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 2013  marzo 26 Martedì calendario

Bersani: serve assunzione comune delle responsabilità

• È durata meno di un’ora la direzione serale del Pd. Nessuna discussione vera sulla linea scelta da Pier Luigi Bersani. Scrive Bertini sulla Sta: «Lo scopo per cui è stato convocato il parlamentino è provare a convincere il Pdl che dopo Bersani c’è solo il voto; e con tutte le cautele del caso, nel rispetto delle prerogative del Capo dello Stato, ci pensa Enrico Letta a dire che “qualunque tentativo dopo quello di Bersani sarà peggiore per l’Italia e per il Pd”. Come a voler scoraggiare i tanti tifosi interni ed esterni di un “governo del presidente”».

• Bersani ha ribadito la strategia del «doppio binario», ovvero un cerchio stretto formato da Pd+Monti che dà vita al governo e una maggioranza più larga per le riforme che comprende anche il centrodestra e Grillo. Un metodo che «consente a tutti di assumersi un pezzo di responsabilità davanti al Paese». «Noi – ha sottolineato il segretario Pd – non chiediamo a nessuno l’impossibile. Chiediamo a Scelta Civica se un’intesa è possibile. Chiederemo ad altre forze che hanno minore disponibilità a non impedire questa soluzione ». E ancora: «Chiediamo a Pdl e Lega di uscire da un clima elettorale, e arrivare a una scelta di responsabilità». Infine, ha concluso Bersani, «chiediamo al Movimento 5 Stelle se vogliono essere una comunità segregata o una forza politica che si assume la responsabilità di non impedire una soluzione per il paese». [Bei, Rep]

• Geremicca sulla Sta fa notare la solitudine di Bersani: «Silenziosa Rosy Bindi, silenzioso Massimo D’Alema, zitti altri leader del peso di Walter Veltroni e Franco Marini. A volte, la solitudine di un leader la si può far trasparire anche così: evitando qualunque commento, e perfino un semplice augurio – un in bocca al lupo – al segretario che parte in guerra per la sua missione impossibile. Anche la Direzione di ieri – che pareva esser diventata la sede madre di ogni decisione, il luogo in cui il Pd avrebbe dovuto dire “o Bersani o morte”– ha trasmesso la stessa sensazione: un solo intervento, meno di un’ora in tutto (comprese introduzione e replica), assenze numerose e alcune eccellenti, Renzi (a fare il sindaco), D’Alema (a Parigi per impegni), Veltroni (ancora con qualche problema di salute) e si potrebbe continuare. Qualcuno si attendeva battaglia intorno alla domanda delle domande: ma se Bersani fallisse, che si fa? La battaglia non c’è stata: tutto rinviato alla prima occasione utile...».