Rassegna, 14 marzo 2013
L’ambasciatore americano elogia il M5s
• Con un appello inusuale per un ambasciatore e tanto più per uno degli Stati Uniti a Roma, il rappresentante di Barack Obama in Italia David Thorne ieri si è rivolto a una platea di studenti così: «Per me voi siete il futuro dell’Italia. Tocca a voi in questo momento, a questo punto, agire per il vostro Paese. So che ci sono problemi con la meritocrazia e tutta questa cosa. Ma voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento». La preside del liceo classico Visconti di Roma, Clara Rech, aveva ridato il microfono all’ambasciatore per il saluto conclusivo dopo quasi un’ora con i ragazzi nell’aula magna. Le parole di Thorne sono rimbalzate al volo dai taccuini dei cronisti ai divani di Montecitorio, attirandosi reazioni che, in modo altrettanto inusuale, hanno spinto la sede diplomatica degli Stati Uniti a una messa a punto su quanto detto dall’ambasciatore. «Gravissima ingerenza», è stato il commento di Michele Anzaldi, deputato del Pd, secondo il quale il ministro degli Esteri Giulio Terzi dovrebbe chiedere «spiegazioni all’ambasciata». Fabrizio Cicchitto del Pdl: «Non si capisce perché l’ambasciatore non auspichi per il suo Paese lo sviluppo dei 5 stelle. Non si intrometta nelle vicende politiche del nostro Paese». [Caprara, Cds]
• Il rapporto tra gli Stati Uniti e Beppe Grillo è iniziato già nel 2008, all’epoca del “Vaffa Day”, con l’amministrazione Bush. Racconta Mastrolilli sulla Sta: «L’ultimo successo elettorale però lo ha trasformato in un interlocutore inevitabile per gli emissari di Washington, che hanno avuti diversi contatti con lui anche nei giorni scorsi. Gli Usa apprezzano la sua spinta per il cambiamento, nella speranza però che si traduca in riforme capaci di aumentare la competitività e la stabilità dell’Italia. Alcuni appuntamenti sono avvenuti a Milano, nei giorni scorsi, con Gianroberto Casaleggio, mente di M5S. I rappresentanti del movimento hanno spiegato nel dettaglio la loro strategia in Parlamento, che punta a dare segnali di forte discontinuità. Non intendono entrare nel governo, ma appoggiare tutti i provvedimenti che portino al taglio dei finanziamenti ai partiti, e dei costi della politica, e alla riduzione dei parlamentari. Casaleggio ha colpito in maniera particolare, perché è apparso come un imprenditore che parla da imprenditore. Dice che in Italia bisognatagliare le tasse, snellire la burocrazia, ridurre la pressione fiscale sulle aziende, riformare la giustizia civile per renderla più efficace, e garantire regole del mercato del lavoro meno stringenti. “Sembrava di sentire uno di Confindustria”, ha commentato una fonte».