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 2013  marzo 17 Domenica calendario

Bergoglio e le Villas

Villa che in argentino vuol dire baracca.  
• «È famoso per questo. E lo si poteva incontrare nelle villas di Buenos Aires, dove migliaia di persone vivono in baracche con i muri di cartone e di materassi» (Andrea Riccardi) [Andrea Garibaldi, Corriere della Sera 14/3/2012].  
• Le porte della piccola chiesa di Nostra Signora di Caacupé sono perennemente aperte. Il via vai nel piccolo rettangolo di mattoni, coperto da un tetto di lamiera, è continuo. Qualcuno entra per parlare col sacerdote, altri semplicemente per chiedere un litro di latte o medicine per il figlio malato. Il cardinale Jorge Bergoglio amava tanto venire in questo pezzo dimenticato di Buenos Aires. La Villa 21. Uno dei tanti labirinti di baracche fatiscenti, [...] Per raggiungere la Villa non basta la metropolitana. Anche il bus si ferma prima, fin dove arriva l’asfalto. L’ultimo tratto Don Jorge – come lo chiamano gli argentini – spesso lo faceva a piedi. “Il cardinale è allergico all’auto – dicevano spesso i porteños –: prende i mezzi, come le persone comuni”. [...] Là c’erano alcuni dei suoi preti “villeros”, sacerdoti che vivono e lavorano negli slum. E con cui l’arcivescovo aveva stretto un solido rapporto.[...] “Questi sacerdoti incarnano la vocazione missionaria più autentica, lontano dalla retorica”»