Fior da fiore, 25 marzo 2013
Il salvataggio di Cipro • L’altra Cipro spera • I ribelli musulmani si prendono la Repubblica centrafricana • I laureati disoccupati crescono più degli altri • I bambini leggono più degli adulti • Prandelli e la Nazionale tecnologica
Cipro/1 Dopo una lunga trattativa notturna, si va verso l’accordo per il salvataggio di Cipro e dell’euro. I ministri delle finanze dell’Eurogruppo intendono concedere 10 miliardi purché il governo di Nicosia trovi gli altri sette concordati precedentement (richiesta bocciata dal Parlamento cipriota perché sarebbero stati recuperati soprattutto con una tassa una tantum sui depositi fino a 100mila euro). La nuova proposta colpisce invece solo i depositi sopra 100mila euro, in mano a oligarchi russi e a cittadini britannici attirati dal regime da paradiso fiscale. Nel Parlamento di Nicosia gli interessi dei tanti ciprioti impoveriti dalla crisi si stanno così scontrando con quelli di una potente lobby russa. Sull’isola si moltiplicano le manifestazioni di protesta, la liquidità scarseggia, i bancomat hanno ridotto il limite giornaliero di prelievi a 100 euro, provocando lunghe code o risultando spesso esauriti.
Cipro/2 Nella parte turca di Cipro si pensa che la crisi bancaria al Sud possa diventare un’opportunità per il Nord. «Ci aspettiamo che con la crisi economica dei greci sia possibile attirare qui più depositi bancari di russi e inglesi. È una scelta naturale, le nostre banche sono più solide e offrono rendimenti più elevati. Appena riaprono le banche di là, i risparmiatori sappiano che noi siamo distanti pochi metri», ha detto in un’intervista il ministro delle Finanze della Repubblica turca, Ersan Tatar. Concorda, ironicamente, il professor Kaymak, nato e formatosi negli Usa: «Abbiamo bassi salari, non siamo riconosciuti internazionalmente, non siamo integrati nel sistema finanziario mondiale, i controlli sono inesistenti. Saremmo la piattaforma perfetta per la finanza offshore»(Giovannini, Sta).
Repubblica centrafricana Nella Repubblica centrafricana i ribelli, costituiti da musulmani (centrafricani o provenienti da Ciad e Sudan), hanno preso il potere. Il presidente Bozizé è fuggito nella vicina Repubblica democratica del Congo. La caduta del regime ha provocato esecuzioni sommarie e saccheggi, la capitale è nel caos. I ribelli hanno ucciso una decina di soldati sudafricani, parte del contingente di 300 uomini inviato nei mesi scorsi da Pretoria a protezione di Bozizé. Intervento della Francia a cose fatte, con l’invio di 350 uomini a sostegno dei 250 già presenti nella città, mandati soprattutto per proteggere gli espatriati francesi.
Laureati In Italia 307mila laureati non hanno un lavoro e tra questi quasi due terzi, 197mila persone, hanno meno di 35 anni. Nel 2012 i dottori under 35 a caccia di un impiego sono aumentati del 27,6% rispetto al 2011, e quasi del 43% se si confrontano i numeri con il 2008, anno di inizio della crisi. In totale, i disoccupati con la laurea sono cresciuti di più rispetto ai disoccupati in genere (+30,1%). Chi paga il prezzo più alto tra gli under 35 sono le ragazze (125mila quelle senza un lavoro) e i meridionali (87mila, contro 65mila laureati del Nord e 45mila del Centro). Comunque i giovani sotto 35 anni con laurea, sottolinea l’Istat, hanno un tasso di disoccupazione più basso rispetto ai coetanei senza titoli: se il 14,7% dei laureati è a spasso, la percentuale sale al 18,9% tra i diplomati e al 24,8% tra quelli che hanno solo la licenza media. Mentre lavora uno su quattro (il 24,9%) tra chi ha fatto solo le elementari (Santarpia, CdS).
Lettori Uno studio dell’Associazione italiana editori dice che il 63,3% dei bambini di 2-5 anni (1,4 milioni) «legge, colora, sfoglia libri o albi illustrati tutti i giorni». La percentuale cala al 54,3% (ma rimanendo sempre molto superiore alla media nazionale del 46%) tra i 6 e i 10 anni, quando iniziano a frequentare la scuola elementare, per salire ancora, intorno al 60%, nella fascia tra gli 11 e i 17. Già nella fascia prescolare si nota la differenza di genere: il 53,2% delle bambine legge da sola tutti i giorni, contro il 45,4% dei coetanei maschi. Allo stesso modo sono evidenti le differenze territoriali, con la percentuale che decresce lungo l’Italia (dal 68,2% del Nord al 59,5% del Sud) (Taglietti, CdS).
Azzurri Per mettere a punto la nazionale di calcio italiana, Prandelli utilizza un sacco di tecnologia. In particolare si analizzano, sotto tutti i punti di vista, video di partite e allenamenti: alcuni specialisti si occupano della tattica, altri della preparazione atletica. Così anche ogni allenamento degli azzurri viene filmato e dalle performance dei calciatori, attraverso la telemetria, si stabilisce se gli obiettivi sono stati raggiunti, così da aumentare o diminuire i carichi di lavoro in modo appropriato. In partita, già alla fine del primo tempo, i giocatori possono vedere nello spogliatoio quali sono gli elementi tattici da sistemare. Uno dei parametri più importanti è la lunghezza della squadra: in quella ottimale tutti i giocatori si trovano in uno spazio lungo 35-40 metri. Dopo la partita si contano anche i chilometri corsi ciascun giocatore (la media è di 10-11): se sono troppi, vuol dire che ci sono zone lasciate vuote da altri e quindi si interviene modificando le posizioni (Rep).
(a cura di Daria Egidi)