Rassegna, 28 marzo 2013
Governo, le opzioni possibili per Napolitano
• Sugli scenari futuri per il governo, scrive Breda (Cds): «Quando il candidato premier si presenterà davanti al presidente della Repubblica, non avrà alternative: o sarà in grado di esibire numeri sicuri (o patti politici tali da garantirgli un esplicito sostegno «tecnico» attraverso un gioco di presenze-assenze in aula o con altre forme di desistenza) che gli assicurino una vera maggioranza, oppure dovrà rinunciare. Solo a questa condizione il pre-incarico ricevuto dal capo dello Stato potrebbe trasformarsi in un incarico pieno. A quel punto, nell’ipotesi – fino all’ultimo non scontata – di un fallimento, tutto tornerà nelle mani di Napolitano. Che se, fino alle dimissioni di Terzi, poteva coltivare come strategia d’uscita un prolungamento di Monti e passare la pratica al successore, ora dovrà invece provare subito la strada di un governo «di scopo», guidato da una personalità autorevole e di caratura istituzionale (un precedente assimilabile è quello di Ciampi nel 1993), in grado di far convergere un vasto arco di partiti su quella Grande Coalizione che in Europa si giudica inevitabile, quando si ha un risultato elettorale bloccato, ma che è oggi respinta dal Pd».