Rassegna, 3 aprile 2013
Napolitano dà ai saggi dieci giorni
• In un ambiente quasi monastico, con i dieci saggi accomodati dietro ad altrettanti banchetti, a cellulari rigorosamente spenti, si sono insediate le due commissioni volute da Giorgio Napolitano per accorciare le distanze tra i partiti. Il presidente ha chiesto agli esperti di osservare la consegna del silenzio. Si è scusato per non aver nominato neppure una donna e ha fissato in «otto, dieci giorni» il giusto limite temporale dell’iniziativa, che ha messo in agitazione le forze politiche e però ha centrato l’obiettivo di tranquillizzare i mercati. Guerzoni (Cds): «Un mandato breve che non potrà scavalcare i confini temporali della sua presidenza, il cui termine Napolitano ritiene “segnato”: le Camere potrebbero riunirsi già il 18 aprile per eleggere il successore. Sulla scelta dei nomi l’inquilino del Colle spiega di aver proceduto “in condizioni di particolare urgenza e difficoltà”, il che non lo ha messo al riparo da “equivoci e dubbi” riguardo ai criteri di selezione: “Comprendo il disappunto che con accenti polemici si è espresso per non aver inserito in quella rosa delle personalità femminili, mi dispiace e me ne scuso”».
• I saggi politici partono per la riforma dei regolamenti parlamentari dalla bozza Quagliariello-Zanda e, per la modifica del Porcellum, tra Luciano Violante e lo stesso Gaetano Quagliariello l’intesa è buona. «Viste le recenti aperture del Pd il doppio turno alla francese è un punto di mediazione a portata di mano. La soluzione piace al Pdl e Quagliariello spinge per una riforma di sistema, che includa il presidenzialismo. Nel partito la sua nomina fa discutere, Renato Brunetta e Renato Schifani non hanno compreso perché Napolitano non abbia scelto uno di loro e c’è anche chi ha chiesto al senatore un passo indietro». [Guerzoni, Cds]