Rassegna, 6 marzo 2013
I cardinali stranieri frenano l’anticipo del Conclave
• Fa sapere Vecchi sul Cds che è in atto uno scontro tra una parte dei cardinali che vuole entrare in Conclave il prima possibile, e l’altra, soprattutto gli undici porporati statunitensi, che chiede più tempo. Ha spiegato Sean O’Malley, cappuccino e papabile di Boston: «Molti cardinali sono preoccupati, se non c’è tempo sufficiente nelle congregazioni, se si taglia il tempo per la discussione e il discernimento, allora ad allungarsi potrebbe essere il Conclave...». La data più probabile resta l’11 marzo. Ormai gli elettori a Roma sono 111 su 115, mancano il tedesco Lehmann, il polacco Nycz, il vietnamita Pham Minh Man e il cinese Tong Hon.
• «(…) Si votasse adesso, confermano alcuni porporati, sarebbe un Conclave alla Wojtyla: i candidati considerati “forti” (il canadese Marc Ouellet, Angelo Scola, il brasiliano Odilo Pedro Scherer) che rischiano di bloccarsi in favore di cosiddetti outsider (gli americani Dolan, O’Malley e Wuerl, l’austriaco Schönborn, Ravasi, l’altro brasiliano João Braz de Aviz, il filippino Tagle). Proprio ieri, durante la terza congregazione, il giurista Giuseppe Sciacca, ha presentato ai porporati il motu proprio che permette, se lo vogliono, di anticipare senza aspettare 15 giorni dalla Sede vacante, una possibilità sollecitata dai curiali ma poco gradita a molti che arrivano da fuori». [Vecchi, Cds]
• Da ieri la Cappella Sistina è chiusa al pubblico. Sono iniziati i lavori per l’allestimento del Conclave. [Vecchi, Cds]