Rassegna, 29 marzo 2013
Giallo su Grillo a Roma per le consultazioni
• È ancora incerto l’arrivo a Roma di Beppe Grillo per le nuove consultazioni al Quirinale. Già ieri una voce impazzita lo dava in partenza dalla villa al mare di Marina di Bibbona alla volta di Roma. «Potrebbe arrivare per le consultazioni », «Andrà con Vito e Roberta al Quirinale», dicono i boatos. Crimi nega via sms: «Grillo non ci sarà». Quel che è certo, è che pochi giorni fa ha telefonato ai senatori riuniti per dire loro: «Tenete duro. Nessuna fiducia a Gargamella (alias Bersani) Non votate nessuno sennò qui ci fregano. Bisogna restare compatti». E che il suo incontro con tutti i parlamentari era previsto per giovedì 4 o sabato 6 aprile, a ridosso della visita che tutti quanti faranno all’Aquila il 5, nell’anniversario del terremoto. [Cuzzocrea, Rep]
• Su Grillo nuovamente al Quirinale, scrive Malaguti (Sta): «Il format non cambierà, l’atmosfera sì, perché il papa ligure ha scoperto di avere un debole per il Capo dello Stato. Giorgio Napolitano gli piace, non abbastanza da fargli cambiare idea sulla strategia. “Dia il Governo a noi, Presidente, perché diversamente non daremo la fiducia a nessuno”. La risposta del Colle sarà la solita: noi chi? Se il papa ligure dovesse sfilare dalla tasca un nome – Becchi, Rodotà, lui stesso, chiunque – sarebbe la prova provata che il MoVimento è lui. Lui e Casaleggio. Perché i cittadini-eletti (convocati in massa per questa mattina alle dieci a Montecitorio) non hanno scelto. Anzi, hanno deciso, a maggioranza, di non farlo. È successo mercoledì sera. Quando una parlamentare emiliana ha alzato la mano ponendo un problema: non credete che sarebbe utile immaginare una rosa da sottoporre al Quirinale in caso di nuove consultazioni? L’hanno guardata strana. Come se l’acqua del pozzo potesse mischiarsi con l’acqua del fiume. “Non l’hai capita la linea?”».