Rassegna, 22 marzo 2013
L’Italia ci ripensa: i marò ritornano in India
• Ieri sera i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono partiti per l’India, accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. I militari italiani sono partiti con la garanzia scritta che – in caso di condanna per l’uccisione dei due pescatori – «la Corte indiana non ordinerà la pena di morte» e la dimostrazione che «la parola data per un italiano è una cosa sacra». Un colpo di scena: l’11 marzo il governo aveva annunciato che i due marò non sarebbero tornati in India. Innegabile quindi il drammatico effetto sorpresa della decisione del governo. Che in una nota precisa di aver ritenuto prioritario «mantenere l’impegno, preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in India entro il 22 marzo. I due fucilieri di Marina hanno aderito a tale valutazione». Secondo alcune indiscrezioni, la decisione è arrivata dopo un faccia-a faccia di cinque ore davanti ai massimi esponenti della Farnesina e della Marina italiana. [Longo, Sta]
• «La parola data da un italiano è sacra: noi eravamo pronti a rispettarla ma avevamo chiesto delle garanzie, in principio quella che non fosse mai contemplata per loro la pena di morte. Ora abbiamo ricevuto le garanzie e sulla base di queste manterremo la nostra parola», ha spiegato prima della partenza il sottosegretario agli Esteri italiano, Staffan De Mistura, che ha accompagnato in India i due fucilieri. La spiegazione del sottosegretario, però, non sembra coincidere affatto con la netta presa di posizione del ministro degli Esteri Giulio Terzi, che l’11 marzo scorso annunciò pubblicamente che, «stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati», alla scadenza del permesso Latorre e Girone non avrebbero fatto rientro in India, perché «la giurisdizione è italiana», precisò Terzi cinguettando su Twitter. Da parte indiana si scatenò il finimondo, poi ecco l’improvviso dietrofront. [Caccia, Cds]
• Latorre e Girone, indagati anche in Italia dalla procura militare per «omicidio colposo», «violata consegna aggravata» e «dispersione di oggetti di armamento militare», ora «risiederanno nell’ambasciata a New Delhi e avranno libertà di movimento – ha aggiunto lo stesso Staffan De Mistura –. Se vogliono potranno anche andare al ristorante… Ma è superato il braccio di ferro con il governo indiano e si riparte a bocce ferme. La nostra posizione è chiara: vogliamo un arbitrato e una corte internazionale». [Caccia, Cds]
• Giorgio Napolitano ieri sera ha avuto una conversazione telefonica con Massimiliano Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega Salvatore Girone «l’apprezzamento per il senso di responsabilità con cui hanno accolto la decisione del Governo e ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende con l’augurio di un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni». [Longo, Sta]
• Si dovrebbe ora alleggerire la posizione dell’ambasciatore italiano in India, Daniele Mancini, cui le autorità indiane avevano imposto il divieto di lasciare il Paese e gli avevano revocato l’immunità diplomatica. [Longo, Sta]