Rassegna, 5 aprile 2013
La protesta di Ruby davanti al tribunale
• Karima El Mahroug, più nota come Ruby, ieri mattina è comparsa sulle scale del palazzo di giustizia di Milano con un grosso cartello con su scritto dal un lato “Voglio difendermi dalle bugie e dai pregiudizi”, dall’altro “Caso Ruby: la verità non interessa più?”. Poi la 22enne marocchina ha letto una dichiarazione di sei pagine, a tratti sorprendentemente forbita, che ha portato in così tante copie che molte restano sugli scalini. Guastella (Cds): «Nessuna risposta alle domande dei cronisti che accusa di aver manipolato i fatti facendola apparire per ciò che non è. Karima El Mahroug parla commuovendosi di “cattiverie” e “sofferenza”, chiede “che giustizia sia fatta veramente” perché lo deve a sua figlia, nata dall’unione con il compagno Luca Risso che la scruta due scalini più su. Dice, dimenticando almeno tre lunghe apparizioni in tv, che ha deciso di “rompere il silenzio” dopo due anni perché il Tribunale non ha voluto sentire “la versione reale delle cose”, “l’unica verità possibile”. In verità, a dicembre è stata lei a non venire in tribunale andando per un mese e mezzo in vacanza in Messico. Quando si è presentata a metà gennaio, accusa, difesa e giudici stessi hanno sorprendentemente rinunciato alla sua testimonianza».
• Ruby ha mostrato anche il falso passaporto grazie al quale si spacciava per parente di Mubarak. [Guastella, Cds]