La Gazzetta dello Sport, 13 marzo 2013
Fumata nera, ieri, poco prima delle 19.45, dal comignolo di piazza San Pietro. Nonostante la pioggia che a scrosci violenti ha flagellato Roma per tutto il giorno, una piccola folla s’era radunata sul sagrato con la speranza di applaudire il successore di Ratzinger
Fumata nera, ieri, poco prima delle 19.45, dal comignolo di piazza San Pietro. Nonostante la pioggia che a scrosci violenti ha flagellato Roma per tutto il giorno, una piccola folla s’era radunata sul sagrato con la speranza di applaudire il successore di Ratzinger. Grida di delusione, e promessa di tornare oggi e anche domani se sarà necessario. La suggestione del conclave, col suo mistero e il suo rito così antico, ha fatto dimenticare a tutto il pianeta i peccati degli uomini di Chiesa, rivelati implacabilmente dalle dimissioni di Benedetto. Veglie e messe si sono celebrate in ogni dove, in particolare in Brasile, dove si spera nell’elezione di Scherer (ma le sue quotazioni sarebbero in forte calo) e nelle cattolicissime Filippine.
• Come s’è svolta la giornata?
Dopo la messa «pro eligendo pontifice», i porporati si sono trasferiti nella loro residenza di Santa Marta, quindi al Palazzo Apostolico e di qui, in processione secondo un ordine rigorosamente stabilito dalla regola, hanno raggiunto la Sistina. Giuramento, e infine monsignor Guido Marini, maestro delle cerimonie pontificie, ha intimato l’extra omnes, cioè il «fuori tutti», e ha chiuso il portone della cappella. Sappiamo quello che è successo dopo sempre grazie alla regola, che prevede minuziosamente ogni mossa.
• Stiamo parlando delle operazioni di voto.
Sì. Le operazioni di voto si dividono in tre fasi. Antescrutinium, Scrutinium vere proprieque (“scrutinio vero e proprio”), Post-scrutinium. Nell’antescrutinium l’ultimo cardinale diacono sorteggia tre scrutatori, tre revisori e tre infirmarii (sono coloro che raccolgono i voti dei cardinali infermi nella residenza Santa Marta). I cerimonieri consegnano quindi due o tre schede bianche a ogni elettore con la scritta Eligo in summun Ponteficem sotto cui va indicato il nome del prescelto. Poi lasciano la Sistina. Si passa così allo Scrutinium vere proprieque. In questa fase ogni cardinale compila in segreto la scheda, la piega a metà e tenendola sollevata si reca all’altare dove sono poggiate le urne. Quindi, il porporato elettore giura secondo la formula latina: «Chiamo a testimone Cristo Signore - il quale mi giudicherà - che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto» e fa scivolare la scheda nell’urna. A fine votazione, il primo scrutatore apre l’urna e il terzo scrutatore trasferisce le schede a una a una dentro un altro calice. A questo punto gli scrutatori si siedono davanti all’altare. Il primo apre una scheda e legge il nome, il secondo ripete la procedura, il terzo annota il nome e lo legge a voce alta, poi fora le schede con un ago sulla parola eligo e le lega insieme con un filo. Le schede vengono quindi bruciate in una stufa.
• Sono le schede bruciate a produrre la fumata nera?
No, la stufa dove si bruciano le schede è diversa da quella dove si fa uscire il fumo nero o bianco. Per dare l’annuncio della avvenuta o della non avvenuta elezione si sfrutta una stufa sovrastata da un sistema di 32 tubi a curve, che terminano con una canna di 20 metri alta fino al sottotetto. L’ultimo tratto, quello visibile, è lungo un metro e mezzo, è fatto di rame fuori e acciaio dentro. Un dispositivo elettronico lo tiene caldo per facilitare il tiraggio e inibire la pioggia. La prima stufa, quella delle schede, risale al 1938. La seconda, quella delle fumate, è stata costruita nel 2005.
• Che cosa succede se la famosa maggioranza dei due terzi non si raggiunge?
I bookmaker dànno a 2 l’elezione del papa entro domani. A 5 entro venerdì. Teniamo conto che si vota quattro volte al giorno, due la mattina e due il pomeriggio, anche se le fumate, di regola, saranno due, una intorno a mezzogiorno e l’altra intorno alle 19.30: sintetizzeranno ciascuna l’esito del voto nella loro parte di giornata. Una fumata a mezza mattina o a mezzo pomeriggio, perciò, non potrà che essere bianca. Se dopo il trentacinquesimo scrutinio non sarà stato raggiunto un risultato, si andrà al ballottaggio tra i due più votati. Bisognerà però che anche in questo caso l’eletto raccolga i due terzi dei consensi.
• C’è qualche cardinale che viene da Barcellona o, tra quelli lombardi, che tifa Milan?
Come no. Il cardinale Lluis Martinez Sistach è di Barcellona e tifa accanitamente per la squadra della sua città. Dall’altro lato è un acceso tifoso del Milan proprio il cardinale Scola, ancora ieri tra i favoriti per l’elezione al soglio. Non solo nessuno dei due ha potuto vedere la partita, ma nessuno dei due conoscerà il risultato fino a che il papa non sarà eletto e concluso l’isolamento assoluto in cui sono tenuti gli eminenti.