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 2013  marzo 04 Lunedì calendario

Grillo: «Cacciare a calci chi cambia casacca»

• Intanto dalla sua casa in Toscana Beppe Grillo pubblica un post per dire che «bisognerebbe cacciare a calci» i parlamentari che cambiano partito. Il titolo è emblematico: «Circonvenzione d’elettore». E spiega, con i toni consueti: gli eletti possono fare, «usando un eufemismo, il cazzo che gli pare senza rispondere a nessuno. Al momento del voto, l’elettore crede in buona fede alle dichiarazioni di Scilipoti o De Gregorio. Gli affida un mandato di un lustro, un tempo lunghissimo, per rappresentarlo in Parlamento e per attuare il programma. Gli paga lo stipendio con le sue tasse perché mantenga le promesse». Così, scrive sempre Grillo, ecco la «circonvenzione di elettore: se chi disattende un contratto commerciale può essere denunciato, chi ignora un contratto elettorale non rischia nulla, anzi di solito ci guadagna. È ritenuto del tutto legittimo il cambio in corsa di idee, opinioni, partiti. Si può passare dalla destra alla sinistra, dal centro al gruppo misto, si può votare una legge contraria al programma. Insomma, dopo il voto il cittadino può essere gabbato a termini di Costituzione». Ed è «una pratica molto comune nel parlamento, adottata da voltagabbana, opportunisti, corruttibili, cambiacasacca». Per lui, «per cinque anni il parlamentare vive in un Eden, in un mondo a parte senza obblighi, vincoli». Riporta l’articolo 67 della Costituzione: «Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». E aggiunge: «Questo consente la libertà più assoluta ai parlamentari...». [Capponi, Cds]  

• Severgnini (Cds): «Grillo ha il dovere di consultare i suoi 163 parlamentari (109 deputati, 54 senatori). Non sono automi; non li può “cacciare a calci”, come ieri ha minacciato di fare “se cambiano casacca“ (alla faccia dell’articolo 67 della Costituzione, secondo cui “ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”). Hanno in media 39 anni (32 alla Camera, 46 al Senato); le donne sono il 36 per cento; i laureati l’88 per cento. Molti appartengono alla generazione Erasmus, che conosce e rispetta l’Europa. È difficile credere che vogliano le macerie, come biglietto da visita internazionale».