4 aprile 2013
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Biografia di Gea Lionello
• Roma 27 marzo 1967. Attrice. La Claudia Morandi di R.I.S – Delitti imperfetti ecc. Figlia di Alberto (1930-1994).
• «(…) Figlia di Alberto Lionello, uno dei monumenti del nostro teatro classico, ma anche uno che non si tirò indietro quando gli offrirono Canzonissima e il suo “lala-lala-lala-lala”, Gea Lionello, forte dell’esempio del padre, non ha esitato a interrompere (…) la carriera teatrale cominciata a 17 anni per calarsi nei panni di Claudia Morandi, l’anatomopatologa dei RIS, sempre chiusa nel suo laboratorio a sezionare cadaveri. “L’attore è un mestiere che assorbe completamente: se non reciti fai i provini, se non fai i provini studi. La famiglia ne soffre. Mio padre spesso non c’era perché era in tournée e quando c’era doveva dormire perché la sera recitava. Non so come facciano gli altri ma io entro dentro le cose e non ne esco finché non ho finito”. (…) Vive da sola, anche se ha sperimentato la convivenza. (…) “(…) Non ho né cani, né gatti e neanche un canarino: ho molte piante in casa e mi piace cucinare per gli amici. Ho paura che una famiglia possa privarmi della libertà. Sono un Ariete, passionale e vulcanica, che ha capito quanto serva il rigore della razionalità per tenere a freno gli impulsi”. (…) Rappresenta nell’universo tv, una anomala figura femminile: seria, competente, fondamentale per le indagini, poco frivola, spesso con indosso un gilet e un maglione, vagamente maschile, non competitiva (…) “(…) Ripetere sempre le stesse frasi finisce per farmi sentire come un operaio che va in fabbrica. Ma lo stile del personaggio mi convince: detesto l’ostentazione del corpo femminile. Il mio modello di attrice è Diane Keaton. E poi sono troppo alta per potermi permettere abiti strizzati: finirei per apparire esagerata (…) Ho studiato danza per anni. Per graziadidio ho smesso, altrimenti adesso farei la coreografa (…) Con una mia amica sono entrata in un teatrino ed è stata la folgorazione. Ho cominciato con due battute, poi tre, poi quattro. Sono cresciuta lentamente e questo il pubblico lo vede e me lo riconosce: nessuna scorciatoia per me (…) mi piacerebbe molto lavorare in un film americano, anche di budget modestissimo. Quando ho girato la fiction su Coco Chanel ho dovuto recitare in inglese e la cosa mi ha intrigato profondamente. Una altra lingua modifica perfino il tuo pensiero. Ho scoperto parti di me che ignoravo. Vorrei rifare questa esperienza (…)”» (Simonetta Robiony) [Sta 3/3/2009].