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 2013  marzo 18 Lunedì calendario

Salvataggio di Cipro, è corsa agli sportelli

• Fino all’ultimo la Banca centrale europea ha fatto pressione perché il Parlamento di Cipro si riunisse ieri pomeriggio, come previsto, per il dibattito d’urgenza sul pacchetto di salvataggio concordato con l’Eurogruppo. Ma, fatti i conti, è apparso subito chiaro che l’Unione Democratica del neopresidente Nikos Anastasiades, considerato l’alleato rigorista di Angela Merkel nel Mediterraneo, non sarebbe riuscita a mettere insieme la maggioranza necessaria per l’approvazione delle misure richieste, prima fra tutte il prelievo forzoso sui conti correnti bancari che ha scatenato il panico sull’isola. La sessione è stata rimandata a oggi. [Natale, Cds]  

• Nella notte tra venerdì e sabato i ministri delle Finanze dell’eurozona e il Fondo monetario internazionale avevano dato un via libera di principio ad aiuti «fino a 10 miliardi di euro». In cambio, Nicosia accettava il piano che prevede un’imposta una tantum del 6,75% per i depositi bancari sotto i 100 mila euro e una tassa del 9,9% per i depositi superiori a quella soglia, oltre a una ritenuta alla fonte sugli interessi. Una manovra caldeggiata soprattutto da Germania e Francia, anche alla luce dei sospetti di riciclaggio per gli ingenti capitali russi depositati nelle banche cipriote. [Natale, Cds]  

• A Cipro è assalto gli sportelli. Nell’ultima settimana centinaia di titolari di conti correnti hanno esportato capitali per 4,5 miliardi; dall’inizio dell’anno sono stati trasferiti 20 miliardi. Spostamenti nei quali, denuncia la stampa, sarebbero coinvolti anche esponenti del governo. Per evitare ulteriori fughe di capitali, la Banca centrale di Cipro ha dato disposizione a tutti gli istituti di credito di bloccare i pagamenti e qualsiasi forma di trasferimento di denaro. Banche chiuse fino a domani. [Natale, Cds]  

• Salvata l’Irlanda con 67 miliardi, salvato il Portogallo (78 miliardi), salvata la Spagna (39 miliardi), salvata la Grecia (240 miliardi). Fino ad ora nessuno aveva fatto pagare il dissesto di un paese direttamente ai suoi cittadini. [Sodano, sta]