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 2013  marzo 18 Lunedì calendario

In 300mila per il primo Angelus di Papa Francesco

• Nella sua prima domenica da Papa, Jorge Mario Bergoglio ha prima celebrato messa senza copricapi o orpelli papali, come fosse un normale parroco, nella chiesa di Sant’Anna all’interno del Vaticano. Sui banchi i dipendenti che vivono in Vaticano, la gente di Borgo Pio, le famiglie con i bambini. Nell’omelia, recitata a braccio, ha parlato della misericordia. Ha quindi salutato i fedeli all’uscita, uno ad uno, come facevano una volta i curati sul sagrato. Li ha abbracciati, chiedendo notizie dei familiari. Poi si affacciato su una Piazza San Pietro stracolma per il suo primo Angelus (folla anche per via della Conciliazione e per le stradine di Borgo Pio. «Trecentomila persone» ha detto poi il sindaco Gianni Alemanno). Papa Francesco ha esordito con «Fratelli e sorelle, buongiorno. Dopo il primo incontro di mercoledì scorso oggi posso rivolgere di nuovo il mio saluto a tutti e sono felice di farlo di domenica, il giorno del Signore. È bello per i cristiani parlarci e salutarci di domenica, e oggi lo facciamo in una piazza che grazie ai media ha le dimensioni del mondo». Ha commentato il vangelo della domenica: l’episodio della donna adultera che Gesù salva dalla condanna a morte. «Colpisce l’atteggiamento di Gesù... Non sentiamo parole di condanna ma solo d’amore». «Il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza», ha detto il Papa. «Non si stanca di perdonarci se sappiamo tornare a lui con il cuore contrito», ha aggiunto, Poi ha insistito sul tema della misericordia. Citando un libro del cardinal Kasper. Anche qui interrompe il discorso preparato e scherza: «Ma non credete che sono qui a fare pubblicità ai libri dei miei colleghi… Ma quel libro mi ha fatto tanto bene. La misericordia cambia il mondo. Lo rende meno freddo e più giusto». [Brambilla, Sta]  

• Scrive Cazzullo sul Cds: «Ieri mattina c’era davvero di tutto. I pellegrini con gli striscioni dei movimenti – Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, neocatecumenali, focolarini — e gli anziani del quartiere che hanno portato gli animali di casa dopo aver visto il Papa benedire un cane guida per i ciechi. Religiosi in saio e adolescenti con le cuffie dell’iPod. Suore arrivate di prima mattina con la sedia da campeggio per guadagnare la vista sulla finestra del Papa e ragazze giovani, belle, truccate, griffate, animate da qualcosa in più della curiosità. Parrocchiani con i cartelli dei loro paesi — molto presente la Puglia: Mattinata, Vieste, Rodi Garganico — e genitori venuti con i bambini, nella speranza che il loro primo ricordo “pubblico” sia papa Francesco. Tradizionalisti che dicono il rosario in latino e immigrati in Vaticano per la prima volta. Bandiere argentine agitate con giustificato orgoglio nazionale e vessilli di tutta la cristianità. Striscioni: “Francesco sei la primavera della Chiesa”, “Francesco va e ripara la mia casa”».