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 2013  marzo 31 Domenica calendario

I dieci saggi di Napolitano • I saggi di Andreotti e quelli di Lorenzago • Donne che mantengono la famiglia • Renzi ad “Amici” col chiodo come Fonzie • È morto Franco Califano

 

Saggi 1 Napolitano, che resterà al suo posto «fino alla fine del mandato», ha individuato dieci saggi (sei economici, quattro politici) incaricati di studiare in breve tempo un programma di riforme che possa essere condiviso dai partiti e contribuire così allo sblocco della situazione di stallo che si è creata. Nella commissione «istituzionale», Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante. In quella economica, il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, quello dell’Authority per la concorrenza Giovanni Pitruzzella, il componente del direttorio di Bankitalia Salvatore Rossi, i presidenti delle commissioni speciali di Camera e Senato Giancarlo Giorgetti e Filippo Bubbico, il ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi. Polemiche perché tra i dieci saggi non c’è neanche una donna.

Saggi 2 Quando Giulio Andreotti, nel pieno della crisi della Dc, «per salvare il partito suggerì di affidarsi a un gruppo di saggi che per sottrarsi al sospetto di mirare a cariche interne future avrebbero dovuto “assumere l’impegno assoluto di non accettare più incarichi per tutta la vita”. Insomma, sentenziò dall’alto della sua collezione di poltrone, era necessaria una “castità delle poltrone”. Risposta: marameo!» (Gian Antonio Stella, Cds).

Saggi 3 «[...] i ricordi più indelebili sono legati ai “saggi di Lorenzago”. Era l’estate del 2003 e per cambiare la Costituzione voluta dai De Gasperi e dai Nenni, dai Togliatti e dai Lazzati, dai Saragat e dagli Einaudi, la destra mandò in ritiro in una baita sulle montagne bellunesi la crema della crema dei suoi costituzionalisti: il notaio pescarese Andrea Pastore, l’avvocato messinese Domenico Nania, il dentista bergamasco Roberto Calderoli e il professor Francesco D’Onofrio che spiegava: “Sul federalismo sono tutti d’accordo con me, solo mia mamma Filomena è contro: sapete, ha una cultura da Trento e Trieste”. Il portavoce del solenne sinedrio benedetto da Umberto Bossi (“Io gli ho dato uno schema, poi loro lavorano”) e destinato a partorire la riforma poi bocciata nel referendum era il futuro ministro-lampo (17 giorni di mandato fino alle dimissioni pretese dal Quirinale per le grane giudiziarie) Aldo Brancher. Che spiegò le competenze così: “L’esperto di presidenzialismo è Nania. Se lui è a far la pennichella state certi che non affrontiamo l’argomento”. La citazione della pennica non era casuale. I “saggi” infatti lavoravano vincendo l’abbiocco dopo pranzi e cene a base di cacciagione, fagioli, patate e vino rosso entrati nel mito. Tutti uniti. Tanto da spingere Brancher ad ammiccare: “Non lo nego, ci sono stati dei dissapori tra noi. D’Onofrio aveva serie perplessità sulla polenta che ho preparato per cena mercoledì: grigia, alla segale, l’ho fatta con una certa farina integrale che ci arriva da un mulino della Carnia”. La battuta più divertente fu di Francesco Cossiga: “Anch’io un tempo mi occupavo di diritto costituzionale ma di fronte al concentrato di cultura e saggezza che c’è a Lorenzago sarei presuntuoso a pronunziarmi”» (ibidem).

Donne Dal 2007 al 2012 - praticamente gli anni della crisi economica globale - le coppie italiane in cui è la sola donna a mantenere la famiglia, con o senza figli, sono raddoppiate passando da circa 230mila a oltre 433mila unità (dal 4,1% al 7,4% del totale dei nuclei nei quali la donna svolge attività lavorativa) (Agnese Ananasso, Rep).

Amici Matteo Renzi, indosso un giubbino come quello di Fonzie, jeans, maglietta, scarpe a punta, ospite di Maria De Filippi nella puntata di “Amici” che andrà in onda la sera del 6 aprile, ha parlato per tre minuti evitando di fare riferimenti all’attualità ma rifilando ugualmente qualche stoccata come quando ha invitato i ragazzi a «non perdonare i politici che vogliono cancellare il talento» (Fabrizio Caccia, Cds).

Califano Morto nella sua casa di Acilia, a 74 anni, Franco Califano. Malato da tempo, ha lavorato fino all’ultimo (il 18 marzo aveva cantato al Sistina di Roma), inoltre stava per partire per un minitour la cui prima tappa doveva essere il 4 aprile a Porto Recanati. Tra i suoi brani memorabili: La musica è finita, Una ragione di più, Minuetto, E la chiamano estate, La nevicata del ’56, Un grande amore e niente più, Semo gente de borgata, Tutto il resto è noia.

Galera Califano, due volte finito in prigione, la prima nel 1970 per possesso di stupefacenti, nel celebre caso in cui fu coinvolto anche Walter Chiari, e la seconda nel 1983, ancora per possesso di stupefacenti e per porto abusivo di armi (e con lui venne arrestato Enzo Tortora). Assolto entrambe le volte, con formula piena (Ernesto Assante, Rep).

Soldi Nel 2010, povero e malato, Califano aveva chiesto aiuto allo Stato invocando la legge Bacchelli. Sua risposta a chi gli chiedeva come avesse speso i soldi guadagnati in tanti anni di successi: «Me li so’ magnati» (Ernesto Assante, Rep).

Auto «Non ero uno che badava a spese. Quando usciva un nuovo modello di Mercedes il primo veicolo disponibile era il mio. Per non parlare delle moto (passione che mi è passata quando è arrivato l’obbligo del casco). Quando avevo delle storie con delle attrici importanti risiedevo all’Excelsior o al Grand Hotel. Avevo sempre come minimo tre macchine. E poi ho sempre aiutato generosamente tutti, amici veri e falsi» (Franco Califano) (Mario Luzzatto Fegiz, Cds).

Amanti In una delle autobiografie Califano confessò di aver avuto oltre mille amanti (ibidem).