24 febbraio 2013
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Biografia di Sandro De Franciscis
• Napoli 24 novembre 1955. Medico. Pediatra. Dall’aprile 2009 responsabile del Bureau Médical del Santuario di Lourdes. Politico. Ex presidente della provincia di Caserta (2005-2009, centrosinistra), si dimise per occuparsi a tempo pieno del nuovo incarico.
• «Era stato eletto al primo turno nel 2005: con lui il centrosinistra si era aggiudicato un territorio tradizionalmente di destra. Poi aveva partecipato alle primarie campane del Pd candidandosi come aspirante segretario regionale, con i “coraggiosi” di Rutelli» (Rep 5/3/2009).
• «(...) Ex democristiano, passato per la Margherita e l’Udeur (da cui uscì in polemica con il leader Mastella) prima di approdare al Pd, De Franciscis è sempre stato impegnato nel volontariato, soprattutto con l’Unitalsi, una delle principali associazioni che seguono i pellegrini nei viaggi al Santuario di Lourdes» (F. B.) [Cds 12/2/2009].
• Nel gennaio 2008 Clemente Mastella ne chiese l’espulsione dal Pd in quanto parente (acquisito) del procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere Mariano Maffei.
• «(...) Travolto dagli scandali – buon ultimo quello dei lavori affidati alla ditta del boss camorrista Giuseppe Setola (...) intercettazioni con il suo braccio destro Anthony Acconcia dove parlava di “coperture con la camorra di Casale” (...) scandali sulle assunzioni di favore presso le società partecipate Terra di Lavoro e Cms (...) veleni sulle indimostrate coperture giudiziarie da parte dell’ex procuratore-parente Mariano Maffei. I rapporti con la General Impianti riconducibile al capo di Gomorra hanno creato non pochi imbarazzi all’interno del Partito democratico. Undici lavori per 400 mila euro – secondo la Dia – non rappresentano spiccioli per una Sas già monitorata per irregolarità negli appalti al comune di Calvi Risorta a rischio di scioglimento per mafia. Quando la società del boss inizia a incamerare soldi pubblici con incarichi diretti sempre attraverso il conferimento di cottimi fiduciari, a guidarla c’è il fratello di Giuseppe Setola, Pasquale, finito in cella per vicende legate anche alle estorsioni denunciate dall’imprenditore Gaetano Vassallo. Pasquale resta il titolare della società fino a quando, coincidenza, proprio l’estorto decide di vuotare il sacco. A quel punto – secondo la Dia – il fratello del boss si sbriga a passare le consegne della General Impianti nelle mani di tal Massimiliano Pagano, ritagliandosi un ruolo meno visibile e apparentemente meno importante: quello di direttore tecnico. Anche la moglie di Pasquale Setola, Giovanna Baldascino, decide di uscire dalla società e di cedere le sue quote (5 milioni di lire) a Francesco Pagano, fratello di Massimiliano. (...) l’Espresso ha ricordato come il padre di Massimiliano e Francesco altri non è che Cipriano Pagano, imprenditore, citato in alcune intercettazioni in carcere quale “socio in affari di Pasquale (Setola, ndr)”. Cipriano sarebbe stato uno dei maggiori sponsor di De Franciscis “alle amministrative e alle primarie per la segreteria regionale del Pd”, e lo stesso presidente – stando alle cronache locali – anni prima avrebbe fatto da padrino per la cresima del futuro prestanome del clan nella società in rapporti con la Provincia: Massimiliano Cipriano, appunto, cugino di Stefania Marinelli, moglie del killer Giuseppe Setola. Come se non bastasse, senza ottenere smentite, il sito web Caserta c’è ha rivelato che il presidente della Provincia è stato “compare d’anello” anche di Giacomo Zacchia, ex sindaco del Comune di Calvi Risorta defenestrato nell’imminenza del blitz della commissione d’accesso per fare luce sui 400 mila euro di un appalto alla General Impianti. Nel decreto di sequestro della società si fa riferimento ai due Pagano definendoli “prestanome di Setola” e “proprio la General Impianti di Massimiliano Pagano è ragionevole ricondurla a Pasquale Setola” a cui il fratello boss Giuseppe “attribuiva fittiziamente i beni per non apparire titolare per non correre il rischio di sequestri e confische”. Delle fittizie intestazioni di beni tra fratelli, parlano i pentiti Diana, Bidognetti e Vassallo. Sandro De Franciscis s’è difeso sostenendo di “aver rispettato la disciplina normativa e regolamentare vigente in materia” e che di fronte alla certificazione antimafia, non vi era motivo di revocare gli incarichi. Il consigliere di An, Giorgio Magliocca, l’ha sbugiardato in pubblico ricordando che la Provincia s’è ben guardata dal richiedere le più approfondite e attuali “informative antimafia” (cosa diversa dai rilievi burocratici del “certificato antimafia”) previste da un apposito protocollo d’intesa finalizzato a scongiurare situazioni simili a quelle di Setola. Stretto all’angolo, il presidente non s’è fatto pregare. E ai cattivi presagi di Gomorra ha preferito i miracoli di Lourdes» (Gian Marco Chiocci) [Grn 13/2/2009].
• «Qual è il suo compito al Bureau? “Studio le cartelle cliniche esibite dai pazienti guariti, esamino lastre e vetrini, consulto i colleghi e insieme decidiamo se portare un caso di presunta guarigione davanti al CmiL, il Comité médical international di Lourdes composto da 34 luminari della medicina, primo passo di un’istruttoria che durerà anni e che si concluderà con l’eventuale riconoscimento del miracolo da parte della Chiesa” (...) Quali sono i criteri affinché una guarigione possa essere ritenuta tale? “Devono essere soddisfatte diverse condizioni. Primo: che la malattia abbia una prognosi grave. Secondo: che la diagnosi sia certa. Terzo: che la malattia sia organica. Quarto: che nessuna terapia possa spiegare la guarigione. Quinto: che la guarigione sia istantanea, inattesa e improvvisa. Sesto: che sia completa. Settimo: che sia durevole nel tempo. Alla fine di un lunghissimo percorso fatto di controlli e di verifiche rigorose la guarigione è riconosciuta come inspiegata, termine da preferire a inspiegabile, secondo le attuali conoscenze scientifiche” (...) Quante sono le guarigioni riconosciute fino ad oggi? “In 150 anni sono state riconosciute circa 7 mila guarigioni inspiegate ma solo 67 di queste sono state riconosciute dalla Chiesa cattolica come miracoli. Nella lista sono stati inseriti i casi di 55 francesi, 6 italiani, 3 belgi, una donna tedesca, una austriaca ed una svizzera”» (Elena Scarici) [Cds 4/8/2012].