4 aprile 2013
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Biografia di Luigi Lombardi Vallauri
• Roma 4 aprile 1936. Filosofo. Già docente di Filosofia del diritto all’ateneo di Firenze, dal 2011 chiamato per «chiara fama» dall’Università degli Studi di Sassari. Ha insegnato alla Cattolica di Milano (1976-1998), da dove venne allontanato per le sue posizioni considerate «nettamente contrarie al cattolicesimo» (Cds 21/10/2009). Fece ricorso alla Corte di Strasburgo, che nel 2009 gli diede ragione. Tra le sue opere Nera luce (Le Lettere, 2001). È cugino di padre Federico Lombardi, gesuita direttore della Sala stampa vaticana.
• «(...) Si sedette per terra. Lo stupore corse tra studenti e colleghi presenti in aula, a Bari, per la sua conferenza. “Del Dio che emoziona non mi sento di parlare seduto su una sedia – spiegò lui – quindi mentre parlerò di questo Dio starò seduto per terra”. Era il 19 aprile 1996. Filosofo del diritto all’Università di Firenze, l’allora sessantenne Lombardi Vallauri insegnava anche, dal 1976, presso l’Università del Sacro Cuore di Milano. Il rinnovo annuale del contratto con la Cattolica era divenuto mano a mano più spinoso. L’incontro di Lombardi Vallauri con le religioni orientali aveva inasprito la sua critica del cattolicesimo. Seduto per terra in quella mattinata barese, Lombardi Vallauri celebrò “il Gange dell’umanità in cui si gettava come affluente il Tevere del cattolicesimo romano”. Poi, finita la meditazione sul “Dio che emoziona”, passò “al Dio professionale filosofico, di cui si può benissimo parlare seduti a un tavolo congressuale”. E da lì, dal tavolo congressuale, smontò l’ortodossia, la tradizione. La teologia naturale tomista, soprattutto: “Ircocervo consistito nell’attribuire all’etnico, geloso, furioso-tenero, bellicamente e giuridicamente feroce, idiosincraticissimo Yahvè e al dolcissimo-spietato ‘Padre’ impassibili attributi ontologici desunti da una ingegnosamente violentata ontologia generale aristotelica”. Questo Lombardi Vallauri, incontenibile nello stile e nella sostanza, fu convocato in Vaticano due anni dopo, il 23 ottobre 1998, per un colloquio presso la Congregazione per l’Educazione cattolica. Quando i colleghi della Cattolica si riunirono, dieci giorni dopo, il preside comunicò la decisione vaticana: per le sue posizioni “nettamente contrarie alla dottrina cattolica”, Lombardi Vallauri non doveva più insegnare nell’Università Cattolica “per rispetto della verità, del bene degli studenti e di quello del l’Università”. Dopo vent’anni di rinnovi, l’incarico cessava. Lombardi Vallauri ricorse al Tar della Lombardia, poi al Consiglio di Stato. Facile la risposta dei giudici amministrativi: non sindachiamo quello che decide la Chiesa; così vuole il Concordato, così vuole la Corte costituzionale, già pronunciatasi nel 1972 sull’analogo caso Cordero. Rimaneva solo la Corte di Strasburgo. Il 20 ottobre 2009 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso. Il ricorso di Lombardi Vallauri è stato accolto. L’Italia è stata condannata per aver violato la libertà d’espressione del professore e il suo diritto a un giusto processo. La vera condannata è l’Università Cattolica, invano costituitasi di fronte alla Corte europea; soprattutto quel pezzo di Cattolica che in un fatale consiglio di facoltà, ricostruito dai giudici europei, respinse a risicata maggioranza la mozione in cui si domandavano chiarimenti alla Santa Sede. Per la Corte di Strasburgo, quella degli organi accademici milanesi contro Lombardi Vallauri fu una decisione “priva di motivazione e presa in assenza di un reale contraddittorio”. Dall’esame della Corte europea esce male anche la giustizia amministrativa italiana: censurata da Strasburgo per aver abdicato al suo dovere di vaglio dell’atto incriminato, per essersi nascosta dietro un comodo rinvio alla decisione della Santa Sede. Due traiettorie s’intrecciano. Quella personale di Lombardi Vallauri. E quella collettiva dei diritti e delle religioni in Europa. Lombardi Vallauri è un pensatore di genio. Originale; controcorrente. Non un buffone, non un eretico a tutti costi. Ha maturato con fatica le sue posizioni. Ben dentro un cattolicesimo cui lo legano, tra l’altro, parentele illustri. La collisione con le autorità cattoliche è seria. A causa del rigore analitico nella denuncia di quel naturalismo teologico in cui è caduto, secondo il filosofo, il pensiero cattolico. E per il modo: per quel lavorio intellettuale che si fa immaginazione, contemplazione; per l’alleanza tra ragione e stupore contro un discorso su Dio squadrato, razionale, politico. Senza contraddittorio. (...)» (Marco Ventura) [Cds 21/10/2009].
• «Fui espulso dall’università Cattolica perché avevo sostenuto l’anticostituzionalità della pena infernale e del peccato originale e messo in dubbio il dogma inferno. La Corte di Strasburgo mi ha dato ragione per lesioni dei diritti fondamentali» (a Marco Gasperetti) [Cds 7/4/2011].
• È vegano. Nel 2011, per sfoltire il numero dei partecipanti a uno dei suoi seminari, decise di ammettere solo gli studenti che si fossero impegnati a rimanere vegetariani nei quattro giorni di durata delle lezioni: «L’idea è stata discussa democraticamente con gli studenti. “Che l’hanno accettata e condivisa – spiega Lombardi Vallauri –. Non è una limitazione alla loro libertà ma solo un modo di valutare un accesso a un seminario non obbligatorio partendo dalle motivazioni. Un piccolo sacrificio che dimostra la voglia e la volontà di partecipare al seminario”» [Gasperetti, cit.].