una foto con Mussolini.
Primato «Sono stata la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi. Non ho segnato record mondiali, ma questo primato non me lo toglie nessuno. Sono stata la prima, e resterò la prima. Per tutta la vita».
Nave Ondina, che non partecipò ai Giochi di Los Angeles nel 1932 perché sarebbe stata l’unica donna su una nave di soli uomini.
Fine Carriera finita a soli 24 anni per una spondilosi vertebrale, dopo aver collezionato medaglie in molte specialità: 60 e 100 metri, staffetta, salto in alto, pentathlon.
Quercia «A una cosa penso spesso: alla quercia che mi diedero a Berlino. La davano a tutti i vincitori, così piccola che stava dentro un vasetto. L’ho piantata allo stadio di Bologna, quando si chiamava ancora Littoriale. Ogni tanto andavo a vederla. Ho smesso. Preferisco immaginarla» (Ondina Valla a 82 anni).
Numeri «Ero sicura di vincere, anche e soprattutto per il numero che mi avevano dato, il 343: il totale fa dieci, via lo zero rimane l’uno».
Lucrezia Dell’Arti