Io Donna, sabato 3 aprile 2010, 21 marzo 2013
Tags : Tina Modotti
Appunti su Tina Modotti
Io Donna, sabato 3 aprile 2010
Foto Tina Modotti, 28 anni, la grande fotografa, sdraiata nuda sul tetto della casa di Tacubaya, dieci stanze affacciate su un patio, soffitti alti, finestre ad arco, mura spesse, giardino di colori pazzeschi. Tacubaya è un quartiere di Città del Messico. Tina s’era trasferita lì da Los Angeles il 9 febbraio 1922. A Città del Messico l’aspettava il marito Roubaix de l’Abrey Richey, canadese del Quebec, pittore, poeta, alto, secco, faccia affilata, capelli lunghi, baffi neri, occhi neri. Roubaix la vide arrivare e, quella stessa notte, morì.
Weston Foto del 1924, autore Edward Weston, americano, 41 anni, sposato, quattro figli. Erano amanti già da Los Angeles. Adoperò una Graflex. Il 1924 è anche l’anno in cui Tina espose per la prima volta, in una collettiva nel Palacio de Minería. Adoperava una Korona, più leggera. Weston, un grande della fotografia, le aveva fatto da maestro.
Graflex A un certo punto vendette la Korona e comprò anche lei una Graflex. Weston se ne tornò a Los Angeles.
Scandalo «Abbiamo preso visione di due fotografie che sono una vera rivelazione: la prima di Julio Antonio Mella, la seconda di Tina Modotti, la sua amante. Entrambe rappresentano questi individui completamente nudi, in una posa indecorosa che sarebbe plausibile se si trattasse di persone svergognate e ruffianesche, non certo di un “apostolo del comunismo”, di un “redentore del popolo”, e della sua ninfa Egeria, guida, ispiratrice e musa del “fulgore rivoluzionario”. E questo dato - solo questo - basterebbe, tra persone decenti, a privare Mella degli onori postumi e a relegare la sua concubina nella categoria delle specie femminili che vendono l’amore e affittano il proprio corpo» (L’Excelsior, gennaio del 1929).
Mella Mella, esule cubano comunista, nemico del presidente Machado, atletico, passionale, irruento. Passeggiava a braccetto con Tina e a un tratto gli spararono addosso, una palla nel braccio sinistro, un’altra nel polmone. Era la sera del 10 gennaio 1929. Morto in poche ore. La polizia accusa Tina del delitto, i giornali le dànno addosso.
Vidali Nel ’29 [1929] conosceva già da due anni Vittorio Vidali, altro suo amante. Vidali la porterà a Mosca, per trasformarla in una militante comunista che non fotografa più.
Amo «Amo un altro uomo, lo amo e lui mi ama, e questo amore ha reso possibile ciò che ero convinta non potesse mai accadere, cioè sentire di non amarti più» (lettera con cui Tina, nel giugno 1928, lascia il pittore messicano Xavier Guerrero per mettersi con Mella).
Espulsa La espellono dal Messico, gli Stati Uniti non la vogliono, in Olanda le consentono di scendere a terra a patto che riparta in giornata. Tampinata dai cronisti che vogliono vedere «la rivoluzionaria di impressionante bellezza».
Inizio In una povera casa di Udine, la madre Assunta, sarta, il padre Giuseppe, muratore. La ritirano da scuola a otto anni, poi va dietro al padre prima in Austria, poi in America. Traversata dell’oceano da sola in un barcone zeppo di emigranti italiani. Sarta, operaia in una manifattura tessile, attricetta a Hollywood, ecc.
Fine Mosca, settore Stampa e propaganda del Partito. Guerra di Spagna, dal ’36 al ’39, contro i franchisti. Nome di battaglia: Maria. Alla fine torna a Città del Messico. La sera del 5 gennaio 1942, hanno spaccato la testa a Trotskij già da due anni, è a cena dall’architetto Hannes Meyer. Muore di colpo sul taxi che la riporta a casa. Infarto? Veleno? Aveva 46 anni.
Foto Tina Modotti, 28 anni, la grande fotografa, sdraiata nuda sul tetto della casa di Tacubaya, dieci stanze affacciate su un patio, soffitti alti, finestre ad arco, mura spesse, giardino di colori pazzeschi. Tacubaya è un quartiere di Città del Messico. Tina s’era trasferita lì da Los Angeles il 9 febbraio 1922. A Città del Messico l’aspettava il marito Roubaix de l’Abrey Richey, canadese del Quebec, pittore, poeta, alto, secco, faccia affilata, capelli lunghi, baffi neri, occhi neri. Roubaix la vide arrivare e, quella stessa notte, morì.
Weston Foto del 1924, autore Edward Weston, americano, 41 anni, sposato, quattro figli. Erano amanti già da Los Angeles. Adoperò una Graflex. Il 1924 è anche l’anno in cui Tina espose per la prima volta, in una collettiva nel Palacio de Minería. Adoperava una Korona, più leggera. Weston, un grande della fotografia, le aveva fatto da maestro.
Graflex A un certo punto vendette la Korona e comprò anche lei una Graflex. Weston se ne tornò a Los Angeles.
Scandalo «Abbiamo preso visione di due fotografie che sono una vera rivelazione: la prima di Julio Antonio Mella, la seconda di Tina Modotti, la sua amante. Entrambe rappresentano questi individui completamente nudi, in una posa indecorosa che sarebbe plausibile se si trattasse di persone svergognate e ruffianesche, non certo di un “apostolo del comunismo”, di un “redentore del popolo”, e della sua ninfa Egeria, guida, ispiratrice e musa del “fulgore rivoluzionario”. E questo dato - solo questo - basterebbe, tra persone decenti, a privare Mella degli onori postumi e a relegare la sua concubina nella categoria delle specie femminili che vendono l’amore e affittano il proprio corpo» (L’Excelsior, gennaio del 1929).
Mella Mella, esule cubano comunista, nemico del presidente Machado, atletico, passionale, irruento. Passeggiava a braccetto con Tina e a un tratto gli spararono addosso, una palla nel braccio sinistro, un’altra nel polmone. Era la sera del 10 gennaio 1929. Morto in poche ore. La polizia accusa Tina del delitto, i giornali le dànno addosso.
Vidali Nel ’29 [1929] conosceva già da due anni Vittorio Vidali, altro suo amante. Vidali la porterà a Mosca, per trasformarla in una militante comunista che non fotografa più.
Amo «Amo un altro uomo, lo amo e lui mi ama, e questo amore ha reso possibile ciò che ero convinta non potesse mai accadere, cioè sentire di non amarti più» (lettera con cui Tina, nel giugno 1928, lascia il pittore messicano Xavier Guerrero per mettersi con Mella).
Espulsa La espellono dal Messico, gli Stati Uniti non la vogliono, in Olanda le consentono di scendere a terra a patto che riparta in giornata. Tampinata dai cronisti che vogliono vedere «la rivoluzionaria di impressionante bellezza».
Inizio In una povera casa di Udine, la madre Assunta, sarta, il padre Giuseppe, muratore. La ritirano da scuola a otto anni, poi va dietro al padre prima in Austria, poi in America. Traversata dell’oceano da sola in un barcone zeppo di emigranti italiani. Sarta, operaia in una manifattura tessile, attricetta a Hollywood, ecc.
Fine Mosca, settore Stampa e propaganda del Partito. Guerra di Spagna, dal ’36 al ’39, contro i franchisti. Nome di battaglia: Maria. Alla fine torna a Città del Messico. La sera del 5 gennaio 1942, hanno spaccato la testa a Trotskij già da due anni, è a cena dall’architetto Hannes Meyer. Muore di colpo sul taxi che la riporta a casa. Infarto? Veleno? Aveva 46 anni.
Lucrezia Dell’Arti