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 2013  marzo 12 Martedì calendario

Inizia il Conclave • Il comignolo delle fumate • I marò non torneranno in India • Berlusconi ha la pressione alta e resta in ospedale • Parlamentari Pdl protestano al Tribunale di Milano • Come votano gli operai • Lo Stato ha più di 150 miliardi di euro di debiti verso fornitori


Conclave Si apre il Conclave: alle 10 di stamattina a San Pietro la Messa Pro eligendo romano Pontifice, presieduta dal Decano Angelo Sodano. Dopo il pranzo e il riposo, tutti alla Paolina per la processione verso il conclave. Poi il Maestro delle Cerimonie alle 16.30 intimerà l’Extra Omnes: fuori tutti i non elettori dalla Cappella Sistina. Poco dopo si svolgerà la prima votazione dei 115 elettori in Conclave. In genere di sera la fumata è intorno alle 19, ma oggi probabilmente si farà attendere (e sarà quasi sicuramente bianca). Da domani le votazioni procederanno a ritmo serrato: quattro scrutini al giorno, due al mattino e due al pomeriggio, fumate previste intorno a mezzogiorno e alle sette di sera. Se però il Papa fosse eletto nel primo degli scrutini del mattino o del pomeriggio, la fumata (bianca) verrebbe anticipata: rispettivamente alle 10.30-11 e alle 17.30-18. Domani gli scrutini dal secondo al quinto, giovedì dal sesto al nono, venerdì dal decimo al tredicesimo. È quasi certo che non ci si arrivi: l’elezione è attesa tra domani e giovedì. Però, nel caso, dopo venerdì scatterebbe un giorno di pausa per la «preghiera e il libero colloquio dei cardinali». Poi altri due giorni e otto scrutini. Pausa. Ancora due giorni. Pausa. Finché, dopo altri otto scrutini a vuoto, si arriverebbe all’undicesimo giorno: se andasse a vuoto il trentaquattresimo scrutinio, si procederebbe al ballottaggio tra i due cardinali più votati, ma sempre con la maggioranza di due terzi degli elettori per eleggere il Papa (CdS). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Preghiera Nel 2005 la fumata bianca arrivò alle 17.50 e da quel momento passarono tre quarti d’ora prima che il protodiacono si affacciasse alla loggia per dire il nome del nuovo Papa, e altri dieci prima che Benedetto XVI si mostrasse. Stavolta il nuovo pontefice impiegherà un po’ di più: dopo l’accettazione e la scelta del nome e la vestizione nella “stanza delle lacrime”, il pontefice appena eletto sosterà in preghiera silenziosa nella Cappella Paolina prima di mostrarsi ai fedeli di tutto il mondo (ibidem).

Fumo Il comignolo da cui usciranno le fumate del Conclave: alto circa 30 metri, fuori di rame e dentro in acciaio, si compone di 32 tra tubi e curve, seguiti da una ventina di metri circa di canna pre-montata fissa, che arriva fino al sottotetto. La parte superiore, che esce all’aperto, è lunga un metro e mezzo ed è anti-pioggia. Ha un dispositivo elettronico di riscaldamento per facilitare il tiraggio immediato del fumo che uscirà da due stufe. La prima, del 1938, dove vengono bruciate le schede, la seconda, del 2005, dove viene creato il fumo nero o bianco (Paravicini Bagliani, Rep).

Cibo Rivelazione di Timothy Dolan, arcivescovo di New York: «Al Conclave si mangia male».

Marò Non torneranno in India i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, rientrati in Italia il 23 febbraio, dopo che la Corte suprema indiana aveva concesso loro una licenza di quattro settimane per il voto e per incontrare le famiglie. Il ministero degli Esteri, che ha preso la decisione senza accordo con l’India, vuole imporre così una «formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati».

Credibilità «Ma un problema rimane. Al momento della concessione della seconda “licenza”, come al momento della prima, l’Italia si è impegnata a far tornare i due fucilieri in India nei tempi previsti. Possono allora argomentazioni giuridiche peraltro oggetto di disaccordo, anche dopo la negativa sentenza della Corte suprema indiana, indurre uno Stato a non onorare la parola data? Per di più quando si tratta di militari, che per gli indiani sono imputati di omicidio? Certo, è facile pensare agli americani che esigono sempre la giurisdizione sulle azioni dei propri soldati, o cercare altri precedenti. Si può amaramente constatare che davanti alle pretese indiane dell’ultimo anno forse non abbiamo tentato tutto il tentabile presso i nostri alleati (che ben poco ci hanno aiutati), oppure presso l’Onu, impegnata in prima fila nella lotta alla pirateria. Tant’è, ora il dado è tratto. E se tutti siamo contenti per Girone e Latorre, resta una punta di amaro in bocca che si chiama credibilità dell’Italia» (Venturini, CdS).

Pressione Altri medici sono stati mandati a controllare l’ipertensione di Berlusconi aggiuntasi domenica all’infiammazione agli occhi già valutata sabato al processo Mediaset: a detta dei medici l’insorto «scompenso pressorio», costituisce «assoluto impedimento» a differenza dell’infiammazione agli occhi; e poiché Berlusconi fa valere il diritto dell’imputato di rendere «dichiarazioni spontanee» in qualunque momento lo desideri, il processo va sospeso. Domani si rifarà solo il calendario in base alla prognosi, che per ora è «6/7 giorni di ricovero per chiarire la diagnosi» e «15 di terapia» agli occhi. Slittano requisitoria (in calendario il 4 marzo), arringhe (in teoria ieri) e sentenza (non più il 18).

Pdl Intanto ieri cento parlamentari Pdl guidati da Alfano, sotto le gigantografie di Falcone e Borsellino, sono andati a far comizio sulla scalinata del Tribunale di Milano. Motivo: protestare contro «gli scandali» della «nuova visita fiscale a Berlusconi», della «richiesta dei pm di Napoli di giudizio immediato a carico di Berlusconi» per corruzione del senatore De Gregorio, e «del non riconoscimento della riunione dei gruppi parlamentari come legittimo impedimento degli avvocati Ghedini e Longo al processo Ruby».

Operai La coalizione Pd-Sel è al terzo posto nel voto operaio dopo il Movimento 5 Stelle e dopo il Pdl. Secondo i dati LaPolis, Beppe Grillo ha preso addirittura il 40% dei consensi delle tute blu (per Ipsos si sarebbe fermato al 29%), il Pdl il 25,8% (24% per Ipsos) e il centro-sinistra 21,7 (20% secondo Ipsos) (Di Vico, CdS).

Debiti Non esistono dati recenti sui debiti commerciali dello Stato (debiti espressi non in buoni del Tesoro, ma in fatture da saldare alle imprese fornitrici di beni e servizi alle amministrazioni pubbliche). Comunque si può calcolare che superino il 10% del Pil: più di 150 miliardi di euro. Emanuele Padovani, professore di Public Management all’Università di Bologna, ha stimato che a fine 2010 gli oneri delle Regioni verso i fornitori erano a 68,8 miliardi, quelli dei Comuni a 48,4 e quelli delle Province a 19,6. Fa 136,9 miliardi di euro, circa il 9% del Pil. Due dei comuni nei quali il debito pubblico per abitante è più alto sono Torino e Milano. Ma tra circa dieci giorni, con ritardo di due anni, verranno resi anche i valori per il 2011 e, salvo sorprese, i debiti degli enti locali dovrebbero essere cresciuti per almeno altri 15 miliardi. Un ulteriore capitolo dell’esposizione finanziaria dello Stato, sottolinea Emanuele Padovani, riguarda poi la quota di debito delle aziende partecipate dagli enti locali. Resta poi lo Stato centrale quello che deve pagare ai fornitori: «L’aspetto sul quale la nebbia è più fitta. La gestione dell’amministrazione scolastica e alcune delle spese di Consip, l’agenzia per l’acquisto di beni e servizi per lo Stato, fanno pensare che le cifre siano rilevanti. Anche se resta indeterminato, l’ammontare di questi debiti fa sì che l’esposizione commerciale dei vari rami dello Stato con ogni probabilità superi nettamente il 10% del Pil» (Fubini, CdS).

(a cura di Daria Egidi)