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 2013  marzo 27 Mercoledì calendario

Il caso marò fa dimettere Terzi • L’addio di Terzi galvanizza Berlusconi • Battiato dà delle «troie» alle parlamentari • Il pisolino di Crimi • A Montecitorio nessuno vuol sedersi a destra • Bergoglio rifiuta l’appartamento papale • Processo da rifare per Amanda e Raffaele • Un altro delitto a Perugia

 

Marò Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, s’è dimesso: «Da ministro ho espresso serie riserve alla repentina decisione di trasferire in India i due marò, ma la mia voce è rimasta inascoltata». Gelo alla Camera, dove stava tenendo quella avrebbe dovuto essere una semplice informativa, e anche al Quirinale. Napolitano, «sconcertato e stupito», ha parlato di «gesto irrituale». Monti s’è detto «attonito». Il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola: «Io non abbandonerò la nave in difficoltà con Massimiliano e Salvatore a bordo, fino all’ultimo giorno di governo». L’urlo in aula della moglie di Girone (in tribuna, con la sorella di Latorre, per seguire l’informativa del governo Monti sulla vicenda dei due marò): «Riportate a casa mio marito».

Sospetti I seguaci di Monti sospettano che le dimissioni di Terzi, «piombate sulle trattative di governo col risultato di sconquassare quel poco che si va costruendo», siano «state concordate con Berlusconi per vendicare vecchie ruggini tra Mario e Silvio, calci reciproci negli stinchi, cui da ultimo si è aggiunta una lettera orgogliosa di Monti al Corsera vissuta ad Arcore come intollerabile provocazione personale. Guarda caso, già lunedì mattina il Cavaliere furibondo urlava che Monti andrebbe cacciato per via dei marò. Sembrava uno sfogo dei suoi, invece ecco tempestive le dimissioni di Terzi che nessuno subodorava, tantomeno Napolitano. Il Presidente aveva dato uno sguardo preventivo all’intervento in Aula del ministro, senza però trovarci le tre righe-chiave delle dimissioni. Aggiunte all’ultimo, sul piano politico un vero agguato». L’incidente galvanizza «il mondo berlusconiano, in quanto spinge due temi tipici della destra - l’orgoglio patriottico, le Forze Armate - al centro della discussione collettiva proprio quando certi sondaggi già segnalano una crescita del Cav, secondo Euromedia e Tekné in testa di una spanna sulla coalizione avversaria e sullo stesso Grillo». Mentre Bersani, che contava in una mano da Monti, «se lo ritrova nell’angolo, costretto a difendersi oggi in Parlamento dai ringhi della destra». Mentre Berlusconi (Ugo Magri, Sta).

Troie Bufera su Franco Battiato che, ricevuto come oratore al Parlamento europeo in qualità di assessore alla Regione Sicilia, ha detto: «Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino». Poi ha cercato di metterci una pezza («Non facevo riferimento né al Parlamento europeo né al Parlamento attuale, ho solo parlato di un malcostume politico, non parlavo certo di donne») ciononostante fioccano reazioni inviperite, ad esempio Rita Borsellino dopo una simile «caduta di stile» invita Battiato a dimettersi, Daniela Santanchè dice che è «ignorante e becero» e ne auspica un sollecito ritorno al mondo della canzone, Beatrice Lorenzin (Pdl) ha chiesto a Boldrini di querelarlo, ecc.

Pisolini Fiorello imitando sul web Vito Crimi che s’è appisolato al Senato: «Voglio smentire questa cosa che stavo dormendo, ero in collegamento telepatico con Casaleggio».

Onorevoli Problema a Montecitorio, dove ora che occorre predisporre i posti fissi dei vari gruppi parlamentari nessuno vuol sedersi negli scranni a destra del presidente che furono di Almirante, Rauti, Fini. Mentre Pd e Sel hanno naturalmente chiesto la parte sinistra dell’emiciclo, nella parte opposta non ci vuole andare nessuno. Il Pdl, che pure occupava tutta l’area di destra nella scorsa legislatura, ha chiesto di sistemarsi al centro («Perché noi facciamo parte del Ppe, siamo dei moderati», ha spiegato il deputato questore Gregorio Fontana). Siccome al centro ci vuole stare pure Scelta civica, il questore anziano Stefano Dambruoso ha proposto al M5S di occupare i banchi che furono dell’Msi, visto che non è possibile, come avrebbero voluto loro, sistemarsi tutti in ultima fila. Offerta rifiutata: anche i Cinque stelle sono intenzionati a chiedere una collocazione centrale. «Dove comincia a esserci troppo affollamento. Se non si trovasse una soluzione, dovrà intervenire la presidente Boldrini: come una maestra con gli alunni indisciplinati, toccherà a lei decidere chi deve stare alla sua estrema destra» (Francesca Schianchi, Sta).

Papa Bergoglio ha fatto sapere che non andrà a vivere nell’appartamento papale, da lui giudicato «troppo grande». Resterà nella stanza 201 al secondo piano di Santa Marta, dove ha a disposizione anche un salotto.

Amanda e Raffaele Annullata dalla Cassazione l’assoluzione a Amanda Knox e Raffaele Sollecito, in secondo grado, per il delitto di Meredith Kercher. I due, che in primo grado erano stati condannati a 26 e 25 anni per omicidio, fra qualche mese, forse in autunno, dovranno ricomparire di nuovo davanti ai giudici, stavolta a Firenze. Si ricomincia tutto daccapo, dunque. E il nodo fondamentale da sciogliere per arrivare alla verità su quanto accadde in quella villetta di Perugia la notte del 31 ottobre 2007 è soprattutto uno: l’accusa di Amanda contro Patrick Lumumba («È lui l’assassino») che invece aveva un alibi di ferro e con l’omicidio non c’entrava nulla. E poi si dovrà capire come mai i telefoni di Amanda e Raffaele siano stati muti la notte del delitto - mentre i due avevano l’abitudine di tenerli sempre accesi - e siano tornati raggiungibili all’alba. «Appare difficile che i due imputati possano fornire dettagli utili, anche se le loro versioni sono cambiate più volte. E allora si torna a Rudy Guede, al giovane ivoriano che per il delitto è già stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere e si trova tuttora in cella. Rudy era lì, conosce la verità. Finora ha fornito pure lui una ricostruzione confusa e a tratti inverosimile, in particolare quando ha detto di aver visto due persone scappare via dalla casa ma di non poterle riconoscere. Adesso ha di fronte un’altra occasione. Potrebbe decidere di non lasciarsela scappare» (Fiorenza Sarzanini, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Delitto Alessandro Polizzi, 24 anni. Di Perugia, operaio nell’impresa edile del padre, atletico e vigoroso, praticava pugilato, arti marziali e combattimenti da strada. L’altra notte, mentre dormiva con la fidanzata Julia Tosti, 20 anni, neo diplomata all’Istituto commerciale in cerca di lavoro, fu svegliato da qualcuno che abbatteva a calci la porta di casa, allora saltò giù dal letto ma in corridoio si trovò davanti uno alto, grosso, incappucciato, che dopo avergli sparato in petto con una Beretta del 1934 andò a cercare la ragazza, la colpì a un braccio, e non riuscì ad ammazzarla solo perché la pistola s’inceppò. Sospetti sull’ex fidanzato della Tosti, un Valerio Menenti di anni 26, tatuatore, che spesso la picchiava e non voleva rassegnarsi alla fine della loro storia ma l’altra notte era ricoverato in ospedale dopo le botte buscate proprio dal Polizzi, venerdì scorso, fuori da una discoteca. Alle 3 di notte di lunedì 25 marzo in un monolocale in via Ettore Ricci 14 a Perugia.

(a cura di Roberta Mercuri)