Rassegna, 9 aprile 2013
Napolitano invoca le larghe intese
• Giorgio Napolitano approfitta del ventennale della morte del dirigente del Pci Gerardo Chiaromonte per lanciare un messaggio a Pd e Pdl. Il presidente della Repubblica tira in ballo il compromesso storico e dice: «Ci volle coraggio, in quella scelta inedita di larga intesa...». E poi basta, quasi esplode Napolitano, con i sepolcri imbiancati: «Certe campagne che si vorrebbero moralizzatrici in realtà si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica». Molto probabile che si riferisca ai Cinque Stelle, che proprio stasera mandano in scena una simbolica occupazione del Parlamento (vedi sotto).
• Scrive Magri sulla Sta: «Di sicuro, il richiamo al ’76 fa tornare alla memoria la trovata politica di allora, passata alla storia come il governo della “non-sfiducia” perché si trattava di un monocolore democristiano guidato da Andreotti che galleggiava su una sorta di apparente vuoto, l’astensione congiunta di Pci, Psi, Psdi e Pri. Altri momenti (l’inflazione a due cifre, il terrorismo) e altri protagonisti (Berlinguer, Moro, La Malfa), si capisce. Ma sembra quasi che Napolitano suggerisca di imboccare la stessa via, magari un governo Bersani sorretto dall’astensione di Berlusconi e di Grillo, o del primo tra i due. Così perlomeno tutti hanno inteso».
• Quando nel ’78 la pagina della solidarietà nazionale si chiuse, e il Pci passò all’opposizione, Napolitano (contrario) e Chiaromonte (favorevole) si trovarono su posizioni differenti. Fu l’unica volta, dopo decenni di sintonia cementati anche dalla comune volontà di non «smarrire mai il filo unitario nei confronti dei socialisti». La rottura delle larghe intese fu un errore, è il giudizio allora come ora del capo dello Stato. [Rosso, Rep]