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 2013  marzo 17 Domenica calendario

Il patrimonio del Vaticano

• Il Papa si troverà a gestire un patrimonio incalcolabile. Marzio Bartolini scriveva sul Sole 24 ore del 15 febbraio scorso solo «il patrimonio immobiliare conta quasi un milione di complessi composti da edifici, fabbricati e terreni di ogni tipo con un valore che prudenzialmente supera i 2mila miliardi di euro nel mondo. Può contare sullo stesso numero di ospedali, università e scuole di un gigante come gli Stati Uniti. Ha oltre 1,2 milioni di dipendenti e quasi un miliardo e duecento milioni di fedeli». Marco Ferrante sul Messaggero del 15 marzo ci dice di più sul bilancio: «L’ultimo, pubblicato nel luglio del 2012 e relativo al 2011, segna un disavanzo di quasi 15 milioni di euro. Il governatorato, invece, amministrazione autonoma che gestisce lo Stato, cioè i 44 km2 di Città del Vaticano, ha chiuso con un attivo di 21 milioni di euro. L’Obolo di San Pietro “offerte dei fedeli a sostegno della carità del santo padre” ha chiuso con 69 milioni di dollari di contributi (interessante notare che questo dato viene fornito in dollari), due milioni in più dell’anno precedente. Mentre 32 milioni di dollari sono arrivati dalle circoscrizioni di tutto il mondo per il mantenimento del “servizio che la Curia romana presta alla chiesa universale. Per completare il quadro illustrato dal comunicato stampa del luglio 2012, nel 2011 lo Ior ha offerto al Santo Padre 50 milioni di euro. [...]. Secondo stime informali il patrimonio attuale della banca ammonterebbe a 5/6 miliardi di euro.[...] In Italia, lo stato devolve alla Chiesa l’otto per mille del gettito Irpef a cui vanno aggiunte altre erogazioni, comprese le retribuzioni per gli insegnanti di religione, e le agevolazioni Imu. I calcoli variano: si va dal calcolo minimo di circa 2,5 miliardi, fino ai 6,2 miliardi di euro stimati dall’Unione degli atei. Che cosa offre in cambio la Chiesa? Un giornalista, Giuseppe Rusconi, ha appena pubblicato un libro dal titolo “L’impegno” (Rubbettino, pagg. 135, euro 12,00) in cui stima il valore dei servizi welfaristici offerti in regime di sussidiarietà dalla chiesa alla comunità nazionale in almeno 11 miliardi di euro l’anno, cioè poco meno dell’1% del pil. Valori analoghi vengono calcolati per altri paesi cattolici. Senza entrare nel dibattito, è un altro indicatore della forza economica della Chiesa su cui da oggi governerà il Papa Francesco». [Marco Ferrante, Il Messaggero 15/3/2013