Fior da fiore, 3 marzo 2013
Il taglio dei rimborsi ai partiti varrebbe 159 milioni di euro • Nel mondo ci sono 1.453 miliardari • In Italia un’impresa su due paga i dipendenti a rate • La dieta degli italiani in tempo di crisi • Dentisti low cost al supermarket • A maggio entreremo nel mondo virtuale
Finanziamento pubblico 1 Se i partiti rinunciassero al rimborso elettorale – cavallo di battaglia di Grillo appoggiato da Renzi - risparmieremmo centocinquantanove milioni di euro (più altri 68 milioni circa destinati alla quota di «cofinanziamento»). Nel dettaglio, le cifre partito per partito dovrebbero essere più o meno queste (le ripartizioni esatte verranno calcolate in estate): 45,8 milioni per il Pd, 42,7 per il Movimento 5 Stelle (che ne avrebbe diritto solo se si dotasse di uno statuto legalmente valido, ma ha già annunciato di non volere quei soldi), 38 per il Pdl, 8 per la lista Monti del Senato e 7 per Lista Civica della Camera, 7,3 per la Lega, 5 per Sel, 1,6 per Fratelli d’Italia, 1,5 l’Udc (Francesca Schianchi, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Finanziamento pubblico 2 Per il periodo 2008-2013 i partiti si sono divisi circa 500 milioni di euro. Con la riforma dello scorso luglio (dopo gli scandali che hanno colpito i tesorieri della Margherita e della Lega e le spese folli che sono venute fuori anche alla Regione Lazio), la cifra si è all’incirca dimezzata. Tuttavia, «se solo si fosse rispettata la volontà degli elettori, il finanziamento pubblico ai partiti non esisterebbe più da 20 anni, da quando cioè più di 34 milioni e mezzo di italiani dissero di sì al referendum abrogativo promosso dal partito radicale di Marco Pannella (...)Ma perché il finanziamento c’è ancora? Perché, nonostante il 90,3% di sì al referendum del 1993, i partiti di allora si inventano un sotterfugio per farlo rinascere, attraverso appunto i rimborsi elettorali o meglio il “contributo per le spese elettorali”, come lo definisce la legge 515 del 10 dicembre 1993 (...) Calcolando tutto in euro (fino al 2001 c’era la lira), si è (...) passati, considerando solo i rimborsi per le elezioni politiche, dai 47 milioni di contributi erogati complessivamente ai partiti per le politiche del 1994 agli oltre 500 milioni previsti per le consultazioni del 2008. La spesa a carico dei contribuenti si è insomma decuplicata in 14 anni. Ma soprattutto è aumentato il divario tra il contributo e quanto effettivamente speso. Se nel 1994 a fronte dei 47 milioni incassati le spese documentate erano state di 36 milioni, nel 2008 il rapporto era di quasi cinque a uno: 503 milioni di rimborsi previsti a fronte di 110 milioni di spese. Un meccanismo illogico e indifendibile». (Enrico Marro, Cds)
Miliardari Secondo il rapporto del centro Hurun di Shanghai, nel mondo ci sono 1.453 miliardari che sommano fortune personali per 5,5 trilioni di dollari, l’equivalente del Pil della Cina. Rupert Hoogewerf, presidente dell’Hurun Report: «Per ogni miliardario dichiarato ve ne sono probabilmente altri due che per vari motivi tacciono, dunque il numero complessivo si aggira probabilmente attorno ai quattromila». A Mosca la concentrazione più alta di ricconi: 76 contro i 70 di New York. In cima alla classifica il messicano Carlos Slim con 66 miliardi, seguono l’americano Warren Buffett con 58 e lo spagnolo Amancio Ortega, proprietario di Zara, con 55 (l’americano Warren Buffett, quarto con 54 miliardi). Tra gli italiani (in tutto 14) la posizione più alta in classifica è di Leonardo Del Vecchio (16 miliardi), seguito dalla famiglia di Ernesto Bertarelli (11), Miuccia Prada (8,6), Giorgio Armani (7,8), Paolo e Gianfelice Rocca (6,2 miliardi), Silvio Berlusconi (5,6). (Maurizio Molinari, Sta)
Rate Dati Unimprese sulle piccole aziende: tre su cinque per pagare le tasse sono costrette a ricorrere a quel poco credito bancario che ancora viene erogato (nel 2012 i prestiti alle imprese sono diminuiti del 3,3%, passando dagli 894 del 2011 a 864,6); una su due è costretta a pagare lo stipendio ai dipendenti a rate. (Rosaria Amato, Rep).
Dieta Secondo Coldiretti, per via della crisi, un italiano sui tre ha rinunciato al pranzo completo e mangia solo pasta «che sazia di più e costa di meno». Le stime per il 2013 indicano una previsione di aumento dell’1,1 per cento del consumo rispetto al 2012. Attualmente il consumo di pasta ha raggiunto in Italia quasi i 26 chili a persona, tre volte superiore a quello di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiore a quello di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiore a quello di un giapponese. In calo l’acquisto di carni rosse (-5-8%) mentre cresce quello di carni bianche (+2-3%). Altre voci in discesa: pesce fresco (-3,4 per cento), vino (-3 per cento), frutta (-1,9 per cento). (Maurizio Tropeano, Sta).
Medici al supermarket All’Ipercoop di Imola, dentisti che anche di domenica curano carie e altri disturbi odontoiatrici (entro cinque anni servizi analoghi - con tariffe vantaggiose e ulteriori offerte per i soci - nelle Coop di tutta Italia). Al Carrefour di Asiago e al Marco Polo di Modena, i centi sanitari aperti da medici di famiglia. All’Ipercoop di piazzale Lodi, Milano, la possibilità di prenotare un colloquio con lo psicologo (Michele Bocci, Rep.).
Leap Motion Dal 13 maggio 2013, sarà in vendita, a 79,99 dollari, Leap Motion, scatoletta da mettere sotto lo schermo del pc o del Mac che, facendoci “entrare” fisicamente nel mondo virtuale, promette di mandare in pensione mouse e tastiera. Funziona così: grazie a un campo di raggi infrarossi che proietta verso l’alto, traduce i gesti in comandi interpretabili dal computer. Il risultato? La possibilità di spostare documenti, aprire file, ingrandire una mappa o una fotografia, agitando le dita davanti lo schermo. Non solo. Volendo può riprodurre le nostre stesse mani all’interno di uno spazio digitale. (Alessandro Jaime D’Argenio, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)