Rassegna, 27 marzo 2013
Staminali, attacco di Nature contro il decreto Balduzzi
• Per la rivista scientifica Nature la decisione del ministro della Salute Renato Balduzzi di autorizzare il metodo Stamina per i circa 30 bambini che avevano già iniziato la cura «ha fatto inorridire gli scienziati». Con un articolo in apertura sul suo sito internet, il giornale ripercorre il garbuglio di quello che è definito «il nuovo caso Di Bella». Il decreto Balduzzi del 21 marzo in particolare apre di fatto le porte degli ospedali pubblici a un metodo che a maggio del 2012 era stato definito dall’Agenzia italiana del farmaco «inadeguato per le cattive condizioni di contaminazione e pulizia» e perché ciò che viene iniettato nei malati «non è in alcun modo identificabile come cellule staminali». Il metodo Stamina è «pura alchimia » secondo Elena Cattaneo, direttrice del laboratorio sulle staminali dell’università di Milano, intervistata da Nature. Maurizio Brunori, biochimico alla Sapienza di Roma e accademico dei Lincei, commenta: «Non avevo mai sentito di un ministro che contraddice l’Agenzia del Farmaco ». Balduzzi ha precisato che «il decreto non conferisce riconoscimento ufficiale al Metodo Stamina». E ha gettato la palla nel campo dei giudici: «La decisione del governo di autorizzare la prosecuzione delle terapie “ordinate” dai magistrati si è resa necessaria per ovviare ad una discriminazione, frutto di autonomi pronunciamenti dei giudici». [Dusi, Rep]
• L’unica sperimentazione del metodo Stamina, condotta all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste e pubblicata su Neuromuscular Disorders a dicembre 2012. Lo studio è firmato da Marco Carrozzi e Alessandro Amaddeo, che da dicembre 2010 a dicembre 2011 hanno seguito cinque bambini malati di Sma (atrofia muscolare spinale) tra i 3 e i 20 mesi di età. Dopo sei somministrazioni di cellule con il metodo Stamina, due bambini sono morti e gli altri non hanno registrato miglioramenti (ma neanche effetti collaterali). Dei pazienti sono state misurate forza muscolare e concentrazione di alcune proteine nel liquido cerebrospinale. Registrazioni video dei bambini sono state inviate a medici estranei senza indicare l’ordine temporale.