Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  marzo 20 Mercoledì calendario

Appunti su Nilde Iotti

Io Donna, sabato 1° maggio 2010
Badessa «Massiccia ed immensa, i capelli neri e pesanti pettinati alla maniera di monaca, il volto senza cipria indurito da sopracciglia foltissime che sopra il naso si uniscono, quasi, formando una riga. Sicché gli occhi severi ne risultano ancor più severi. Un volto di badessa» (Oriana Fallaci nel 1962).
Preside «Era scrupolosissima: ascoltava tutti, anche gli ostruzionisti, senza farsi mai sostituire; contava i minuti, al massimo 45, e al quarantaseiesimo scampanellava. Una vera preside» (Alberto Arbasino).

Ascensore Incontro fatale con Togliatti in un ascensore di Montecitorio.

Rossore «Nessuno ci aveva presentati, ed io mi sentivo così frastornata, così intimorita. Ci ritrovammo alla riunione del gruppo comunista prima delle elezioni del capo provvisorio dello Stato (Enrico De Nicola – ndr). E Togliatti, a dibattito concluso, cominciò a dire che, nel limite delle possibilità, occorreva che tutti i compagni, che in realtà si presentavano un po’ trascurati, un po’ troppo abbigliati da ex rivoluzionari... Insomma occorreva che cercassero di vestire correttamente. Lui lo disse. Poi indicò me: "La compagna con l’abito blu e il colletto bianco" disse. "Prendete esempio da lei". Io arrossi. Odiandomi per il rossore» (Nilde Iotti in un’intervista a Lina Coletti).

Correttamente «Più che essere una donna elegante, mi interessa essere una donna correttamente vestita» (Nilde Iotti)

Camera La Camera dei Deputati era diventata la seconda casa della Iotti sin dal 1946, quando era stata votata all’Assemblea Costituente con 15.936 voti. All’inizio dell’ottava legislatura, 20 giugno 1979, venne eletta, al primo scrutinio, Presidente della Camera (prima donna in Italia) e poi riconfermata fino al 22 aprile 1992.

Adultera Togliatti era sposato con Rita Montagnana, dalla quale aveva avuto un figlio. Era escluso che il partito, di un moralismo rigidissimo, potesse ammettere una relazione clandestina. D’altra parte… «Non potevo accettare che andassero ad amoreggiare in macchina lungo qualche viale come due studenti ai primi incontri» (Mario Spallone). Li sistemarono, senza dir niente a nessuno, in due stanzette in cima alla sede del Pci, arredate con mobili d’ufficio. Sul pavimento la Iotti tenne, dal primo all’ultimo giorno, una valigia sempre aperta, perenne monito alla precarietà della situazione.

Pistola Il compagno addetto alla vigilanza, che sentì rumori dietro la porta e sparò quattro colpi di pistola.

Bindèla Nilde, reggiana, si presentò senza essere invitata al ricevimento in onore di Togliatti organizzato dal sindaco Osvaldo Salvarani. La moglie di costui appena la vide le gridò: «Te va via, bindèla».

Attentato La storia divenne pubblica il giorno dell’attentato, 14 luglio 1948. Togliatti dapprima si «inginocchiò, poi si piegò all’indietro, tanto che feci in tempo a sostenerlo per non fargli battere la testa. Allora gli misi la mano dietro la nuca e, ritirandola, mi avvidi che grondava sangue. Mi terrorizzai perché compresi che era stato ferito al capo. Tutto naturalmente avvenne in pochi secondi: mi voltai e vidi l’attentatore scendere i tre gradini del portone dei gruppi. Puntava una pistola su Togliatti steso a terra. Urlai e mi buttai col corpo sul ferito».

Longo Il servizio d’ordine non voleva farla entrare in ospedale. Allora Longo gridò: «Ma è la compagna di Togliatti!».

Marisa Daniela Pasti sostiene che nel ’48 la fecero abortire per non macchiare la figura del Migliore (c’erano le elezioni). I due adottarono poi una bambina, Marisa Malagoli, oggi psichiatra, sorellina di un operaio modenese ammazzato dalla polizia.

Poveretta «Togliatti mi seguiva nei compiti, anche la Iotti mi aiutava, Palmiro mi ha insegnato a scrivere in italiano, rileggendomi i temi» (Marisa Malagoli).

Giovane compagno «“Nilde, vedi un po’ cosa ha fatto il nostro giovane compagno”. Lei si alzò dal divano e si mise seduta a un tavolo: cambiò un aggetivo e tolse una frase» (Giorgio Frasca Polara, poi portavoce per 13 anni della Iotti, segue per la prima volta un comizio di Togliatti).

Televisore Togliatti non voleva a nessun costo il televisore e quando c’era una tribuna politica, andavano a vederla in casa del compagno che gli faceva da autista.

Inizio Il padre Egidio, ferroviere, la madre Alberta Vezzani, lavandaia. Quarto piano di un palazzo popolare in via Alfeo Giaroli, un gabinetto ogni tante famiglie, ottanta gradini per portare l’acqua in casa, carne soltanto la domenica, altrimenti pastasciutta o minestrone con stracchino e mortadella. Dai quindici ai ventitrè anni indossa sempre lo stesso cappotto, un tempo del padre.

Cucina Speciale la paella che faceva per Togliatti, poi l’erbazzone, i tortelli di zucca ecc.

Fine Il 18 novembre 1999 rinuncia a un tratto a tutti gli incarichi, il 4 dicembre 1999, nella clinica Villa Luana di Roma, cessa di vivere per arresto cardiaco. Adesso avrebbe 90 anni.

Lucrezia Dell’Arti