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 2013  aprile 06 Sabato calendario

Biografia di Donato Lamorte

• Rionero in Vulture (Potenza) 1 marzo 1931 - Roma 21 agosto 2014. Politico. Eletto alla Camera nel 2001, 2006, 2008 (An, Pdl). Nel 2010 ha lasciato il Pdl ed è passato a Fli. Dal ’93 capo della segreteria politica di Gianfranco Fini, dal 2009 responsabile della Fondazione che gestisce memoria (la Fiamma) e beni (un patrimonio di 3-400 milioni di euro) della destra italiana affluita nel Pdl.
• «Personaggio poco noto al grande pubblico perché “non sono un politico di professione, per 35 anni ho lavorato in una società dedicando tutto il tempo libero al partito”, Lamorte è approdato solo nel 2001 alla Camera, lasciando (e mai del tutto) le polverose stanze prima del Msi e poi di An dove per tutti era ed è tuttora un’autorità, un punto fermo, l’uomo di massima fiducia del Grande Capo che non a caso gli ha affidato non solo la memoria, ma l’assicurazione sulla vita di An. Che, tradotto, significa: il marchio del partito, centinaia di sedi delle federazioni, appartamenti, terreni, nonché i finanziamenti pubblici elettorali dal 2006 al 2011 e quelli futuri nella misura del 25% di quanto verrà attribuito al Pdl. Tutto questo, fino al 2013. Poi si vedrà. Perché mettere in mano l’intero tesoro a lui (che divide i compiti con l’amministratore Pontone)? Magari perché Lamorte, già fedelissimo di Almirante, fu quello che per primo nominò lo stesso Fini commissario di una sezione, la Nomentano Italia. Perché “fui io, nei bui anni del terrorismo, il primo ad arrivare a Primavalle mentre bruciavano i corpi dei fratelli Mattei, io che chiudevo tutte le bare dei nostri ragazzi uccisi” (…) Giura di aver “apprezzato molte delle realizzazioni del fascismo, ma fascista non sono stato mai: anzi, per colpa degli uomini che fecero il fascismo, allora sarei finito al confino” (…) Racconta la sua commozione quella volta che Fini lo mandò a comprare un mazzo di fiori e senza dirgli nulla lo portò alle Fosse Ardeatine: “Per tutti e due fu la prima volta. (…)”. Infanzia ad Asmara dove il padre partì come volontario di guerra nel ’35 (…) Fini che si diverte a raccontare come barzelletta un fatto vero della sua vita “e rido anch’io quando ripete la storia di quando mancò mia madre e io chiamavo l’obitorio: ‘Sono Lamorte – dicevo – volevo sapere se è arrivata una bara con una lapide’ e quello ‘Ahò, ma nun c’hai un c....o da fa’ oggi, e lassame lavorà!’”» (Paola Di Caro) [Cds 19/3/2009].