Fior da fiore, 14 marzo 2013
Il nuovo papa si chiama Francesco I • Chi è Jorge Mario Bergoglio • Il Pd voterebbe sì all’eventuale richiesta di arresto di Berlusconi • Il nipote di Beppe Grillo è il vicepresidente del M5S • La start up di due settantenni • Nel 2012 scoperti mille evasori totali • Philip Roth sta imparando a usare l’iPhone
Papa Alle 19 di ieri il comignolo del Conclave ha fumato bianco. Dopo più di un’ora di attesa, alle 20 e 22 la folla raccolta a Piazza San Pietro ha potuto vedere l’eletto: Jorge Mario Bergoglio, 76 anni (Flores, 17 dicembre 1936), argentino, gesuita, che si è imposto il nome di Francesco I. Imponente, s’è affacciato senza la mozzetta rossa, simbolo del potere papale, con una semplice croce al collo, neppure dorata. Ha parlato di sé soltanto come «vescovo di Roma», ha detto di essere arrivato «quasi dalla fine del mondo», s’è inchinato al popolo chiedendo di pregare in silenzio affinché Dio lo benedica, ha salutato il vescovo emerito Ratzinger. [Sull’argomento leggi anche il fatto del giorno]
Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires non dormiva nel palazzo episcopale ma in un piccolo appartamento, non girava sull’autoblu ma in autobus, non aveva camerieri ma si preparava la cena da sé (un tè e della frutta), andava a letto alle 9 e mezza e si svegliava alle 4 del mattino. Aveva una linea telefonica dedicata ai suoi parroci, che potevano chiamarlo a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Piemontese Sua madre era di Buenos Aires ma con sangue piemontese e genovese, suo padre, di nome Mario Bergoglio, di Portacomaro, vicino ad Asti, emigrato a vent’anni. Oltre allo spagnolo, all’inglese, al francese, al tedesco e al latino parla il dialetto piemontese e conosce a memoria «Rassa nostrana», il canto degli emigranti. Da ragazzo fece le pulizie in una fabbrica di calzini e si diplomò come perito chimico. Per mantenersi gli studi per un breve periodo ha lavorato anche come buttafuori in un locale malfamato di Còrdoba. A 21 anni entrò nei gesuiti. Proprio a 21 anni, per una polmonite, gli asportarono la parte superiore del polmone destro. Il giovane Bergoglio ha poi compiuto studi umanistici in Cile e nel 1963, di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito la laurea in filosofia presso la Facoltà di Filosofia del collegio massimo “San José” di San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è stato professore di letteratura e di psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse materie nel collegio del Salvatore di Buenos Aires. Il 13 dicembre 1969 è stato ordinato sacerdote. A 37 anni era già «provinciale» e quindi superiore dei gesuiti in Argentina. Durante la dittatura militare si mosse per salvare sacerdoti e cittadini dai torturatori ed è molto rispettato dalle madri di Plaza de Mayo.
Libri Ha scritto tre libri: Meditaciones para religiosos, che risale al 1982, Reflexiones sobre la vida apostólica del 1986, e Reflexiones de esperanza del 1992 (Ansaldo, Rep).
Motto Il suo motto episcopale: «miserando atque eligendo», scusando e scegliendo.
Vocazione La vocazione arrivò il 21 settembre 1953, a 17 anni: si preparava a festeggiare la Giornata dello studente con i suoi compagni, entrò nella chiesa di San José de Flores dove incontrò un sacerdote e decise di confessarsi. Quella confessione cambiò la sua vita: «Mi accadde qualcosa di raro, lo stupore di un incontro. Mi resi conto che mi stavano aspettando. Questa è l’esperienza religiosa: lo stupore di incontrare qualcuno che ti stava aspettando» (Tornielli, Sta).
Aneddoti Aneddoti: entrò in seminario a 22 anni, dopo aver lasciato una fidanzata con la quale amava andare a ballare il tango; quando fu nominato cardinale (il 21 febbraio 2001) i fedeli avevano preparato una colletta per fare festa ed accompagnare il suo viaggio a Roma: ma lui chiese loro di restare in Argentina e dare i soldi raccolti ai poveri; andò dal dittatore Videla a chiedere la liberazione di due confratelli.
Preferenze Film preferito: Il pranzo di Babette. Poeta preferito: Hölderlin. Quadro preferito: la Crocefissione Bianca di Chagall (a Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, autori del libro-intervista El Jesuita, del 2010, riportato da Stella, CdS). La sua squadra preferita è il San Lorenzo di Almagro. Tra gli scrittori che ama ci sono Jorge Luis Borges e Fëdor Dostojevski (Ansaldo, Rep).
Cibo Ha imparato a cucinare da ragazzo: «Mia madre rimase paralitica dopo aver partorito l’ultimo figlio, il quinto. Quando tornavamo da scuola, la trovavamo seduta a pelare patate, con tutti gli altri ingredienti per il pranzo già disposti. Ci diceva come dovevamo mescolarli e cucinarli». Diventato sacerdote e professore, Bergoglio ha continuato a esercitarsi: «Nel Collegio Massimo la domenica non c’era la cuoca, e allora preparavo io il pranzo per i miei studenti». Al giornalista che gli chiedeva se fosse bravo, ha risposto: «Beh, non ho mai ammazzato nessuno col mio cibo» (Tornielli, Sta).
Primo Francesco I è il primo papa gesuita, il primo sudamericano, il primo a chiamarsi come il santo di Assisi.
Piedi Il giovedì santo Bergoglio non ha mai celebrato la lavanda dei piedi in cattedrale ma ogni anno in un posto diverso: nell’ospedale Muñiz per malati di Aids, nel carcere di Devoto, in un ricovero per senzatetto, in un ospedale pediatrico. Una volta lavò i piedini dei neonati di un reparto maternità.
Nota A un certo punto la Cei ha diramato una nota per congratularsi con Scola eletto papa.
2005 Francesco I nel Conclave del 2005 risultò il più votato dopo Ratzinger sia al primo sia all’ultimo degli scrutini. Arrivò ad avere quaranta voti che forse non sarebbero bastati per eleggerlo ma che potevano impedire l’elezione del Papa teologo. Si dice che nella pausa del pranzo Bergoglio scongiurasse i suoi sostenitori di concorrere a eleggere Ratzinger, cosa che avvenne (Accattoli, CdS).
Argentina «Sin dalle prossime ore torneranno a galla i difficili rapporti del cardinal Bergoglio con i governi Kirchner e anche accuse pesanti. Prime tra tutte quella di non essersi opposto davvero alla dittatura militare, come buona parte della Chiesa argentina. Poi c’è un caso specifico, una denuncia per complicità nella sparizione di due gesuiti perseguitati dal regime. Accusa che Bergoglio respinge, ma che gli sono costate pagine di piombo da parte del giornalista Horacio Verbitsky, assai vicino ai Kirchner. E poi la lunga opposizione ai matrimoni gay, voluti dal governo, che si è conclusa con la sconfitta del gesuita» (Cotroneo, CdS).
Assetti «L’uscita del papato dall’Europa ha lo stesso segno epocale che ebbe nel 1978 l’uscita dall’Italia: allora era in questione l’assetto dell’Europa nella fase finale del confronto Est-Ovest, oggi è in questione l’assetto del mondo» (Accattoli, CdS).
Definizioni «Come si definirebbe?» «Jorge Bergoglio, prete» (a Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, autori del libro-intervista El Jesuita, del 2010, riportato da Gian Antonio Stella, CdS).
Arresti Al senatore del Pd Maurizio Migliavacca domandano se il Pd voterebbe a favore di un’eventuale richiesta di arresto di Silvio Berlusconi. Risposta: «Se gli atti fossero fondati, penso proprio di sì». Polemiche.
M5S Il vicepresidente del Movimento 5 Stelle è l’avvocato Enrico Grillo, nipote di Beppe e suo legale. È figlio di Andrea, fratello maggiore di Beppe e titolare dell’azienda di famiglia che produceva cannelli per saldatura e oggi è specializzata nella riparazione di macchine da ufficio. Giovanni Scopesi, decano dei penalisti genovesi: «Me lo portò il papà, che si era laureato da poco, e così lo presi a bottega. Una buona persona. Molto elegante e molto simpatico. Certo, mai avrei immaginato di trovarlo impegnato in politica, alla guida del primo partito». Di bella presenza, ama gli abiti eleganti e le auto veloci, gira a bordo di un suv e colleziona armi antiche, che tiene in bella mostra nel suo studio al centro di Genova. Lo descrivono come sempre disponibile e gentile. «L’avvocato Enrico ha cominciato ben presto a seguire Beppe Grillo nelle sue scorribande. Nel 2005 è lui a costruire la cornice legale della campagna di Parlamento pulito, nel 2007 si occupa della stesura dei quesiti referendaria che verranno lanciati al V day. E intanto gira l’Italia, da Modena alla Val di Susa a querelare e denunciare, a difendere da denunce e querele. Diventa, nei fatti, il legale di M5S e dei suoi militanti» (Imarisio, CdS).
Start up La New Tech Targets (Ntt), start up i cui soci fondatori Mario Borri e Adriano Moioli hanno rispettivamente 71 e 67 anni. Hanno messo a punto un prodotto nuovo e ha dovuto progettare da zero anche i macchinari per fabbricarlo: un rivoluzionario tessuto tecnologico dai molteplici impieghi (dall’abbigliamento per i medici che lavorano esposti a radiazioni alle strutture che contengono l’inquinamento da idrocarburi). Prodotti simili già esistono ma fino a oggi erano prodotti con piombo e solventi tossici: questo è a impatto zero per l’ambiente. Difficoltà: «Quando abbiamo chiesto il finanziamento, la banca ci ha chiesto di vedere i bilanci degli ultimi tre anni. “Ma siamo appena nati!” ho detto e alla fine abbiamo attinto ai nostri risparmi. L’Enel ha impiegato 8 mesi ad allacciarci alla rete elettrica e quando ci siamo rivolti alle case chimiche per chiedere che ci fornissero determinati materiali l’unica risposta che abbiamo ottenuto è stata: “Questo è il nostro catalogo guardate se c’è qualcosa che fa al caso vostro”» (Del Frate, CdS).
Evasori Nel 2012 la Guardia di Finanza ha scoperto 2,4 miliardi di imponibile nascosto e sul quale dunque non sono state pagate le tasse, circa 300 milioni di Iva svanita dalla contabilità e un miliardo di Irap completamente evasa. In tutto le Fiamme Gialle hanno preso 1.000 evasori totali, completamente sconosciuti al fisco. Grande attenzione è stata dedicata al fenomeno dei «compro oro»: i 348 interventi eseguiti hanno portato alla denuncia di 53 soggetti per vari reati, alla scoperta di un’evasione ai fini delle imposte dirette per circa 200 milioni di euro ed in materia di Iva dovuta per circa 90 milioni di euro e all’individuazione di 44 evasori totali. La Guardia di Finanza fa sapere che l’evasione è destinata a crescere «a causa della crisi economica» (Petrini, Rep).
Roth Philip Roth, da quando ha smesso di scrivere, si dedica alle attività che più gli piacciono: si sveglia la mattina con comodo e senza la pressione delle pagine da scrivere; dorme almeno un’ora ogni pomeriggio; riscopre i classici cinematografici del passato; frequenta di più gli amici fidati e, soprattutto, impara cose nuove, tra cui usare l’iPhone (Monda, Rep).
(a cura di Daria Egidi)