Fior da fiore, 3 aprile 2013
Arriva il decreto che sblocca i pagamenti alle imprese fornitrici dello Stato • Il credito delle ditte con la pubblica amministrazione cresce ogni ora di 557 mila euro • Storico sì dell’Onu al trattato sulle armi • Napolitano dà ai saggi 8-10 giorni • Chi ha successo nel lavoro si sveglia all’alba • Aumentano gli stranieri che vengono a sposarsi in Italia • La donna che ha avvelenato la figlia di 3 anni col diserbante
Arretrati 1 Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe varare il decreto legge, approvato ieri pomeriggio all’unanimità sia alla Camera che al Senato (ha votato sì anche il Movimento 5 Stelle), che impegna il governo a sbloccare i pagamenti alle imprese fornitrici della pubblica amministrazione. La bozza prevedeva la possibilità per le Regioni di anticipare al 2013 l’ulteriore aumento dell’addizionale Irpef (fino a 0,6 punti) previsto per il 2014. Una mossa che per un lavoratore con un reddito lordo di 23 mila euro avrebbe significato 138 euro in più. Poi, in serata, in una lunga riunione di governo a Palazzo Chigi, la misura è tramontata. «Il decreto sui pagamenti che sarà varato oggi punta a sbloccare da subito l’erogazione degli arretrati attraverso un meccanismo semplice. I Comuni con avanzi di gestione potranno spendere immediatamente 5 miliardi, in deroga al patto di Stabilità e senza aspettare il riparto delle risorse che sarà effettuato dal governo entro il 15 maggio. Tempi più rapidi (un paio di settimane) invece per la suddivisione dei primi 5 miliardi alle Regioni per il pagamento dei debiti sanitari. Quanto ai ministeri, dovranno pubblicare online gli elenchi delle aziende creditrici. Sono previste sanzioni (multe e taglio della retribuzione) per i dirigenti inadempienti. Per finanziare l’intera operazione (20 miliardi quest’anno e 20 il prossimo) si ricorrerà anche ad emissioni di titoli di Stato e l’eventuale aumento degli oneri sul debito pubblico sarà coperto con nuovi tagli lineari alle spese dei ministeri» (Enrico Marro, Cds).
Arretrati 2 Il ritardo medio dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, che nel 2009 era di 138 giorni, all’inizio del 2013 ha superato il tetto dei 180. «Ecco come si spiega che il debito del pubblico verso le imprese fornitrici abbia raggiunto la spaventosa somma di 91 miliardi, il 5,8% del Pil. Quella cifra, secondo uno studio della Confartigianato, cresce con la velocità di 557.300 euro all’ora, 9.288 al minuto, 155 al secondo. Quasi metà, 44 miliardi, riguarda il capitolo sanità, cioè quello per il quale si registrano i maggiori ritardi, e ben 11 miliardi dei 91 complessivi, pari al 12,1%, sono stati già scontati pro soluto presso le banche. Le quali vantano perciò crediti per analogo ammontare verso il settore pubblico» (Sergio Rizzo, Cds).
Armi Voto storico ieri al Palazzo di Vetro di New York. L’Assemblea generale Onu ha approvato a grande maggioranza il primo Trattato internazionale sul commercio di armi convenzionali. Anche se per passare aveva bisogno della maggioranza semplice - 97 voti su 193 Paesi membri - la risoluzione è stata approvata con ben 154 voti a favore, tre contrari (Siria, Corea del Nord e Iran) e 23 astenuti (fra cui Russia, Cina, Cuba, Venezuela e Bolivia). Oltre a disciplinare un mercato che vale 70 miliardi di dollari annui (il 30 per cento in mano Usa) l’Arms trade treaty stabilisce chiari standard per il trasferimento da Stato a Stato di ogni tipo di arma convenzionale (leggera e pesante) e proibisce l’esportazione nel caso queste possano essere usate in attacchi contro civili, in violazione di un embargo, in azioni terroristiche, di crimine organizzato e di genocidio.
Saggi Napolitano si è scusato per non aver nominato neppure una donna tra i dieci saggi (ha proceduto «in condizioni di particolare urgenza e difficoltà», il che non lo ha messo al riparo da «equivoci e dubbi» riguardo ai criteri di selezione: «Comprendo il disappunto che con accenti polemici si è espresso per non aver inserito in quella rosa delle personalità femminili, mi dispiace e me ne scuso») e ha fissato in «otto, dieci giorni» il «giusto» limite temporale dell’iniziativa che non potrà scavalcare i confini temporali della sua presidenza, il cui termine Napolitano ritiene «segnato»: le Camere potrebbero riunirsi già il 18 aprile per eleggere il successore. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Mattinieri 1 Chi ha successo nel lavoro si sveglia all’alba. Lo dice il Guardian che sul tema «What time do top Ceos wake up»? («a che ora si svegliano gli amministratori delegati»?) ha interrogato un gruppo di manager di rango. La più mattiniera, Helena Morrissey, ad di Newton Investment, si sveglia alle 5, ma qualche volta ancor più di buonora: risponde alle mail prima che i suoi nove figli entrino in azione («dormo 5 ore e vivo con il palmare in mano»). Tim Armstrong, amministratore delegato di Aol, ha il blackberry in pugno già dalle 5.15 («la vita è troppo eccitante per dormire»), la presidente di Virgin Money Jayne-Anne Gadhia comincia a twittare e a navigare sul sito della Bbc alle 6 di mattina. Anche l’italiano Vittorio Colao, ceo del gruppo Vodafone, è in piedi alle sei del mattino (Michela Proietti, Cds).
Mattinieri 2 Barack Obama già alle 6 nuota con Michelle nella piscina della Casa Bianca, Nicholas Sarkozy tirava su pesi nella palestra dell’Eliseo alle sei di mattina e Bill Gates inizia più o meno a quell’ora la sua giornata di lavoro. Rimangono nella storia le chiamate all’alba di Gianni Agnelli: graziato dal fuso orario, solo Henry Kissinger non veniva buttato giù dal letto (ibidem).
Matrimoni Nel 2012 in Italia si sono celebrati 6.180 matrimoni di stranieri che hanno scelto il nostro Paese per consacrare la loro unione. Tutto ciò ha generato oltre un milione 221 mila presenze e un fatturato complessivo di 315 milioni di euro. Al primo posto, tra le mete preferite, c’è la Toscana (43,5 per cento, quasi un matrimonio su due) seguita, ben distanziata, dalla Costiera Amalfitana, dall’Umbria, dal Veneto (Laura Laurenzi, Rep.)
Delitti Benedetta Schiena, 3 anni. Figlia dei braccianti agricoli Francesca Sbano, e Antonio Schiena, entrambi di 32 anni, dallo scorso dicembre, quando il padre se n’era andato di casa ed era tornato dai suoi, viveva in una palazzina di due piani a Carovigno in provincia di Brindisi con la mamma, che però, rimasta senza il consorte, s’era fatta ogni giorno più depressa tanto che scriveva su Facebook «Per essere felici bisogna essere in tre» e «Ci vuole più coraggio a restare che ad andare via». La sera di Pasquetta la Sbano costrinse la bambina a ingoiare un flacone di diserbante e la mise nel suo lettino, quindi in lacrime s’arrampicò sul tetto di casa e si buttò di sotto sfondandosi il cranio. La bambina, morta poco dopo l’arrivo in ospedale. La madre, ricoverata con elettroencefalogramma piatto. Quattro lettere, sul tavolo del soggiorno, scritte a penna con mano tremante: «La faccio finita e porto mia figlia con me». Tra le 22 e 30 e le 23 di lunedì 1 aprile in un appartamento in via Monteverdi a Carovigno, Brindisi. (Carmine Festa, Sta)
(a cura di Roberta Mercuri)