Rassegna, 27 febbraio 2013
Di Pietro lascia la guida dell’Idv
• Antonio Di Pietro si è dimesso ieri dalla presidenza dell’Italia dei Valori. Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, con cui l’Idv si era alleata, non ha preso neanche un seggio né alla Camera né al Senato. Ora si apre una fase collegiale. [Arachi, Cds]
• «Tutto era cominciato nel dicembre 1994: Antonio Di Pietro, pm stella di Mani Pulite, abbandona la toga e annuncia di volersi comprare un bel trattore rosso per tornare ad arare la sua terra contadina. Dura poco il suo annuncio. Nel 1996 Di Pietro aveva già un posto da ministro nel governo Prodi. Nel 1997 uno scranno nel Senato. Nel giro di dieci anni un partito che veleggia all’8 per cento alle elezioni europee e si getta con veemenza in un’opposizione persistente. Una stella in ascesa. Il terremoto arriva nell’ottobre dello scorso anno. Scandali sulle sue case, i suoi soldi, quel suo partito gestito in maniera troppo “familiare”. Sembra un attacco come tanti altri che in questi anni avevano travolto il Tonino nazionale. Ma questa volta va diversamente. Questa volta sono i suoi fedelissimi che lo abbandonano. Dal giorno alla notte. Massimo Donadi, il suo sodale capogruppo alla Camera, si sfila assieme a Nello Formisano, il suo fedelissimo luogotenente in Campania. Sono i primi giorni di novembre, la scissione si consuma con i rulli di tamburo. E l’emorragia dell’Italia dei valori non si ferma più. Il colpo di grazia arriva, forse, con la storiaccia di Vincenzo Maruccio, il capogruppo di Italia dei valori alla regione Lazio che si era giocato alle slot machine i soldi del partito». [Arachi, Cds]