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 2013  febbraio 24 Domenica calendario

Biografia di Pietro Dottor

• Treviso 1958 (~). Imprenditore.
• « (...) Presidente dell’omonima impresa di restauri artistici e architettonici, è un uomo ossessionato dalla puntualità. Per non tradirla, gioca d’anticipo regolando i battiti della sua vita e di quella dei suoi operai con un Cartier d’epoca e una disciplina inflessibile. Presentandosi nei posti giusti un po’ prima degli altri, è arrivato dove ha voluto, e cioè a issare la sua insegna sui cantieri più belli di Venezia, quelli da milioni di euro, e migliaia di grane, che però fanno il giro del mondo: la Torre dell’Orologio, Palazzo Ducale, la chiesa di San Giorgio, il Palazzo Patriarcale, Palazzo Grassi (...) la Punta della Dogana (...) consegnata a François Pinault. (...) Ha vissuto una parte della sua esistenza un po’ peggio degli altri. Costretto a lavorare sdraiato a causa di un’infezione che gli aveva distrutto una vertebra, si è rimesso in piedi grazie a una ginnastica ferrea, che deve ripetere ogni mattina per due ore – e per tutta la vita. Il tempo è diventato la sua idea fissa, come se fosse governato da un orologio interiore che non ammette sprechi. Sbarcato in Laguna dalle colline di San Vendemmiano (...) si è presentato come un pinguino all’Equatore. Cantieri compatti e tosti. Doppi turni fino a notte. Né vino né fritti agli operai per farli lavorare meglio. Cronoprogrammi senza sgarri. Se il giovedì sera il ritardo supera le quattro ore, si recupera la domenica. “Se si è veloci si è puntuali, se si è puntuali si costa meno”, dice l’imprenditore. Così, mentre la città invecchiava dietro la telenovela del ponte di Calatrava, Dottor alzava impalcature una dopo l’altra, attirandosi committenti e livori (dei concorrenti) in parti eguali. Con Pinault è stato tutto merito della penale. Alla gara per il restauro di Palazzo Grassi, nel 2005, avevano partecipato in sei. Un appalto da quattro milioni e mezzo di euro e cinque mesi di tempo per far sparire ogni traccia di Gae Aulenti e far entrare lo spirito zen di Tadao Ando. Pinault non aveva nemmeno idea di chi fosse Dottor, ma Dottor si rese indimenticabile. Gli propose di raddoppiare la penale giornaliera in caso di ritardo e Pinault, che aveva una fretta matta di riaprire Palazzo Grassi, gli assegnò il cantiere. Poi arrivò Punta della Dogana e la faccenda si fece più delicata: la sfida era trasformare in un museo di vetro, acciaio e cemento uno spazio immenso e abbandonato da vent’anni. Dottor chiese un appuntamento a monsieur, volò a Parigi e gli offrì qualcosa di più fulmineo dell’altra volta. Tredici mesi per un intervento di anni, chiavi in mano. “Pinault mi rispose che il museo alla Dogana era il progetto della sua vita e che non poteva sbagliare”, racconta Dottor: “Mi disse che ero pazzo. Però un’ora dopo mi assegnò il lavoro”. Alla Dogana Dottor ha messo su un cantiere modello con dieta personalizzata, check up e allenatore per i dipendenti. Ognuno ha il suo libretto con i risultati degli esami. Chi vuole può allenarsi per le maratone. “Gli operai devono innanzitutto volersi bene”, spiega l’imprenditore: “Se un operaio si vuol bene si ricorderà di mettere il caschetto. Se il cantiere è più sicuro non ci saranno incidenti e senza incidenti si lavorerà più velocemente”» (Manuela Pivato) [Esp 2/4/2009].
• Appassionato di alpinismo, l’1 gennaio 2008 è stato il primo italiano a raggiungere la vetta di Aconcagua (quasi settemila metri), in Sudamerica [Businesspeople.it 16/6/2010].