IlPost.it, lunedì 8 aprile 2013, 8 aprile 2013
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Una vita da Margaret Thatcher (articolo dell’8/8/2013)
IlPost.it, lunedì 8 aprile 2013
Margaret Thatcher, primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, prima donna a guidare il governo britannico, eletta per tre volte con il partito conservatore (1979, 1983, 1987), è morta oggi, lunedì 8 aprile, a 87 anni, a causa di un ictus. La notizia della morte della Thatcher è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo, ed è stata immediatamente commentata dal primo ministro britannico, David Cameron, e dalla regina Elisabetta, che hanno entrambi espresso tristezza per la notizia.
Oltre a essere stata primo ministro britannico per 11 anni consecutivi, Margaret Thatcher è stata una figura molto discussa nel Regno Unito, forse quella che più ha diviso il paese negli ultimi trent’anni. Contestatissima soprattutto per le sue politiche economiche liberiste, è stata anche molto apprezzata per la sua fermezza nel guidare il paese. Su di lei hanno scritto libri e canzoni, e hanno fatto diversi film.
Gli anni giovanili di Margaret Thatcher
Margaret Hilda Roberts nacque il 13 ottobre 1925 a Grantham, una cittadina della contea di Lincolnshire, in Inghilterra. Studiò alla Oxford University e diventò una ricercatrice chimica, ma nel 1954 iniziò a praticare al professione di avvocato. Fin dagli anni dell’università iniziò a occuparsi di politica, diventando la terza presidente donna della Oxford University Conservative Association, un’associazione studentesca conservatrice.
Una delle persone che più influenzò il suo pensiero politico, come lei stessa disse, fu il padre, un predicatore metodista laico che fu anche consigliere comunale: «Devo quasi tutto a mio padre, davvero. Mi ha portato a credere a tutte le cose a cui io ora credo». Sulla madre, al contrario, Thatcher disse cose molto diverse: «Amavo molto mia madre, ma già a 15 anni non avevamo più niente da dirci. Non è stata colpa sua. Lei stava sempre in casa». Una volta terminati gli studi decise di trasferirsi a Dartford, nel Kent, per partecipare più attivamente alla vita politica del partito conservatore britannico. Fu proprio durante questo periodo che conobbe Denis Thatcher, ricco uomo d’affari che nel 1951 divenne suo marito e dal quale ebbe due gemelli.
La politica a Dartford
Nel 1950 e 1951 si candidò con il partito conservatore per un seggio a Dartford: anche se venne sconfitta dai laburisti in entrambe le occasioni, divenne piuttosto popolare nel Regno Unito per essere il candidato più giovane mai presentato dal partito conservatore. Nel 1959 fu eletta per la prima volta alla Camera dei Comuni, nel collegio di Finchley, a nord di Londra, e nel 1970 divenne ministro dell’Istruzione del governo di Edward Health. Anni dopo Thatcher spiegò come quell’esperienza fu per lei un’importantissima lezione politica: incaricata di effettuare molti tagli nel campo dell’Istruzione, fu costretta ad abolire il latte gratuito nelle scuole per i bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, decisione che le costò il soprannome “Thatcher, la ladra di latte”. Più tardi, in merito a quell’episodio, scrisse: «Ho imparato una lezione preziosa. Ho ottenuto il massimo odio politico per un beneficio politico minimo».
Nel 1975 sfidò il leader uscente del partito conservatore e vinse il congresso. Nel 1976 venne soprannominata “lady di Ferro” da un giornale russo, e da allora la sua figura venne associata a quell’espressione: in realtà quindi “Lady di Ferro” non si riferiva alle politiche dure e all’atteggiamento decisionista che la Thatcher adottò da primo ministro; il soprannome le venne affibbiato dopo un discorso molto severo contro l’Unione Sovietica, e dopo essersi presentata all’allora presidente russo Breznev così: «Buongiorno. Io odio il comunismo. Però se a lei piace può tenerselo, purché resti dentro i confini del suo paese». Sembra che alla Thatcher il soprannome “Lady di Ferro” non dispiacesse affatto.
La prima elezione a primo ministro
Nel 1979, sfruttando un forte calo di popolarità dell’allora governo laburista guidato da James Callaghan, che aveva grandi difficoltà a gestire l’economia del paese, il partito conservatore riuscì a vincere le elezioni, e Thatcher diventò primo ministro. Già dal suo primo mandato, Thatcher individuò come obiettivo più importante del suo governo rimettere a posto le finanze britanniche, riducendo il ruolo dello stato e rinforzando il libero mercato. I suoi anni sono ricordati ancora oggi come quelli della sfida ai sindacati e di un radicale taglio alle spese (pur rinunciando però al taglio delle tasse, e anzi alzandole). In questi anni emerse tutta la fermezza politica di Margaret Thatcher: nonostante fosse soggetta a moltissime critiche, provenienti sia dai laburisti che dai conservatori, si rifiutò sempre di modificare le sue politiche e di fare passi indietro anche su posizioni molto impopolari.
Nel 1981 il suo gradimento scese al 25 per cento, il più basso mai registrato per un primo ministro fino a quel momento. Nel 1982, grazie a una parziale ripresa dell’economia del paese, la sua popolarità iniziò a salire. In particolare fu la sua decisione di intervenire militarmente nelle isole Falkland/Malvinas a conquistare un ampio gradimento nel Regno Unito: la giunta militare argentina aveva invaso le isole, di sovranità britannica ma rivendicate dal governo di Buenos Aires, e la Thatcher rispose inviando una forza navale che riuscì a riconquistare le isole.
Gli anni Ottanta, gli amici e i nemici
Durante gli anni Ottanta la Thatcher trovò in Ronald Reagan, l’allora presidente repubblicano degli Stati Uniti, un grande sostenitore delle politiche economiche liberiste. Dell’amicizia tra i due si parlò molto nel corso degli anni. Thatcher sviluppò un rapporto particolare, di vicinanza politica, anche con Mikhail Gorbacev, il presidente riformista dell’Unione Sovietica. Su di lui Margaret Thatcher disse: «Possiamo fare affari insieme». In Gran Bretagna, tuttavia, la sua figura continuò a suscitare sentimenti opposti. Nel 1988 Elvis Costello cantò al Late Show della BBC2 “To Tramp the Dirt Down”, il cui testo diceva: “Lei non ha anima”, “brucerà all’inferno”. Oltre a Costello, furono molti gli artisti che dedicarono almeno una canzone alla morte della Thatcher, tra cui Mogway, Pete Wylie e Morrissey.
Secondo molti, il suo definitivo declino politico iniziò a causa delle discussioni sull’Europa, una questione tradizionalmente molto spinosa della politica britannica. In una delle sue frasi più celebri, pronunciata di ritorno da un vertice europeo a Roma, Margaret Thatcher attaccò duramente i suoi omologhi europei, opponendosi a qualsiasi tentativo di aumentare il potere della Comunità Europea. Disse: «Il presidente della Commissione, il signor Delors, ha detto a una conferenza stampa l’altro giorno di volere che il Parlamento Europeo sia l’organo democratico della Comunità, che la Commissione sia l’organo esecutivo e che il Consiglio dei ministri sia il Senato. No. No. No». La sua netta opposizione a qualsiasi progetto in senso europeista finì per spaccare anche lo stesso partito conservatore: nel 1989 il ministro dell’Economia del suo governo si dimise, e l’anno seguente fu la volta del ministro degli Esteri nonché vice primo ministro, Geoffrey Howe.
Il 20 novembre 1990 si tennero le elezioni per la carica di leader del partito conservatore e Margaret Thatcher, inaspettatamente, non raggiunse la maggioranza richiesta per vincere al primo turno per soli 4 voti. Dopo essersi consultata con i vertici del suo partito decise di dimettersi e di sostenere la candidatura del nuovo ministro dell’Economia, John Major, che alle elezioni successive vinse e diventò il nuovo primo ministro. Nessuno era stato così tanto al governo del Regno Unito quanto lei; era stata la prima donna a fare il primo ministro del Regno Unito, fino a questo momento lo è rimasta.
Margaret Thatcher, primo ministro del Regno Unito dal 1979 al 1990, prima donna a guidare il governo britannico, eletta per tre volte con il partito conservatore (1979, 1983, 1987), è morta oggi, lunedì 8 aprile, a 87 anni, a causa di un ictus. La notizia della morte della Thatcher è stata ripresa dai giornali di tutto il mondo, ed è stata immediatamente commentata dal primo ministro britannico, David Cameron, e dalla regina Elisabetta, che hanno entrambi espresso tristezza per la notizia.
Oltre a essere stata primo ministro britannico per 11 anni consecutivi, Margaret Thatcher è stata una figura molto discussa nel Regno Unito, forse quella che più ha diviso il paese negli ultimi trent’anni. Contestatissima soprattutto per le sue politiche economiche liberiste, è stata anche molto apprezzata per la sua fermezza nel guidare il paese. Su di lei hanno scritto libri e canzoni, e hanno fatto diversi film.
Gli anni giovanili di Margaret Thatcher
Margaret Hilda Roberts nacque il 13 ottobre 1925 a Grantham, una cittadina della contea di Lincolnshire, in Inghilterra. Studiò alla Oxford University e diventò una ricercatrice chimica, ma nel 1954 iniziò a praticare al professione di avvocato. Fin dagli anni dell’università iniziò a occuparsi di politica, diventando la terza presidente donna della Oxford University Conservative Association, un’associazione studentesca conservatrice.
Una delle persone che più influenzò il suo pensiero politico, come lei stessa disse, fu il padre, un predicatore metodista laico che fu anche consigliere comunale: «Devo quasi tutto a mio padre, davvero. Mi ha portato a credere a tutte le cose a cui io ora credo». Sulla madre, al contrario, Thatcher disse cose molto diverse: «Amavo molto mia madre, ma già a 15 anni non avevamo più niente da dirci. Non è stata colpa sua. Lei stava sempre in casa». Una volta terminati gli studi decise di trasferirsi a Dartford, nel Kent, per partecipare più attivamente alla vita politica del partito conservatore britannico. Fu proprio durante questo periodo che conobbe Denis Thatcher, ricco uomo d’affari che nel 1951 divenne suo marito e dal quale ebbe due gemelli.
La politica a Dartford
Nel 1950 e 1951 si candidò con il partito conservatore per un seggio a Dartford: anche se venne sconfitta dai laburisti in entrambe le occasioni, divenne piuttosto popolare nel Regno Unito per essere il candidato più giovane mai presentato dal partito conservatore. Nel 1959 fu eletta per la prima volta alla Camera dei Comuni, nel collegio di Finchley, a nord di Londra, e nel 1970 divenne ministro dell’Istruzione del governo di Edward Health. Anni dopo Thatcher spiegò come quell’esperienza fu per lei un’importantissima lezione politica: incaricata di effettuare molti tagli nel campo dell’Istruzione, fu costretta ad abolire il latte gratuito nelle scuole per i bambini di età compresa tra i 7 e gli 11 anni, decisione che le costò il soprannome “Thatcher, la ladra di latte”. Più tardi, in merito a quell’episodio, scrisse: «Ho imparato una lezione preziosa. Ho ottenuto il massimo odio politico per un beneficio politico minimo».
Nel 1975 sfidò il leader uscente del partito conservatore e vinse il congresso. Nel 1976 venne soprannominata “lady di Ferro” da un giornale russo, e da allora la sua figura venne associata a quell’espressione: in realtà quindi “Lady di Ferro” non si riferiva alle politiche dure e all’atteggiamento decisionista che la Thatcher adottò da primo ministro; il soprannome le venne affibbiato dopo un discorso molto severo contro l’Unione Sovietica, e dopo essersi presentata all’allora presidente russo Breznev così: «Buongiorno. Io odio il comunismo. Però se a lei piace può tenerselo, purché resti dentro i confini del suo paese». Sembra che alla Thatcher il soprannome “Lady di Ferro” non dispiacesse affatto.
La prima elezione a primo ministro
Nel 1979, sfruttando un forte calo di popolarità dell’allora governo laburista guidato da James Callaghan, che aveva grandi difficoltà a gestire l’economia del paese, il partito conservatore riuscì a vincere le elezioni, e Thatcher diventò primo ministro. Già dal suo primo mandato, Thatcher individuò come obiettivo più importante del suo governo rimettere a posto le finanze britanniche, riducendo il ruolo dello stato e rinforzando il libero mercato. I suoi anni sono ricordati ancora oggi come quelli della sfida ai sindacati e di un radicale taglio alle spese (pur rinunciando però al taglio delle tasse, e anzi alzandole). In questi anni emerse tutta la fermezza politica di Margaret Thatcher: nonostante fosse soggetta a moltissime critiche, provenienti sia dai laburisti che dai conservatori, si rifiutò sempre di modificare le sue politiche e di fare passi indietro anche su posizioni molto impopolari.
Nel 1981 il suo gradimento scese al 25 per cento, il più basso mai registrato per un primo ministro fino a quel momento. Nel 1982, grazie a una parziale ripresa dell’economia del paese, la sua popolarità iniziò a salire. In particolare fu la sua decisione di intervenire militarmente nelle isole Falkland/Malvinas a conquistare un ampio gradimento nel Regno Unito: la giunta militare argentina aveva invaso le isole, di sovranità britannica ma rivendicate dal governo di Buenos Aires, e la Thatcher rispose inviando una forza navale che riuscì a riconquistare le isole.
Gli anni Ottanta, gli amici e i nemici
Durante gli anni Ottanta la Thatcher trovò in Ronald Reagan, l’allora presidente repubblicano degli Stati Uniti, un grande sostenitore delle politiche economiche liberiste. Dell’amicizia tra i due si parlò molto nel corso degli anni. Thatcher sviluppò un rapporto particolare, di vicinanza politica, anche con Mikhail Gorbacev, il presidente riformista dell’Unione Sovietica. Su di lui Margaret Thatcher disse: «Possiamo fare affari insieme». In Gran Bretagna, tuttavia, la sua figura continuò a suscitare sentimenti opposti. Nel 1988 Elvis Costello cantò al Late Show della BBC2 “To Tramp the Dirt Down”, il cui testo diceva: “Lei non ha anima”, “brucerà all’inferno”. Oltre a Costello, furono molti gli artisti che dedicarono almeno una canzone alla morte della Thatcher, tra cui Mogway, Pete Wylie e Morrissey.
Secondo molti, il suo definitivo declino politico iniziò a causa delle discussioni sull’Europa, una questione tradizionalmente molto spinosa della politica britannica. In una delle sue frasi più celebri, pronunciata di ritorno da un vertice europeo a Roma, Margaret Thatcher attaccò duramente i suoi omologhi europei, opponendosi a qualsiasi tentativo di aumentare il potere della Comunità Europea. Disse: «Il presidente della Commissione, il signor Delors, ha detto a una conferenza stampa l’altro giorno di volere che il Parlamento Europeo sia l’organo democratico della Comunità, che la Commissione sia l’organo esecutivo e che il Consiglio dei ministri sia il Senato. No. No. No». La sua netta opposizione a qualsiasi progetto in senso europeista finì per spaccare anche lo stesso partito conservatore: nel 1989 il ministro dell’Economia del suo governo si dimise, e l’anno seguente fu la volta del ministro degli Esteri nonché vice primo ministro, Geoffrey Howe.
Il 20 novembre 1990 si tennero le elezioni per la carica di leader del partito conservatore e Margaret Thatcher, inaspettatamente, non raggiunse la maggioranza richiesta per vincere al primo turno per soli 4 voti. Dopo essersi consultata con i vertici del suo partito decise di dimettersi e di sostenere la candidatura del nuovo ministro dell’Economia, John Major, che alle elezioni successive vinse e diventò il nuovo primo ministro. Nessuno era stato così tanto al governo del Regno Unito quanto lei; era stata la prima donna a fare il primo ministro del Regno Unito, fino a questo momento lo è rimasta.