Rassegna, 3 aprile 2013
Camere riunite il 18 aprile per il successore di Napolitano
• Le procedure per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica partono il 15 aprile. Di solito, il voto dei grandi elettori subisce qualche slittamento per i ritardi nell’indicazione dei delegati regionali. Stavolta non sarà così. Già la scorsa settimana il segretario generale della presidenza della Repubblica Donato Marra ha sondato le assemblee regionali per avere garanzie sui loro delegati. Il problema del Friuli, che va alle urne il 21 giugno, è superato: sarà il vecchio consiglio a eleggere i suoi rappresentanti. Dopo questo giro, Marra ha avvertito Boldrini e Grasso. Tocca alla prima convocare le Camere visto che gli elettori si riuniscono in seduta congiunta a Montecitorio. Marra ha spiegato che Napolitano vuole fare presto e non appena sarà eletto il nuovo capo dello Stato, il presidente uscente lascerà il Quirinale. Sarà un cambio della guardia rapidissimo, non si arriverà alla scadenza naturale del settennato che è il 15 maggio. Si chiamano “dimissioni di cortesia”: non lasciano appeso il nuovo presidente ed evitano all’ex una scomoda coabitazione. [De Marchis, Rep]
• Cossiga e Ciampi furono eletti immediatamente. Con Pertini, ci vollero dieci giorni; con Saragat 13; con Leone ne trascorsero addirittura 16 (e furono necessarie 23 votazioni). [Magri, Sta]