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 2013  aprile 02 Martedì calendario

Allarme Tares: servono 2 miliardi

• Questa settimana si decide sui pagamenti della pubblica amministrazione, col varo del primo decreto che sblocca 40 miliardi di pagamenti arretrati. All’esame del governo c’è anche l’aumento Iva di luglio e l’introduzione della Tares. Spiega Masci (Sta): Quale che sia la scelta (rinvio o non rinvio) dovremo tirare fuori «altri» due miliardi per l’immondizia. La sostanza è questa. Il consiglio dei ministri di mercoledì scorso, dove il provvedimento è arrivato “fuori sacco” non se l’è sentita di rinviare di nuovo la Tares con l’idea che potesse essere il nuovo governo ad occuparsene. La Tares – per chi si fosse perso questa nuova sigla – è la nuova tassa in cui confluiranno tutti i tributi relativi allo smaltimento dei rifiuti, una nuova versione di quella che in alcuni comuni si chiamava Tarsu e in altri Tia (nella duplice edizione Tia 1 e Tia 2): da una parte era tassa, altrove tariffa. Un pastrocchio. Il decreto dell’ottobre 2011 sul federalismo fiscale ha pensato bene di omologare questo prelievo, ribattezzandolo Tares ma, dato che c’era, ha anche fornito le modalità di calcolo metri quadri, quantità di rifiuti, tipo di rifiuto e relative modalità di smaltimento - e, per quel che ci riguarda, questo sapiente maquillage si è risolto in un aumento che si aggira sul 30%. La Tares dovrebbe entrare in vigore il prossimo primo luglio ma un coro di soggetti sociali ha invocato la clemenza di un rinvio. La tassa non sembra riducibile, ma potrebbe essere dilazionata nella sua applicazione: non più il primo luglio ma il primo gennaio 2014».