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 2013  aprile 05 Venerdì calendario

L’altra notte, prima di andare a letto, abbiamo dato un’occhiata alle agenzie e scoperto che forse stava per scoppiare la guerra tra nordcoreani e americani, i nordcoreani avevano formalmente annunciato la possibilità di un attacco, c’erano nuove tensioni al confine con i sudcoreani, ecc

L’altra notte, prima di andare a letto, abbiamo dato un’occhiata alle agenzie e scoperto che forse stava per scoppiare la guerra tra nordcoreani e americani, i nordcoreani avevano formalmente annunciato la possibilità di un attacco, c’erano nuove tensioni al confine con i sudcoreani, ecc. La mattina dopo i giornali riferivano della nuova complicazione internazionale con notevole scetticismo. In altri termini, alla Corea del Nord non crede nessuno.

Come stanno le cose?
Questo comunicato nordcoreano dell’altra notte diceva che «le minacce americane saranno annientate da mezzi di attacco nucleare più efficaci, piccoli, leggeri e diversificati. La spietata operazione delle nostre forze armate rivoluzionarie a questo riguardo hanno superato l’esame e la ratifica finale (sic!
)». Lei deve immaginare che queste parole sono state stampate dai giornali coreani in prima pagina e con tutta evidenza. Hanno cioè, prima di tutto, un valore all’interno. Il paese è in uno stato miserevole, aggravato dalle ultime sanzioni Onu.  

Perché è stato sanzionato?
Per via di un esperimento nucleare comunicato al mondo il 12 febbraio e di cui naturalmente il mondo s’era accorto: facendo scoppiare una bomba atomica nel sottosuolo i nordcoreani hanno provocato un terremoto da 4,9 gradi della scala Richter. L’ordigno valeva 6 o 7 chilotoni.  

Quindi hanno la bomba atomica?
Dovrebbero averne una decina. Hanno cominciato nel 2006, con un test per metà andato male. Partì poi un negoziato per la disattivazione del sito nucleare principale a Yongbyon (2007), 50 mila tonnellate di petrolio in cambio dello spegnimento. Era più che altro teatro, visto che Yongbyon, secondo il New York Times, è una struttura insignificante e relativamente facile da ricostruire. Infatti il 25 maggio del 2009 i nordcoreani fecero un secondo test (4,5 gradi di magnitudo e una decina di chilotoni di potenza). Lo scorso febbraio il terzo test, accolto dall’Onu con le sanzioni che hanno ulteriormente aggravato le condizioni di un paese già allo stremo. Nelle ultime settimane gli americani hanno fatto volare un paio di bombardieri B2 da Whiteman (Missouri) fino a Seul e ritorno, tanto per dissuadere quelli del Nord da imprudenze. Il comunicato dell’altra notte è la risposta a queste esibizioni di forza non si sa quanto utili.  

Gli americani credono che possa succedere qualcosa?
Chug Hagel, segretario alla Difesa, dice che le minacce nordcoreane vanno prese sul serio. Naturalmente è probabile che non succeda niente, però «basta uno sbaglio e non voglio essere il segretario alla Difesa che una volta si sbagliò». Nei prossimi giorni gli americani piazzeranno nell’isola di Guam un sistema Terminal High-Attitude Area Defense (Thaad), in pratica una batteria antimissili. I nordcoreani hanno spostato sulla costa orientale un missile Musudan, che potrebbe in teoria coprire i tremila chilometri che separano il Mar Giallo da Guam. Guam, che sta di fronte alle Filippine, è effettivamente territorio americano. È escluso invece che i nordcoreani possano colpire la costa americana: è troppo lontana. Invece hanno alzato la tensione a sud: nell’ultimo lembo del confine meridionale c’è un distretto industriale – l’area di Kaesong – dove operano 123 aziende che dànno lavoro a 53 mila persone, 800 delle quali vengono dalla Corea del Sud. A Pyongyang, la capitale della Nord Corea, hanno deciso di chiudere l’area e di impedire l’accesso ai sudcoreani. Questa è una guerra meno improbabile, ma dalle conseguenze potenzialmente molto gravi.  

La Cina?
Già. Pechino è sempre stata la grande protettrice dei dittatori nordcoreani, i vari Kim, l’ultimo dei quali, grassoccio e sposato con una cantante, è giunto al potere da poco e deve vedersela con l’incartapecorita casta dei militari. I cinesi non vogliono movimenti che possano portare alla riunificazione, dato che in questo caso la Corea riunificata cadrebbe inevitabilmente sotto l’influenza Usa. Una guerra Nord-Sud finirebbe appunto così. Al momento delle sanzioni in Consiglio di sicurezza anche Pechino ha votato a favore. Per Kim un brutto segno. Ma l’ipotesi più probabile è che si apra un negoziato, che i paesi ricchi gli diano un po’ di energia e che in cambio ottengano lo spegnimento reale dei vari reattori.