17 marzo 2013
Tags : Francesco I - Jorge Mario Bergoglio
Le accuse a Bergoglio
• Il giornalista Horacio Verbinksi, vicino alla presidente Kirchner, da anni accusa Bergoglio di collusione con la dittatura Videla: «È un bugiardo. Dichiara che nell’archivio della Chiesa non ci sono documenti relativi ai desaparecidos e io li ho trovati. [Skytg24] In uno, Bergoglio firma la richiesta di rinnovo del passaporto di Jalics senza necessità che venisse dalla Germania. In un altro, il funzionario che riceve la richiesta consiglia al ministro di rifiutarla. In un altro ancora, lo stesso funzionario spiega e firma che Jalics, sospettato di contatti con i guerriglieri, ebbe conflitti con la gerarchia, problemi con le congregazioni femminili (la qual cosa è molto suggestiva), che fu detenuto nella Esma, la Escuela de Mecánica de la Armada (non dice sequestrato ma detenuto) e che si rifiutò di obbedire agli ordini. Finisce dicendo che queste informazioni gli vennero fornite proprio da Bergoglio, oggi papa Francesco». [...] Bergoglio ha scelto il nome di Francesco. Molti lo apprezzano per uno stile di vita umile «Naturalmente, è uno tra mille simboli. Il papa austero, come il poverello di Assisi, che viaggia in bus e metropolitana, che usa scarpe consunte, che celebra messa nella stazione ferroviaria per i più poveri, dei quali ha pietà tra l’indifferenza dei soddisfatti e dei corrotti. Populismo conservatore, imprescindibile per sbiancare i sepolcri vaticani, aperti per il riciclaggio del denaro, la pedofilia e la lotta tra fazioni. Sarà semplice come Giovanni, severo come Paolo, sorridente come Giovanni Paolo I, iperattivo e populista come Giovanni Paolo II e sottile come Benedetto» Bergoglio disse di aver molta stima di lei, ma che il suo libro è «un’infamia». Non ha mai avuto modo di incontrarlo? Lo farebbe adesso che è papa? «Quando pubblicai L’isola del silenzio inviò un sacerdote a chiedermi perché lo avessi fatto, nonostante avessimo un bel rapporto e amici in comune che ci presentarono. Replicai con un’altra domanda: che avrei dovuto fare con i documenti che avevo trovato? Bruciarli? Fingere di non averli visti? Questa sì che sarebbe stata un’infamia». [Giampiero Calapà, il Fatto Quotidiano 15/3/2015]
• Padre Lombardi: «Fece molto per proteggere la gente durante la dittatura e, da arcivescovo di Buenos Aires, chiese il perdono per la Chiesa per non avere fatto abbastanza. È da prendere in seria considerazione la dichiarazione di Perez Esquival che esclude qualsiasi compromissione del cardinale Bergoglio con la dittatura in Argentina. La campagna era ben nota, la sua matrice anticlericale è nota ed evidente. Mai vi è stata un’accusa credibile nei suoi confronti, è stato interrogato una volta come persona informata dei fatti ma mai gli è stato imputato nulla Abbiamo una lunga esperienza di come vanno le campagne negative nei confronti della Chiesa. Non mi stupisco di nulla. Chi vuole lanciare notizie negative su qualcuno, ovviamente e purtroppo, aspetta il momento giusto anche per avere più audience. Abbiamo la coscienza a posto. Si va avanti con una linea chiara, che è poi la caratteristica di questo Papa e che gli dà credibilità» (SkyTg24, 15/3/2013).