La Gazzetta dello Sport, 29 marzo 2013
Ieri pomeriggio Bersani è rimasto chiuso nella stanza di Napolitano per più di un’ora. Alla fine è uscito il segretario generale del Quirinale Donato Marra e ha letto ai giornalisti questo comunicato: «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questo pomeriggio al palazzo del Quirinale l’on
Ieri pomeriggio Bersani è rimasto chiuso nella stanza di Napolitano per più di un’ora. Alla fine è uscito il segretario generale del Quirinale Donato Marra e ha letto ai giornalisti questo comunicato: «Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questo pomeriggio al palazzo del Quirinale l’on. Pier Luigi Bersani, che gli ha riferito l’esito delle consultazioni svolte a seguito dell’incarico conferitogli lo scorso 22 marzo, consultazioni il cui esito non è stato risolutivo. Il Presidente della Repubblica si è riservato di prendere senza indugio iniziative che gli consentano di accertare personalmente gli sviluppi possibili del quadro politico-istituzionale». Poco dopo lo stesso Bersani ha spiegato che lo stallo è stato determinato da preclusioni (Grillo) e da condizioni «che non ho ritenuto accettabili» (Berlusconi). S’è poi saputo che il presidente della Repubblica svolgerà un giro di consultazioni in un solo giorno, oggi, ricevendo prima la delegazione del Pdl (Berlusconi in persona e la Lega), poi quella del Movimento 5 Stelle (è assai probabile che Grillo ci sarà), quindi Monti e infine, si presume intorno alle 18, la delegazione del Partito democratico (non si sa se guidata o no da Bersani). I cronisti hanno subito notato che né nel comunicato del Quirinale né nella dichiarazione di Berlusconi si parlava di rinuncia al preincarico.
• Quindi Bersani è ancora in corsa.
O forse, come ha detto ieri sera Stefano Folli in tv, il presidente, tenendolo fintamente in ballo per altre 24 ore, ha inteso rendergli l’onore delle armi. Gli amici del segretario se la prendono con Grillo che s’è messo di traverso essendo i grillini d’accordo su tutti i punti che Bersani gli ha illustrato nell’incontro-streaming, se la prendono con Berlusconi che non si decide a togliersi di mezzo e chiarire una volta per tutte il quadro. Non gli pare di doversela prendere con Bersani, invece, che avrebbe potuto sgombrare il campo un minuto dopo il voto prendendo atto della non-vittoria. Ma il processo a Bersani sarà senz’altro fatto e a farlo saranno proprio i suoi. Non rinunciare al pre-incarico significa probabilmente continuare a giocare la partita del «mi gioco il tutto per tutto», o del «o la va o la spacca». Il terrore principale, direi, è non lasciare il partito a Renzi.
• Che cosa può succedere adesso?
Le possibilità teoriche sono tre. Napolitano riesce a persuadere Berlusconi che far nascere il governo Bersani gli conviene. Che argomento può adoperare? Non ne ho la minima idea, dato che da ultimo Berlusconi ha posto come condizione di essere eletto al Quirinale, oppure che al Quirinale sia mandato Gianni Letta. Sono le bersaniane «condizioni che non ho ritenuto accettabili». Non è in ogni caso un punto su cui si possa impegnare il presidente della Repubblica in carica, e d’altra parte credo che, a parte i pidiellini, nessuna forza politica voterebbe un berlusconiano per il Quirinale. Potrebbe offrire la propria ricandidatura con l’intesa che al 16 aprile, cioè appena rieletto, il Parlamento sarà sciolto? Ma Napolitano ha sempre detto che rivotare con questa legge elettorale produrrà la stessa paralisi.
• C’è l’idea lanciata ieri da Grillo che si possa andare avanti senza governo e col solo Parlamento.
Si potrebbe in una situazione normale, e anzi il Parlamento potrebbe senz’altro varare una legge elettorale anche in assenza di un esecutivo. Ma un governo ci vuole almeno per rinegoziare con l’Europa i vincoli che tengono stretta l’economia, cosa che Monti non ha più la forza politica di fare.
• Altre ipotesi?
Stasera o al più tardi domattina, Napolitano certifica che Bersani è fuori gioco e incarica della formazione del governo una personalità indiscutibile. Talmente indiscutibile che Grillo, forse preoccupato di qualche crisi di consenso provocata dai suoi no tanto ostinati, potrebbe in qualche modo appoggiarla. Le priorità di Napolitano si conoscono: negoziato con l’Europa, rimborso dei crediti alle imprese (questa è stata già annunciata ieri dal ministro Grilli), provvedimenti per l’occupazione, taglio dei costi della politica, legge elettorale. È la soluzione più probabile.
• Ce n’è una terza?
Sì, ieri a Roma girava con insistenza la voce che il presidente potrebbe tirar fuori dal cilindro Matteo Renzi. Si sa che tra i due c’è molta simpatia, subito dopo le elezioni il capo dello Stato ha telefonato a Palazzo Vecchio, ieri sera Renzi era a Roma… Bersani ha vincolato il partito a pretendere da qualunque incaricato di formare il governo le stesse condizioni che hanno vincolato lui. Quindi niente dialogo con Berlusconi, eccetera. Tuttavia si sa già che, una volta caduto il segretario, la partita tra i democratici è destinata a riaprirsi fino alle estreme conseguenze. Vale la pena di aspettare ancora? Dopo aver dato tutto il tempo possibile al candidato numero 1? Renzi appartiene in ogni caso al partito arrivato primo alle elezioni. E il presidente della Repubblica, nella nomina del presidente del Consiglio, non ha, Costituzione alla mano, nessun tipo di vincolo.