Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 06 Sabato calendario

Appunti su Coco Chanel

Io Donna, sabato 23 ottobre 2010
Bellezza «La bellezza serve alle donne per essere amate dagli uomini, la stupidità per amarli» (Coco Chanel).

Amanti Tra i suoi amanti: il granduca russo Dimitri, il duca di Westminster, Picasso, Stravinskij, Jean Cocteau e Luchino Visconti (questi ultimi due, omosessuali).

Coco Gabrielle, poi diventata Coco, quando, sognando di diventar famosa, si esibiva al caffè-concerto Rotonde. Nel suo repertorio due soli brani: Ko ko Ri ko e Qui qu’a vu Coco dans le Trocaderò?

Clistere «Canti come un clistere» (il suo primo amante, Etienne Balsan).

Sarta Siccome girava voce che cucisse come una fata, a vent’anni lasciò il negozio dove lavorava come sarta e si mise in proprio. Per procacciarsi clienti, spediva la sorella e la zia a passeggiare al molo con indosso i suoi cappellini.

Guanti Abitudine di Coco Chanel, dal 1918, di sdraiarsi al sole tutta nuda. Unica eccezione, un paio di guanti per non sciupare «le preziose mani».

Sciopero Coco, che odiava la domenica perché le sarte non lavoravano, ne licenziò trecento in un colpo solo il giorno in cui scioperarono per aver pagate le vacanze.

Miseria Era così spaventata dalla miseria che quando iniziò la Seconda Guerra Mondiale tolse la pensione ai fratelli, lasciò la sua casa per trasferirsi in albergo, mandò a casa camerieri, maggiordomo e quattromila dipendenti. Nonostante fosse ricchissima, suo fratello Lucien prese a inviarle denaro per aiutarla.

Magre «Non si è mai troppo ricche, né troppo magre» (Coco Chanel).

Profumo Chanel N. 5, nato nel 1920 dall’incontro con Ernest Beaux, profumiere, figlio di un chimico alla corte dello Zar: lui aveva messo a punto alcune fragranze, lei, dopo aver annusato una decina di fialette, scelse la N°5, quella con 80 ingredienti, e la lanciò con un flacone essenziale, a forma di blocco ad angoli acuti, con la una scritta N°5 Chanel. Nel sigillo sul collo del flacone, la sigla doppia C in un cerchio nero.

Milioni Lo Chanel N. 5 fece guadagnare a Coco 15 milioni di dollari.

Ritz Coco, che non volle mai comperare una casa grande («troppe preoccupazioni»), alloggiò per gran parte della vita all’hotel Ritz, in un’unica stanza spoglia: un letto bianco e un’icona russa donatale da Igor Stravinskij.

Lutto Una volta Paule Poiret incontrò Coco Chanel vestita di nero, e lui, che odiava sia quel colore che la nuova giovane diva della moda, le chiese ironico: «Per chi porta il lutto signora?». E Coco: «Per lei signore».

Origini Figlia di una sarta e di un venditore ambulante, le morì la mamma che aveva solo dodici anni. Il padre prese allora lei e gli altri fratelli e li sistemò in un orfanotrofio.

Morte/1 «Mi hanno tolto tutto e sono morta. Avevo dodici anni. Si può morire due volte nella vita» (Coco Chanel).

Sonnambula Negli ultimi anni di vita aveva crisi di sonnambulismo: certe notti la trovavano in piedi, addormentata, talvolta nuda, che tagliava abiti inesistenti con forbici inesistenti.

Morte/2 «È così che si muore» (le sue ultime parole alla cameriera Jeanne che le era accanto quel 10 gennaio del 1971. Lei, vestita di tutto punto, era stesa nel suo letto all’Hotel Ritz).

Lucrezia Dell’Arti