Rassegna, 26 marzo 2013
Arrestato Riccardo Mancini, braccio destro di Alemanno
• È stato arrestato ieri all’alba con l’accusa di corruzione e concussione Riccardo Mancini, ex ad di Eur Spa, l’ente partecipato dal ministero dell’Economia e dal Comune di Roma che gestisce il quartiere monumentale della Capitale. L’ingegnere, braccio destro di Gianni alemanno, indagato da mesi e perquisito, era stato costretto a rassegnare le dimissioni. Mossa con la quale era convinto di essere riuscito a scongiurare l’arresto. Così non è stato. Avrebbe intascato 600 mila euro di presunte tangenti pagate da Breda Menarini per l’appalto relativo alla fornitura di 45 filobus al Comune di Roma. Il gruppo puntava anche agli appalti per la metropolitana. Ma l’aspetto che più s’impone nelle 60 pagine dell’ordinanza del gip Stefano Aprile è il collaudato sistema di «pagamenti alla politica romana» dell’area Pdl con al centro il sindaco di Roma. Perché se è vero che «le intercettazioni sono certamente irrilevanti per dimostrare una diretta partecipazione di Gianni Alemanno all’illecita azione, sono tuttavia idonee a dimostrare l’esistenza di un rapporto con Mancini che va ben oltre quello personale». [Vincenzi, Rep]
• Nell’ordinanza, che vede altri otto indagati, viene ricostruito il versamento di denaro attraverso fatture false (tra cui quella della società cipriota Gklolona). Il meccanismo favoriva «il passaggio del denaro dalle banche svizzere fino a Roma» per la creazione di «fondi neri» utili all’attività politica. Coinvolta anche «Finmeccanica mediante esponenti di vertice o intermediari quali Borgogni, Cola, Iannilli (indagati, ndr)». Per l’accusa, Mancini ha ricevuto nel 2009 una mazzetta di 500 mila dei 600 mila euro da Breda Menarini. I restanti 100 mila erano destinati a Marco Iannilli, commercialista legato a Lorenzo Cola, ex consulente esterno di Finmeccanica. Un altro indagato, l’intermediario Edoardo D’Inca Levis, ha invece ammesso di aver predisposto il fondo nero per la tangente. [Vincenzi, Rep]
• Mancini ha 55 anni, precedenti per detenzione di armi e un’amicizia scomoda con Massimo Carminati, tra i fondatori dei Nar e vicino della Banda della Magliana (a Carminati è ispirato il personaggio del «Nero» in Romanzo Criminale). Nell’ordinanza Mancini risulta «uomo di Alemanno e dimostra di essere in totale sua subordinazione; un fidatissimo collaboratore che il sindaco ha portato con sé dalla politica per passare direttamente all’amministrazione attiva, affidandogli non solo incarichi ufficiali in enti pubblici, ma anche importanti ruoli nell’ambito del Comune di Roma». Al 29 settembre risale, invece, l’intercettazione nella quale Alemanno s’arrabbia e insulta Mancini in seguito alla sua nomina ad amministratore delegato della nuova società Roma Convention Group da parte del Consiglio di amministrazione di Eur Spa. Proprio il giorno dopo le perquisizioni che Mancini aveva subito. Dice il sindaco: «In questo casotto, ma che siete scemi? non si poteva evitare? Perché non m’hai chiamato? Ma che c... c’avete nel cervello, me lo spieghi? uno vi aiuta non c’è niente da fa’ ... non c’è niente da fa’, capito? siete scemi». [Longo, Sta]
• Un quadro di Hitler era nella camera da letto di Lorenzo Cola (indagato nella vicenda dei filobus romani), ex consulente di Finmeccanica coinvolto nella vicenda Fastweb-Telecom Sparkle. A casa sua c’era anche un busto di Mussolini e una riproduzione di una divisione delle SS in miniatura. [Longo, Sta]