Rassegna, 4 marzo 2013
La riunione dei 5 Stelle a Roma
• Gran parte dei 163 parlamentari neoeletti del Movimento 5 Stelle si sono ritrovati ieri a Roma, nell’Hotel Saint John, vicino via Merulana, per una riunione conoscitiva. Ingressi sbarrati ai giornalisti (che però sono riusciti a intrufolarsi), bocche cucite davanti ai microfoni all’entrata e all’uscita. Dentro sedie a circolo all’interno di una grande sala: ognuno si alzava, diceva il suo nome e aveva tre minuti per parlare. Racconta la Capponi sul Cds: «La sala è alla fine delle scale, ci sono sedie in circolo, oltre cento parlamentari, alcuni in piedi, in jeans neri e giacca di pelle (Stefano Vignaroli), con l’eskimo (Alessandro Di Battista), alcuni seduti in terra. Sono arrivati a Roma fin dal mattino, alcuni raccontano di essere andati a Montecitorio, dove c’erano porte aperte ai cittadini e il doppio della solita fila, colma di simpatizzanti, alcuni convinti di “aver visto due neodeputati entrare e scattarsi foto”. Ma vai a sapere se è vero: del resto, nell’assemblea, c’è chi incoraggia gli altri a “prendere in giro i giornalisti”. Dicono di essere qui per “cambiare tutto”, per “dare risposte alla gente che soffre”: ma non rispondono ad argomenti politici, né governissimo, né alleanze».
• Un veloce ritratto di Iacoboni (Sta): «Non ci sono grisaglie, nessuno ha la cravatta, qualcuno ha così caldo da girare a maniche corte e felpa legata in vita. Ma non c’è neanche un abbigliamento prevalente. Le ragazze, ce ne sono di carine. Sembrano molto diversi all’aspetto dai parlamentari cui siamo abituati. Votano per alzata di mano, non col televoto. Al momento di andare via, alcuni hanno organizzato un furgoncino-scolaresca. Sentono di avere una missione, ma te la spiegano come se si fosse a una festa, anche se non eri stato invitato».
• «Siccome il disturbatore ufficiale Paolini sta marcando stretto Beppe fuori dalla villa in Toscana, qui è venuto l’aspirante erede, un ragazzo che si fa chiamare Er Roscio e finge di prendere appunti su un taccuino vuoto per guadagnare l’inquadratura. Nel seminterrato un eletto propone: “La linea ce la darà Beppe quando arriva, nell’attesa i giornalisti prendeteli per il culo”. I fotografi stanno al gioco e provocano: “Onorevole sorrida! Onorevoli uscite, siete circondati!”. Diego Bianchi detto Zoro: “Questi so’ matti…”». [Cazzullo, Cds]